Vale il peso politico ricevuto all’epoca delle elezioni politiche (M5S primo partito)?; Vale il peso politico certificato nelle ultime elezioni – in questo caso europee (Lega prima partito, M5S dimezzato)? Valgono gli ultimi sondaggi (Lega in calo, M5S e PD in leggera crescita)? Qualunque risposta è sbagliata, e non spiego il perché visto che oggi vado di fretta… Diciamo che la verità è un mix che non può non tenere conto di tutti e tre i fattori ma con importanza assai differente, dando un certo primato al primo (il legittimo Parlamento coi suoi numeri usciti dall’espressione della volontà popolare) e una relativa importanza, quasi infima ma non nulla, al terzo.
Vale il peso politico del partito di maggioranza relativa tanto da poter pretendere una serie di condizioni mortificanti per i candidati all’alleanza? No, ovviamente, perché anche un partito minore numericamente ha la medesima dignità del più grosso e alla fine, se troppo stressato, potrebbe anche ritirarsi. Oppure sì, visto che a questo punto della trattativa un brusco “stop” del PD sarebbe un boomerang tremendo in termini di consenso; e poi: dopo quanti rospi si dice “Basta”? Qui verrebbe comodo rammentare il paradosso del Sorite, che Zinga non conosce e certamente nemmeno Di Maio, per il quale dopo un tot di rospi è ancora “semplicemente un altro rospo” da ingoiare, e non si capirebbe perché proprio quello no… (E sì che hanno accettato di ingoiarne un bel po’, eh?).
Ma poi, questa storia sostanzialmente eversiva (lo scrivo in modo più chiaro e inequivoco: EVERSIVA) della piattaforma Rousseau, per la quale anche dopo epiche maratone, discussioni, documenti e rospi, e mattarelli, e bizze, e ricatti, e cinque punti irrinunciabili, poi dieci, venti, ma sì, abbondiamo, ecco: dopo tutta ‘sta fatica i balordi a 5 Stelle sottopongono l’accordo alla manciata di iscritti? Se non fosse la certezza che il voto su Rousseau è ampiamente manipolato da Casaleggio, sarebbe da metterli in galera.
In tutto questo abbiamo almeno appurato alcuni punti:
- Mattarella ha pazienza, ma non infinita. Si è mosso come ha potuto, gli spazi erano strettissimi, a lui il mio ringraziamento in attesa di capire chi sarà il prossimo Capo dello Stato;
- Salvini è uno dei tanti, nella storia della Repubblica, che prima ha vinto il primo premio della lotteria poi ha perso il biglietto; bullo sì, aquila no. Attenzione però, a chi lo irride oggi; aquila no ma avvoltoio sì e il calo di consensi (certificato peraltro dai soliti sondaggi) potrà risalire in un battibaleno. Anzi: faccio una profezia hicrhodusiana: se l’accordo PD-M5S alla fine si farà, Salvini recupererà alla grandissima;
- Di Maio ha dimostrato una cosa facile facile, una di quelle cose che solo stupidi e grillini non sono in grado di capire: senza cultura politica, senza competenze, senz’arte né parte, senza spessore morale né mente particolarmente brillante, si fa la figura dei peracottari, e stiamo assistendo al suo declino (oddio, questi sono così stupidi che semmai riesce a sopravvivere al suo stesso disastro);
- Zingaretti; come accennato sopra, di rospo in rospo ha mangiato quasi tutto il rospaio e ha decretato la sua fine politica, il che potrebbe non essere un male per il PD se non fosse che sta decretando (siglando l’accordo coi pentadementi) anche la fine della sinistra riformista e di un’opposizione di un qualche spessore all’imminente governo fascista.
Per oggi è tutto.