L’Occidente è alle strette con la seconda ondata di virus. L’Oriente no. Perché? Una riflessione sulla crisi della democrazia occidentale.

L’Occidente è alle strette con la seconda ondata di virus. L’Oriente no. Perché? Una riflessione sulla crisi della democrazia occidentale.
Conte esce vittorioso dal vertice europeo sul Recovery Fund. Ma anche Rutte e i “frugali”. Ne esce ammaccata l’idea di Europa ma, specialmente, ora dobbiamo dimostrare di esserci meritati quei soldi.
Non c’è categoria che non lamenti di essere stata dimenticata dal governo. Per forza: questo accade perché mancano politiche strategiche e strutturali.
La scelta del governo di restare a metà strada, e limitare i danni di qui e di là, forse è quella giusta o forse no. Non lo sappiamo. Non avremo mai la controprova. Soprattutto, al contrario del virus, la posizione di Conte è lose-lose: o perde o perde. Se tiene chiuso si addosseranno a lui le colpe dell’impoverimento, se riapre gli si addosseranno quelle dell’ecatombe. Li abbiamo visti, in questi mesi, quelli arrabbiati col mondo perché si doveva sbarrare, poi arrabbiati perché si doveva serrare, poi di nuovo arrabbiati perché si era serrato fin troppo. Le indecisioni e gli errori dell’esecutivo sono lì da vedere, ma dipendono più di un po’ dal facile, volatile e digrignante atteggiamento del resto del Paese. Ma se ci mettessimo nella zucca una volta per tutte che stavolta non andrà bene, andrà comunque male, aiuteremmo chi deve prendere decisioni a prenderne, e di precise, anche se dolorose. E aiuteremmo noi stessi ad affrontarle e a sopportarle. È tutto quanto di cui abbiamo bisogno. (Mattia Feltri, “HuffPost”, 28 apr 2020)
Tedeschi? Cattivi! Olandesi? Pessimi! Italiani? Inaffidabili! Se continuiamo così non andremo da nessuna parte e ripeteremo, crisi dopo crisi, gli stessi ruoli prevedibili, come in un film scadente.
L’avversione al Mes appare sorprendente per un paese come l’Italia, che non ha mai fatto ricorso al Meccanismo. Al contrario, i paesi che hanno ricevuto prestiti dal Mes, come la Spagna, il Portogallo, la Grecia, l’Irlanda e Cipro, sono a favore della riforma del Mes discussa nel corso del 2018-19 (tuttora sospesa per il veto dell’Italia) e dell’istituzione di una nuova linea di credito sanitaria, che verrà discussa in occasione del Consiglio europeo del 23 Aprile. A meno di ritenere che questi paesi siano affetti da una sorta di sindrome di Stoccolma, che li rende psicologicamente dipendenti dai loro creditori, è il caso di capire meglio come mai chi ha avuto l’esperienza concreta del Mes non condivide la posizione negativa dell’Italia. (Lorenzo Bini Smaghi, Il Foglio del 22 apr 2020)
Amazon che assume 175 mila dipendenti è l’immagine simbolica dei vincitori [nella pandemia]. In un mese il suo titolo in Borsa è salito del 35 per cento ed è stato il mese peggiore degli ultimi dieci anni sui mercati azionari. Jeff Bezos ha guadagnato 24 miliardi dall’inizio dell’anno. Zoom è cresciuta del 30 per cento e il fondatore Eric Yan ha raddoppiato il suo patrimonio che ammonta a 7,4 miliardi di dollari; Equinix, Citrix, le imprese specializzate in connessioni internet hanno partecipato al ricco banchetto che ha rimpinzato sia pure in modo diverso tutte le compagnie di software non solo americane (il valore della tedesca Sap è cresciuto in un mese del 19,42 per cento), per non parlare dei giganti come Apple, Facebook, Alphabet. La clausura all’insegna del digitale ha dato una spinta ulteriore a processi già in corso ed è proprio la caratteristica, secondo l’Economist, della presente congiuntura a differenza da altre recessioni. Il capitalismo aveva messo in moto processi economici e sociali che il coronavirus non ha represso, anzi sta accelerando, al contrario da quel che ripetono i profeti del declinismo. (Stefano Cingolani su il Foglio del 19 apr 2020)
La paura, l’innato istinto verso la sopravvivenza, i canti dai balconi come forma rituale… Il coronavirus visto dalla psicoanalisi junghiana.
Le notizie dalla Cina mostrano da un po’ di giorni un’inversione di tendenza, il superamento del picco, l’efficacia del contenimento e delle pesantissime misure adottate dal governo della Repubblica Popolare. Ben lontani dall’avere superato la crisi, ovviamente, i cinesi hanno comunque dimostrato un alto grado di ubbidienza alle autorità, disciplina e pazienza, doti nate certamente nella difficile storia di quel Paese e affinate negli anni terribili di Mao. Oggi i cinesi imprendono, viaggiano, fanno un sacco di belle cose, ma quando il Governo, o il Partito, stringono la mordacchia, i cinesi sanno che occorre tacere, chinare il capo e stare uniti. Non so come intendete definire il regime cinese; “dittatura” mi pare eccessivo, ma sia come volete, in ogni caso è senza ombra di dubbio un governo autoritario e massimalista. Ma per governare un miliardo e mezzo di persone e traghettarle dalla miseria al benessere diffuso in pochissimi decenni, forse, non c’erano molte alternative. Così come far superare la crisi del virus col minimo di vittime… In Italia invece siamo tutti iperdemocratici, amiamo la libertà, il bel vivere e il fare come cazzo ci pare, e abbiamo una classe dirigente di una levatura infima, come ha sottolineato pochi giorni fa Ottonieri su questo blog. Così, apprendiamo dalla stampa, il decreto Conte è un colabrodo, probabilmente è stato divulgato in anticipo per fargli un dispetto, i Prefetti non hanno indicazioni operative, molti cittadini hanno infranto e continuano a infrangere le regole della quarantena, a Roma la movida continua con allegria a diffondere il morbo, PERÒ, diamine, siamo in democrazia, e nessuno può dirci quello che dobbiamo fare. Viva la libertà! La conclusione è presto detta: indipendentemente dalla reale pericolosità del virus (da “è una frescaccia” fino a “moriremo tutti”) questo Paese starà ancora facendo i conti col virus e si leccherà le ferite quando la Cina starà già ripartendo alla grande. Il problema quindi si sposta: lasciamo pur stare quanto è grave questa volta; sappiamo comunque che la volta che lo sarà (questa, o la prossima) non avremo scampo.
Sta per nascere il governo dem-dem fra 5 Stelle (che viene così resuscitato) e PD (che viene così suicidato)
E’ crisi, è crisi! E’ crisi per tutti tranne che per Salvini, e gli scenari variano da brutti a tremendi…
Un’analisi chiara sui risultati elettorali di Alberto Baldissera.
Effettivamente questo post è piuttosto pessimista e sviluppa la seguente tesi: 1) la situazione italiana è nel complesso paludosa, malata e incapace di auto-emendarsi; 2) serve una cura da cavalli e, specialmente, una conduzione politica discontinua e di rottura; 3) se abbiamo sperato che Renzi incarnasse tale discontinuità dovremo fare i conti col gorgo che attira tutti nel Maelstrom, Renzi incluso; 4) se non remiamo tutti molto forte siamo fritti.