Buon successo PD alle amministrative, ma illudersi prematuramente di un nuovo vento politico in Italia, potrebbe essere un errore fatale.

Buon successo PD alle amministrative, ma illudersi prematuramente di un nuovo vento politico in Italia, potrebbe essere un errore fatale.
Crisi dei partiti, mancanza di visione, prepotenze crescenti da paesi massimalisti… Cos’è rimasto del concetto di “democrazia”?
“Non in mio nome” è uno slogan di moda. Un sempreverde, in realtà, che torna periodicamente in auge quando un certo tipo di persone, sconfitte sul piano politico (specie a sinistra) si ritrovano governate da […]
Quello che sta succedendo al PD è un fenomeno generalizzato: la scomparsa dei partiti del ‘900 e l’emergere di una politica liquida verso la quale, forse, non siamo del tutto preparati.
Anche se la consulta ha bocciato il referendum sull’art. 18, vale la pena chiedersi perché la CGIL l’abbia promosso.
Un’interessante riflessione di Galli della Loggia mi porta a tornare su un tema già trattato, quello delle differenze fra destra e sinistra politica e sul loro significato attuale.
La vicenda del sindaco di Roma Marino, oltre a quanto già scritto qui da Ottonieri mi fornisce una suggestione ulteriore che riguarda lo stato di salute generale della politica italiana e del popolo che da quella politica si fa rappresentare. Ho l’impressione che dopo tante, troppe disillusioni, la vicenda di Marino rappresenti un giro di boa, un punto di non ritorno che va molto al di là della vicenda specifica
Is political democracy, as it exists today, a viable form of government for the industrialized countries of Europe, North America, and Asia? (Trilateral Commission, The Crisis of Democracy, p. 2)
Nadia Urbinati mi ha indotto a leggere un vecchio saggio dal titolo La crisi della Democrazia (che potete scaricare integralmente QUI) prodotto 42 anni fa da un think tank noto come Commissione Trilaterale e scritto da tre autorevolissimi autori: Michel Crozier, uno dei più noti sociologi europei, Samuel Huntington, politologo americano già noto ai lettori di HR per il suo Scontro di civiltà di cui abbiamo discusso tempo fa e Joji Watanuki, sociologo nippo-americano. Il testo, oltre a uno sguardo prospettico pessimista sul futuro delle democrazie
O Captain! My Captain! rise up and hear the bells; Rise up-for you the flag is flung-for you the bugle trills; For you bouquets and ribbon’d wreaths-for you the shores a-crowding; For you they call, the swaying mass, their eager faces turning (Walt Whitman)
Sì, Renzi è un leader decisionista, arrembante, poco incline alla mediazione. Semplificare l’atteggiamento renziano come “berlusconiano”, “democristiano” o addirittura – come a chiare lettere denunciato dalla minoranza PD – “di destra” è inaccettabile e privo di qualunque consistenza logica, come ho scritto un po’ di tempo fa qui su HR; liquidare il suo atteggiamento come cesarismo dispotico, mera comunicazione senza costrutto, improvvisazione demagogica, può avere indubbiamente un fondamento, ma solo parziale, e non aiuta ad andare molto avanti nell’analisi. Ancora una volta per capire cosa accade occorre uno sguardo diverso e non ideologico,