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Mentre a Roma si discute di presepi e sondaggi, a Londra…

bennCari lettori di Hic Rhodus, ovviamente stiamo seguendo con molta attenzione le vicende legate all’offensiva terroristica dell’Isis, al comporsi di alleanze più o meno “naturali” per combatterla, e alle tensioni che si accompagnano alle azioni militari russe, francesi, e ora britanniche. In questi giorni ha avuto una notevole risonanza il discorso tenuto al Parlamento inglese da Hilary Benn, “ministro-ombra” degli Esteri nell’opposizione laburista, che prima di votare a favore dell’intervento militare britannico in Siria ha spiegato il motivo per cui lui (insieme a diversi altri parlamentari laburisti) ha deciso di votare in contrasto con il suo leader di partito Jeremy Corbyn. Noi di Hic Rhodus pensiamo che, indipendentemente dall’opinione di ciascuno, un discorso come questo dimostri un livello di dibattito pubblico che purtroppo non trova riscontro nel nostro Paese, molto concentrato su temi che definiremmo di piccolo cabotaggio. Abbiamo quindi pensato di offrire ai nostri lettori la possibilità di leggerlo, in una versione leggermente abbreviata per ragioni di spazio e tradotta da noi.

Spesa pubblica: taglio o shampoo?

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A settembre crescono i tagli. Questa frutta di stagione è disponibile in due varietà, i tagli lineari e i tagli da spending review. La prima varietà è quella che si trova in tutti i mercatini, ed è semplicissima da produrre, costa praticamente nulla ai produttori e fa sempre il suo bell’effetto alla tavola dei mezzi di comunicazione. Ha il vantaggio poi di non poter essere assaggiato: dopo aver fatto mostra di sè al centrotavola, scompare, senza aver prodotto effetti. Misteriosamente, però, ingrassa lo stesso: la spesa pubblica aumenta di anno in anno.

I tagli da spending review sono invece rarissimi e costosissimi. Una squadra di esperti viene ingaggiata per analizzare a fondo tutti i paramentri necessari ad ottenere un prodotto di qualità, una cosa di gran gusto e classe, che non impatti l’ambiente con la produzione, elimini sprechi e alimenti in modo equilibrato e sano. Un prodotto di questa finezza è  apprezzabile da un pubblico di fini intenditori (la gran parte dei buongustai è un po’ rozza, e non comprende bene la fatica, l’esperienza, la competenza ed il tempo che ci vuole per ottenere questo frutto prezioso). Forse per questo, anche di tale varietà non si è mai visto un esemplare.

Cittadini di Internet: cosa vuol dire?

Qualche post fa, abbiamo parlato di Network Neutrality, osservando che la “neutralità” della Rete che fino a oggi è bene o male stata garantita, appare ora in pericolo almeno negli USA, dopo una controversa sentenza della Corte di Appello di Washington DC. Molti osservatori hanno manifestato serie preoccupazioni, in nome della “libertà della Rete” e del diritto dei suoi utenti ad accedere con pari facilità a qualsiasi sito e qualsiasi contenuto. Ma esiste un simile diritto? Allo stesso modo, qualche mese fa le rivelazioni sulle intrusioni delle agenzie di intelligence statunitensi nelle comunicazioni telefoniche e telematiche dei cittadini avevano provocato forti reazioni, incluso un appello di oltre 500 scrittori e artisti che chiedeva con forza “alle Nazioni Unite di riconoscere l’importanza centrale di proteggere i diritti civili nell’era digitale, e di creare una Carta  Internazionale dei Diritti Digitali”.

Esiste insomma un diffuso orientamento che considera gli utilizzatori di Internet portatori di diritti specifici, in analogia a quelli che competono ai cittadini di uno Stato moderno, e ne richiede la protezione e la tutela. Dall’altra parte, diverse iniziative dei Governi e di alcuni importanti centri di influenza tendono ad accentuare la regolamentazione e la vigilanza sulle attività in Rete, almeno nominalmente per combattere fenomeni come la pirateria, il furto di identità, la diffamazione, il trolling, l’apologia di comportamenti razzisti o sessisti (ai fini del nostro ragionamento poco importa se le proposte di legge che in genere vengono elaborate in questo senso risultano spesso contestabilissime e dimostrano una profonda incomprensione della materia di cui vorrebbero occuparsi; gli esempi in merito sono anche recentissimi).