L'accoglienza di Mattarella a Salvini è un magico colpo di genio “civile” di chi custodisce il naturale e reattivo sentimento democratico unito al necessario sarcasmo antifascista.
La crescita esponenziale delle bufale e dei falsi, anche giornalistici, pone una domanda drammatica sul futuro della comunicazione, politica e non solo.
Continuiamo a parlare di “Democrazia” come se fossimo nell’Atene di Pericle. Invece la modernità ha masticato e distrutto quel concetto ed è urgente costruirne uno nuovo.
Ci sono ragioni democratiche e liberali per dire “No” al velo integrale e a ciò che rappresenta. No al velo, no ai simboli religiosi divisivi, sì all’inclusione e all’uguaglianza in uno Stato laico.
Una riflessione che parte dagli stereotipi delle “donne dell’Est” di Paola Perego e arriva alla politica. Perché c’è un filo conduttore, che si chiama omologazione, e minaccia la nostra democrazia.
Inutile lamentarsi per Trump o per qualunque altro esito delle urne (dalla Brexit al ‘No’ al referendum). È la democrazia, bellezza, e accettarne le regole vuol dire accettarne i limiti, più che mai visibili all’epoca del dilagante populismo.
E’ indiscutibilmente un tema sul quale ci siamo intrattenuti molto in questi anni. Il M5S è populista? Gli italiani sono populisti? Il voto al referendum è stata un’espressione populista? Molto dipende da come viene definito […]
La post verità delle bufale conduce alla post democrazia del popolo omologato che preferisce la spettacolarizzazione del falso all’argomentazione politica.
“La sovranità appartiene al popolo”, dice la Costituzione. Ma non è poi così vero, e la storia mostra la continua e asimmetrica dialettica fra popolo e detentori del potere.
Una delle parole con le quali ci riempiamo la bocca, nei nostri commenti e nelle nostre dispute politiche, è ‘democrazia’. Siamo in democrazia; anzi, scusate: in Democrazia. La parola è diventata un’etichetta sulla quale si riflette poco, una parola di cui si dà per scontato il significato e che non si mette in discussione, non si tematizza, non si argomenta.