Nel ventennio mussoliniano molti intellettuali furono fascisti. Togliere le targhe commemorative dalle strade? È questa la strada giusta o è meglio ricordare il bene e anche il male?

Nel ventennio mussoliniano molti intellettuali furono fascisti. Togliere le targhe commemorative dalle strade? È questa la strada giusta o è meglio ricordare il bene e anche il male?
Le uscite di Attilio Fontana sulla “razza” non sono tanto e solo xenofobe ma esclusive, ristrette, particolaristiche; vale a dire: molto italiane.
Il lento declino italiano, fatto di deresponsabilizzazione, ignoranza della propria storia, convivenza civile a rischio.
Il disastro italiano, le macchine in doppia fila e le cacche dei cani sono colpa della gente. Ma, chi è, esattamente, “la gente”?
Basta lacrime di coccodrillo. Siamo un paese di terremoti e inondazioni e frane e incendi. È evidente che ci va bene così, che non desideriamo prevenzione e vogliamo continuare a fare quello che ci pare.
Piccolissimi abusi. Furbizie di poco conto. Poi, in un crescendo dapprima impercettibile, veri reati. Perché semplicemente scivoliamo nell’amoralità, giustificandola pienamente.
Un’antropologia italica è destinata a inanellare occasioni sbagliate, politica scadente, sprechi. Ma la colpa non è, sempre “degli altri”… (Con la Mappa 26 sull’Antropologia italica).
In Italia un popolo confuso e senza leader. Il popolo involgarito e spazientito è incapace di costruirsi la leadership necessaria. D’altra parte i leader disponibili non sembrano all’altezza delle sfide urgenti per l’Italia. Soli si stagliano, fragili e discutibili, Berlusconi e Renzi…
L’Italia sembra aver imboccato la strada che riporta alla Prima Repubblica, a quegli anni Settanta che alcuni ricordano come un’epoca d’oro, e invece…
Nel disastro politico italiano solo i movimenti populisti godono di buona salute trascinando il Paese verso il nulla. Sarà perché non siamo capaci di creare un’autentica alternativa?
La morte di Emmanuel a Fermo ha scosso un po’ più del solito la coscienza di molti italiani ma non preoccupatevi, passerà presto. Siamo tutti razionalmente consapevoli che in una società sempre più aperta occorre imparare a convivere, ma grattando un pochino sotto la patina politicamente corretta della nostra rappresentazione ufficiale del mondo, beh, diciamolo… non siamo razzisti ma non vogliamo mica mescolarci troppo!
Se n’è già parlato sui giornali ma vale la pena approfondire; ne abbiamo anche già ripetutamente trattato su Hic Rhodus ma repetita iuvant e il caso è troppo clamoroso per non proporre almeno una sottolineatura. Mi riferisco agli assenteisti di Sanremo (quasi la metà degli impiegati comunali) che andavano a spasso (o a vogare) segnandosi gli straordinari, che facevano marcare il cartellino ai colleghi e via di questo passo. Al di là degli aspetti morali e penali di questi comportamenti la cosa che colpisce è che sui profili social di molti di questi truffatori dello Stato (e quindi di tutti e ciascuno di noi) c’erano commenti indignatissimi sulle brutture della politica, stati Facebook arrabbiatissimi per i politici ladri, mascalzoni, corrotti e truffatori, battute lapidarie sulla casta, anzi, scusate: LA CASTAAA!!!
Nel grande feuilleton dello sfascio romano si è inserito, quasi una piccola storia dentro la storia principale, l’invito-provocazione di Alessandro Gassman a darsi da fare e ripulire la città. L’attore ha lanciato l’iniziativa via Twitter con l’ashtag #Romasonoio e subito – ovviamente – il mondo si è diviso fra politici, attori, VIP assortiti che hanno apprezzato e aderito (a parole) e altrettanti che al grido di “pago le tasse, a pulire ci pensino le Istituzioni” hanno espresso il loro dissenso.
Non i filosofi, ma i taglialegna e i collezionisti di francobolli compongono l’ossatura della società (A. Huxley, Il mondo nuovo)
Gianluca Bonanno è un Europarlamentare leghista che periodicamente balza agli onori della cronaca per istrionismo di cattivo gusto, omofobia, razzismo, protervie e stravaganze. L’ultima performance l’ha visto dichiarare che i Rom sono la feccia della società fra metà studio del talk show (Piazzapulita) che applaudiva e il povero Fassina che cercava di protestare. Sui giornali molti corsivi e commenti sdegnati (per esempio questo arrabbiato di Deborah Dirani o questo erudito di Gianfranco Mascia) che dicono cose giustissime sul fatto che è stupido – prima ancora che sbagliato – essere razzisti e altre cose analoghe e ovvie. Che secondo me non c’entrano il punto che è un altro (fermo restando che sì, essere razzisti è stupido e sbagliato e a me Bonanno ha dato fastidio).
(mala ‘ndrina : cattiva famiglia)
Si parla in questi giorni di mafia a Roma. In Italia si ha la cattiva abitudine di generalizzare e di applicare etichette più a livello di “suona bene” mediatico che di appropriata definizione di un fenomeno. In questo caso di “mafia” ce n’è pochina. Criminalità certamente, ma criminalità di bassa lega assurta a “colletto bianco” per l’infimo livello civile e morale del contesto politico di riferimento. Non vorrei apparire un favoreggiatore esterno, ma gli uomini di ‘ndrangheta che ho conosciuto io a quei politici li possono guardare dall’alto in basso. C’è un solo punto in comune (o in Comune!) con questo caso ed è che anche questi squallidi criminali disponevano in modo totale dei sodali politici.