Potrei inaugurare la serie “Scusate lo sfogo”…
Potrei inaugurare la serie “Scusate lo sfogo”…
Terzo Polo morto fra le risate. Impegnarsi, quindi, entro uno dei due poli, di destra o di sinistra? Anche no, grazie.
L’ultima uscita di Elly Schlein è talmente stupida, che proprio non sono riuscito a trattenermi…
Leggo commenti usciti dal senno di esponenti PD, ma anche di Sinistra Italiana, secondo i quali ma sì, basta coll’inseguire il M5S che è solo una zavorra e non porta voti. Per carità, si fa politica, servono i voti per acquisire seggi, e seggi per avere una maggioranza e quindi governare, lo capisco. Ma mi piacerebbe leggere commenti tipo “Il M5S è un movimento populista, e quindi in sé proto-fascista, e noi non abbiamo nulla di che spartire”; oppure: “Conte ha lavato le mutande a Salvini, poi al PD, poi a Draghi finché non l’ha fatto cadere per eccesso di idiozia, noi con tali figuri non abbiamo nulla da spartire”; o anche: “Noi abbiamo una nostra identità [specificare quale], una nostra visione [precisare] e sappiamo sviluppare una strategia capace di attrarre i ceti [indicarne almeno uno]”. Cose così. Se no si rinuncia a Conte perché non porta voti e ci si butta nelle braccia del primo che capita sperando nello 0,1% in più. Se la politica è diventata questa, molto meglio una serie Netflix.
La decisione di Calenda di presentare, costruttivamente, una proposta a Meloni, ha fatto insorgere la sinistra organica. Che ancora una volta si sbaglia.
Di Maio inviato speciale europeo nei Paesi del Golfo? Stiamo scherzando, spero.
Le stupidaggini si fanno per caso? Nell’epoca dell’esibizionismo più volgare, mi vorreste dire che tutto questo chiasso è capitato senza volere?
Secondo Robert Nozick, l’avversione degli intellettuali “parolai” verso l’economia di mercato nasce dal traumatico passaggio dalla scuola al mondo esterno.
Stupefacente il penoso flirt che parte del PD cerca ancora di avere col M5S. E non si può sperare in un ravvedimento.
Chi più chi meno, i partiti che stiamo per votare hanno mutato idee, visione, programmi nel corso degli anni. Facciamo un ripasso, per non finire col votare partiti che crediamo essere chi non sono.
Scriviamo spesso di essere razionalisti, e auspichiamo una politica razionalista. E ora di spiegare questo concetto.
La proposta presidenzialista della destra è una pericolosa deriva populista e sottilmente eversiva. E per questo piace alla gente.
Il programma dei 5 Stelle, oltre alla fuffa populista e al ricorso alla spesa pubblica, ha un difetto esiziale: manca di una visione strutturale dei problemi, e propone solo piccoli interventi inutili e scollegati.
C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.
Una sinistra con poche idee lancia vecchi e logori slogan, non vedendo chi sia il vero nemico.