Temiamo Trump. Eppure, se vincerà, l’avrà fatto “democraticamente”, nella più grande democrazia del mondo. C’è qualcosa che non va…

Temiamo Trump. Eppure, se vincerà, l’avrà fatto “democraticamente”, nella più grande democrazia del mondo. C’è qualcosa che non va…
L’Occidente è alle strette con la seconda ondata di virus. L’Oriente no. Perché? Una riflessione sulla crisi della democrazia occidentale.
Un governo di inetti cerca di governare (si fa per dire) un paese di furbetti. Ne usciremo?
Crisi dei partiti, mancanza di visione, prepotenze crescenti da paesi massimalisti… Cos’è rimasto del concetto di “democrazia”?
Se gli USA sono la più grande democrazia del mondo, come hanno fatto a eleggere Trump (e probabilmente a rieleggerlo a novembre)?
Orbán passa indubbiamente il limite costituendo la prima enclave massimalista e autoritaria dell’Unione. Ma non c’è nulla da fare, e gramo sembra essere il destino delle democrazie occidentali. Che fare?
Se sgomberiamo il campo dalle fragili motivazioni morali, quali ragioni razionali ci sono per questo enorme sacrificio che stiamo compiendo contro il virus?
Si continua a straparlare, anche in margine alle risoluzioni per contrastare il virus, di libertà, con evidente riferimento a un concetto settecentesco e irreale. Quella libertà è morta, assieme alle democrazie occidentali, e il futuro prossimo venturo sarà molto diverso da come ve lo immaginate…
La crisi del coronavirus è un semplice test per la nostra democrazia. Spiace informarvi che non l’abbiamo superato.
E’ il populismo il vero e grande nemico della democrazia. Il populismo qualunquista dei 5 Stelle, quello fascistoide di Salvini ma anche quello stolido della sinistra. Che fare?
Tra le notizie di carattere medico che ogni tanto fanno capolino sui nostri quotidiani, non troverete temo facilmente citazioni dell’articolo The relationships between democratic experience, adult health, and cause-specific mortality in 170 countries between 1980 […]
I media, e lo dico senza alcun disprezzo, semmai con dispiacere, visto che sono da questa parte, sono davvero ormai un circuito chiuso funzionale solo a chi è fuori da una situazione. I media arrivano tutti insieme, circondano come gli indiani un piccolo frammento di storia, lo raccontano riducendolo in frammenti ancora più piccoli. E poi dal mondo esterno che legge, ascolta e si accapiglia sui significati, torna indietro una nuova ondata di segni e parole, che riorganizzano quei frammenti in nuove narrazioni. Dando vita a una meta discussione in cui ogni singola parte è vera, ma è anche già trasformata in altro. E questo altro sono le ossessioni politico-culturali del momento.
Lucia Annunziata, Il grande silenzio di Torre Maura, "HuffPost", 7 apr 2019
Considerazione telefonica fra Ottonieri e Bezzi: al di là della ridicolaggine dei protagonisti, al di là dei costi di questa uscita dell’UK, al di là di ogni considerazione contingente (di cui certo non si vuole ignorare l’importanza), quello che sta succedendo in Gran Bretagna è uno straordinario caso di studio per la salute delle democrazie occidentali nell’epoca della complessità globalizzata. La matassa di voto popolare (ingenuo e disinformato), nuovo voto richiesto e negato, forze parlamentari frantumate con maggioranze variabili e scoordinate, trattati da rispettare nella forma, interlocutori differenti e con motivazioni non lineari… Tutto questo sta minando il concetto di democrazia rappresentativa e l’ingenua fiducia (qualora esistesse ancora) sui meccanismi regolatori della decisione pubblica. Ecco un ulteriore motivo per osservare con grande attenzione quanto sta accadendo a Londra in queste ore.
Tutti i pericoli del voto elettronico, tanto celebrato dai populisti…
Per quanto possa essere sgradevole dirlo, sì: l’intelligenza (o la sua mancanza) influisce sul voto, sulla politica, sulla qualità della democrazia.