I 5 stelle non sono diversi da Salvini ma semplicemente un’altra faccia della stessa medaglia.

Roberto Giachetti, No caro Franceschini, tra Pd e M5s non ci possono essere intese, il "Foglio", 23 lug 2019.

Sarebbe interessante sapere quando la Zagrebelsky Associati organizzerà girotondi attorno al Parlamento per denunciare gli orrori costituzionali generati da una maggioranza di governo nata anche grazie al contribuito generoso offerto alla causa dai famigerati costituzionalisti antifascisti

Claudio Cerasa, Perché guardare con ottimismo ai prossimi mesi osceni di governo populista, "Il Foglio", 15 lug 2019.

In punto di diritto ha ragione Carola, l’ormai mitica comandante della SeaWatch che cerca di sbarcare i suoi migranti, e torto marcio l’Italia del Truce (un breve compendio giuridico sul caso lo trovate QUI). In punto di diritto. Ma dovrebbe essere chiaro a tutti che questo non è affatto il punto specifico della questione, che invece è totalmente, assolutamente, direi “semplicemente” politico, nel suo vile significato contemporaneo di propagandistico, elettoralistico, e poco più (così è oggi la politica). Carola fa infiammare i cuori dei buonisti di sinistra, mentre il Truce fa ribollire le pance dei cattivisti che lo acclamano (lo spiega benissimo Roberto Arditti QUI). Punto. Questo ha effetti negativi micidiali, poco considerati dai più: 1) la Sea Watch è parte del problema dei migranti ma non è il problema dei migranti, che così resta vago, lontano, irresoluto; 2) stiamo polarizzando il dibattito verso punti di non ritorno basati sulla fuffa, sull’ideologia, sull’appartenenza: che bello acclamare “la Capitana” se si è di sinistra; e poi? Che bello sbeffeggiare Carola se si è di destra; e poi? 3) tutto questo, comunque, ha riflessi generali, per esempio sul nostro (irrilevante) ruolo europeo, dove ci vedono battere i pugni per questioni meschine, e mancare ai tavoli dove l’eventuale soluzione al problema è all’ordine del giorno.

Visti i risultati miserrimi alle elezioni, specie le ultime europee, CasaPound decide di chiudere la fase partitica-elettorale e tornare alle origini movimentiste (fonte). Per carità, più pericolosi di prima, eh? Perché farsi partito significava istituzionalizzarsi un pochino mentre, come movimento… chi sono? cosa fanno? come? Ma soprattutto: per chi? Comunque il punto è la constatazione: hanno fatto una scelta elettorale, è andata malissimo, ci hanno riflettuto e prendono un’altra strada. Ora: so bene che i consigli non richiesti sono decisamente fastidiosi, ma mi chiedo: le pluridecennali sconfitte a sinistra, da parte di movimentini, gruppuscoli, partiti ectoplasmatici, come mai non insegna nulla? Immaginare Ferrero – per dirne uno – che dichiara che basta, alle elezioni non si batte un chiodo e si dedicano alla pratica sociale, culturale, allo “stare” con la gente e fra la gente per seminare coscienza, consapevolezza, senso civico, senza pretendere di candidarsi a non si sa che e prendere il virgola percento… ma non sarebbe un grande gesto? Invece no. Potenza del pensiero leninista. E sua miseria.