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Oggi, come tutti sappiamo, è il giorno in cui vengono inventate e diffuse le più ingegnose e scherzose “bufale” che spesso, o perché ci crediamo o perché ci piacciono, contribuiamo…
Autore: ottonieri
Questo post non spiega cosa sono le Onde Gravitazionali
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I giornali, la TV, Internet in questi giorni offrono grande[…]
Alla fine del Governo Conte, tracciamo un bilancio
Proviamo a stilare un bilancio della stagione del Governo Conte, prima di mettere le mani al portafogli per pagarne il prezzo.
Le nostre sono tutte Bad Bank?
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Col difficile accordo tra il nostro Ministro dell’Economia Padoan e Margrethe Vestager, la Commissaria Europea alla Concorrenza, sembra finalmente chiusa la questione relativa alla fragilità del sistema bancario italiano. Per usare le…
La Sanità pubblica: il vero patrimonio da difendere
Perdonatemi se non mi accodo a qualcuno degli improcrastinabili dibattiti che intrattengono in questi giorni il popolo di Internet (ossia, in pratica, tutti noi), ma penso sia necessario dedicare un po’ d’attenzione, la mia e […]
Ma davvero giornalista e sciacallo sono per forza sinonimi?
Ci sembra che il giornalismo italiano spesso sia tutt’altro che giornalismo. E’ davvero inevitabile?
Digital Citizenship: una rivoluzione possibile
Da utenti a cittadini di Internet: un percorso possibile? Chi e come potrebbe creare una vera “Repubblica di Internet”?
Perché la nuova “moneta” di Facebook può significare una rivoluzione
L’annuncio della nuova “moneta” di Facebook porta con sé promesse e preoccupazioni.
I MiniBOT e la furbizia del fesso
Nello scintillante mondo della politica italiana, tra un ultimatum del Presidente del Consiglio che tutti hanno ignorato, una polemica sulle letterine della Commissione Europea che si permette di sottolineare che l’Italia sta allegramente sforando i […]
Fiat-Chrysler, Renault e gli zecchini di Pinocchio
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“Avaaz raccoglie prove, formula l’accusa, presenta la sua richiesta e Facebook valuta la richiesta, esamina le prove e condanna al sempiterno oblio 23 pagine, con 2 milioni e mezzo di follower e 2,44 milioni di interazioni solo negli ultimi tre mesi. L’accusa è quella di inquinamento delle elezioni politiche alle porte. Il Tribunale, teatro del processo surreale, è il nuovo Tribunale della verità al quale abbiamo spalancato le porte quasi senza accorgersene.” (Guido Scorza, Facebook chiude 23 pagine di fake news. Questa è la morte della democrazia, “il Fatto Quotidiano”, 14 maggio 2019).
Morte della democrazia!, scrive Scorza. Perché, secondo lui, «Il processo che si è appena celebrato non ha nessuna delle garanzie attorno alle quali abbiamo costruito le nostre democrazie, non è un giusto processo, non è un processo terzo, non è un processo celebrato in nome della legge e, soprattutto, non è un processo celebrato dalle Autorità competenti».
C’è da chiedersi, onestamente, se Scorza abbia mai visitato uno spazio gestito da grande azienda (non grande come Facebook, intendiamoci), ma se non gli fosse capitato posso raccontargli io come funziona. Di solito, c’è del personale di vigilanza privata che controlla un documento di identità, e a volte c’è anche un rivelatore di metalli per impedire che vengano introdotte armi. Se qualcosa non quadra, viene negato l’accesso, o si viene accompagnati fuori.
Anche in posti come i grandi centri commerciali esiste una vigilanza privata, che è lì per prevenire reati e allontanare eventuali disturbatori (o peggio). Se qualcuno si comporta in modo inaccettabile (non c’è bisogno di rubare), chi ha la responsabilità di garantire la fruibilità di quegli spazi da parte di tutti lo mette alla porta.
E la democrazia? Come, qualcuno che non è “un’Autorità competente” si permette di controllare un documento d’identità? E magari, se si disturba il prossimo, lo si insulta e minaccia, si urlano slogan ingiuriosi, questo qualcuno accompagna l’ospite non gradito alla porta? Eh, già, accade proprio questo: senza “un giusto processo”, addirittura. Perché chi gestisce quegli spazi sa che essi ospitano molte persone che hanno la legittima aspettativa di non essere insultate, molestate o sottoposte a indottrinamenti; e perché visitare quegli spazi e usarli per scopi propri e incompatibili con le regole fissate da chi li gestisce non è un diritto costituzionale. I processi e la democrazia, ci perdoni Scorza, non c’entrano un tubo; c’entra invece la libertà, ma la libertà di frequentare per libera scelta spazi privati di interazione e comunicazione con gli altri senza essere presi di mira da autentici “delinquenti” digitali. Ed è proprio contro questa libertà sostanziale che si schiera chi, in nome di una falsa ideologia da “vietato vietare”, fa finta di proteggere la “democrazia”, proteggendo in realtà i manipolatori e i diffamatori e lasciandoli “lavorare” in pace a danno appunto della democrazia. Scorza mi ricorda il vecchio sketch di Totò in cui, preso a ceffoni da un passante, ridacchia senza reagire, chiedendosi tra sé “chissà questo dove vuole arrivare…”.
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Invitiamo a leggere le proposte del Forum Disuguaglianze Diversità, una piattaforma di sinistra radicale ma “contemporanea” e seria.
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La Direttiva europea sul copyright rischia di creare più distorsioni di quante ne possa risolvere.
