L’opportunismo fragile di Di Maio

Senonché una volta che Di Maio ha incassato da Grillo la conferma dell’investitura ha subito cambiato spalla al suo fucile. Già Di Maio non controlla comunque i gruppi, in più egli è sempre stato la destra del movimento tant’è che si è lasciato letteralmente spolpare da Salvini perché condivideva quasi tutte le sue posizioni politiche […]. Sta di fatto che tutta l’area del Pd che aveva costruito, Cacciari in testa, la teoria secondo la quale il grillino è un “buon selvaggio” di estrema sinistra da acculturare e guidare da parte della superiore sapienza del gruppo dirigente del Pd, si trova invece di fronte a un selvaggio tutt’altro che buono, anzi a un cannibale, che tende ad azzannare, dopo averlo tramortito nel sonno, chi gli si avvicina troppo. Finora i piddini già ci hanno rimesso un braccio e una gamba, adesso sono a rischio gli altri due arti, ma anche la testa. (Fabrizio Cicchitto, sull’HuffPost del 2 dic 2019)