Il ministro Cingolani accenna timidamente al nucleare e arriva l’atteso coro: “Giammai!”. Quando impareremo a discutere razionalmente nel merito delle politiche pubbliche, senza emotività e pregiudizi?

Il ministro Cingolani accenna timidamente al nucleare e arriva l’atteso coro: “Giammai!”. Quando impareremo a discutere razionalmente nel merito delle politiche pubbliche, senza emotività e pregiudizi?
Grillo propone un grande minestrone trasversale dove destra e sinistra, socialismo e liberalismo, non avrebbero più senso, mostrando con chiarezza la logica profonda (e sciocca) del populismo.
Per uscire dal buco in cui si sono cacciati, i protagonisti della crisi di governo propongono un patto scritto. Vi spieghiamo perché si tratta solo di una presa in giro.
Mi arrendo. Di fronte al dilagare dell’impolitica e dell’insipienza delle classi dirigenti, a cosa serve, ancora, cercare di imbastire un discorso politico?
D’Alema afferma che non c’è alternativa all’attuale governo. E il fatto che abbia ragione deve preoccuparci.
La fine del M5S dovrebbe essere la fine della politica approssimata, fatta a spanne senza competenze. “Dovrebbe”, perché non c’è nessuno a imparare questa lezione…
Pietro Garibaldi scrive un breve testo, composto ma incisivo, sul fallimento del reddito di cittadinanza. M il problema, come scrive lui stesso, è generale: è il modo italiano di affrontare, confusamente, i problemi.
Il fondamentale, capitale, irrinunciabile concetto di “responsabilità” applicato alla ricerca sociale e valutativa.
Piangiamo i morti e capiamo umanamente chi si prepara a vendicarli in tribunale. Ma le denunce non avranno esito positivo e i mille mali italiani (non solo in sanità) hanno bisogno d’altro.
Non c’è categoria che non lamenti di essere stata dimenticata dal governo. Per forza: questo accade perché mancano politiche strategiche e strutturali.
Parlare di azione pubblica, rinnovamento dello Stato, efficacia della politica e naturalmente, alla fine, di democrazia, è uno dei filoni tematici che vogliamo trattare qui su Hic Rhodus con un taglio che vuole essere razionale e argomentato, anziché umorale e assertivo. E non è una cosa bizzarra, non è demagogica, non è irrealizzabile se molteplici Paesi chiaramente più virtuosi adottano politiche più efficaci, corrono prima di noi ai ripari quando le cose non funzionano, spendono meglio il denaro pubblico indebitandosi di meno, garantiscono servizi veri ai cittadini e via discorrendo.
Uno dei modi conosciuti per far funzionare meglio la macchina pubblica è lo strumento della valutazione; molto meglio della buona volontà, molto ma molto meglio degli impegni politici e indiscutibilmente meglio della navigazione a vista che dice di sì a tutto e al contrario di tutto.