Addio opposizione

Come ben sanno i lettori, Hic Rhodus è sempre stato contrario al tentativo di dare vita a un nuovo governo. Abbiamo spiegato in lungo e in largo i perché fosse sommamente preferibile andare al voto (QUI, QUI e anche QUI). Questa sembrava essere la posizione iniziale di Zingaretti e la posizione dei renziani pre-crisi. Poi le cose sono andate diversamente; i “No” di Zingaretti sono stati frantumati, uno dopo l’altro, dalla perversa coalizione fra la stupidità prepolitica di Di Maio e le paure incrociate di tutti i dem, inclusi quelli che hanno fatto, a suo tempo, fuoco e fiamme contro qualunquissima idea di alleanza coi pentadementi (Bobo, Anna, che delusione profondissima…). La decisione miope, masochista, di andare ai colloqui coi grillini poteva poi essere gestita in diversi modi: bene, benino, male e malissimo e, ça va sans dire (in italiano: che te lo dico a fa’?) i dem hanno scelto la peggiore, mortificando in maniera irreparabile l’immagine politica di Zingaretti, che ha avuto la sua occasione per “fare l’omo de casa”, andare a vedere le carte ricattatorie dei renziani, costringere il morituro Di Maio all’angolo e avviarsi al governicchio giallo-rosino con qualche possibilità di restare in piedi. Invece no. Il peggio del peggio del peggio: ogni puntualizzazione, condizione, ipotesi negativa dichiarata dal fratello di Montalbano è stata ingoiata a furore di impuntature infantili di Gigino e di accorati appelli di confindustria, vescovi, padri nobili e capi di ogni e ciascuna corrente del PD. Ovviamente in nome del senso di responsabilità (che dal 14 dic 2010 provoca danni irreparabili).

A questo punto la cosa più probabile è che Giggino vinca le ultime impuntature, il Colle prenda atto che c’è una maggioranza e dia altri giorni per disegnare un programma, dove il teatrino or ora visto si ripeterà su TAV, vaccini, grandi opere, reddito di cittadinanza, sviluppo industriale e tutti, ma proprio tutti i temi, visto che a parte la pace nel mondo non ce n’è uno sul quale dem e dem (democratici e dementi) siano d’accordo. A furia di cedimenti dem e di qualche vaga concessione dem avremo il primo governo giallo-rosino sbiadito, direi cacca di piccione, e andranno a governare per…? sei mesi ce la faranno? Nove mesi? Non credo così tanto. O meglio: spero non così tanto, perché i dem sono stati resuscitati dall’idiozia dem e alzeranno la cresta, il prezzo, nella continuazione della loro profonda prepolitica anti-istituzionale ed eversiva, coi dem sempre più disperati a cercare di tamponare i disastri. Nel frattempo Salvini, malgrado la modestia politica, farà una campagna martellante contro l’inciucio, i traditori, le manovre antipopolari, e aspetterà con fiducia le prossime elezioni, che saranno entro il 2020. Lasciate stare i sondaggi che lo danno in calo, dovremmo fare un discorso sui sondaggi, qui, che ci farebbe perdere di vista il punto principale.

Il punto principale è il PD che scompare. Una volta franata rovinosamente l’alleanza cacca di piccione, nel PD ci sarà la furibonda resa dei conti; i renziani finalmente liberi, mentre nella residua ditta le colpe incrociate del disastro, oltre a seppellire definitivamente Zingaretti, spappoleranno quel che resta del partito. Voglio essere chiaro: io, nei decenni di vita trascorsa, ho votato più o meno ogni cosa non fosse di destra, a seconda dei momenti storici, dei programmi, delle situazioni. Da diversi anni non voto PD, ma il PD ha sempre avuto il mio rispetto in quanto unico rilevante partito riformista, di centrosinistra; “rispetto” significa che la sua inevitabile dissoluzione lascerà un vuoto pericolosissimo là dove ci si dovrebbe aspettare un’opposizione al fascistissimo Salvini e ai suoi alleati. Questa, poi, era la principale ragione della mia e nostra avversione a questo pastrocchio di governo dem-dem; l’alternativa avrebbe sì consegnato il Paese a Salvini – cosa che succederà comunque – ma avrebbe riunito le opposizioni; le avrebbe incoraggiate, mobilitate, avrebbe dato loro il tempo e il modo di organizzarsi. Così, invece, non succederà.

Purtroppo, e concludo, non si ha la diffusa percezione, prospettica, di ciò che accadrà in seguito alle azioni messe in campo oggi. Oggi si ha paura di Salvini; oggi si ha paura dell’aumento dell’IVA; oggi si ha paura della risposta dei mercati; oggi si ha paura. Lo capisco. Ma sono paure che riguardano oggi, e rispetto a ciascuna delle quali si potevano mettere in atto strategie, oppure accettare di accusare il colpo momentaneo. Ci si illude, così, di disinnescare la mina Salvini? Si crede veramente, così, di avviare un periodo di riforme intelligenti e utili? Veramente qualcuno crede – ma veramente – che sarà un governo di legislatura? Ma siete pazzi? E d’altra parte: sarà Calenda a salvarci? Il futuro partitino di Renzi – chiaramente inviso alla Ditta e alla Sinistra vera e pura? Sarà Fratoianni? Saranno Bersani e Gotor? Saranno i quattro gatti di +Europa? O un ennesimo minestrone ulivista fra tutti questi?

Non abbiate paura per l’oggi. Cominciate ad averla per domani.