La costellazione dei no vax (che oltre a paranoici complottisti include anche molti opportunisti) indica un generale vulnus della democrazia: quello imputabile agli intolleranti che approfittano delle persone per bene.

La costellazione dei no vax (che oltre a paranoici complottisti include anche molti opportunisti) indica un generale vulnus della democrazia: quello imputabile agli intolleranti che approfittano delle persone per bene.
Dobbiamo fare i conti con l’enorme diffusa sofferenza psicologica e sociale. È necessario non per dovere morale, ma per intraprendere qualunque azione politica.
I violenti, i bulli, i vili e tutti gli infelici. Di chi è la colpa, se sono diventati così?
L’ignoranza è sempre eversiva, e mina alle basi qualunque progetto democratico.
Un ragazzino con le treccine blu non viene ammesso a scuola, a Scampia. Così l’omologazione repressiva batte l’educazione formativa.
Un amico di Foligno, docente, ha scritto su Facebook (e noi – col suo consenso – riproponiamo):
Il bullismo dilaga. Ma non nelle scuole, nella società intera. E invece di comprendere, ci scagliamo contro Serra? C’è qualcosa che non va…
Si sta discutendo una legge per inasprire le pene per apologia di fascismo. Sicuri che sia giusto? Un’opinione fastidiosa per coloro che pensano che reprimere le opinioni sia meglio che educare alla libertà.
La scrittura dell’italiano è diventata un disastro e gli errori sono ormai frequenti e clamorosi. Perché accade? Cosa può fare la scuola? Come rimediare?
Premesso che nelle mie email di lavoro a gruppi misti, di maschi e femmine, io scrivo di regola “Car* collegh*” (con gli asterischi) per evitare un linguaggio sessista e che, naturalmente, mi sforzo in diversi campi e in forme differenti di rispettare una minima parità di genere anche in forme più sostanziali, ciò premesso sono infastidito dalla corsa a un anti-sessismo estremista e, permettetemi, un po’ cretino.
Questo articolo è parte di un ciclo di tre in cui un gruppo qualificato di sociologi ci ha raccontato la sua visione dei problemi attuali e dei possibili sviluppi. I tre articoli sono così organizzati:
Se – come visto nell’articolo precedente – i nostri sociologi risultano piuttosto disincantati sulla realtà europea e i suoi destini, parlando d’Italia hanno manifestato tutti dei punti di vista abbastanza critici; tale atteggiamento critico poteva essere atteso, essendo probabilmente comune a tantissimi italiani, e diventano interessanti le ragioni di tale critica, le articolazioni del giudizio che si suddividono in poche e chiare dimensioni della quali la maggiore è – diciamo così – “antropologica”, legata al carattere degli italiani, alla loro etica, all’incapacità di sentirsi comunità assumendosene le responsabilità:
Tutti leggiamo sui giornali, o apprendiamo dai notiziari, della sofferenza causata, a scuola, da bullismo omofobo, con ragazzini/e che ha volte finiscono col suicidarsi. Bulli omofobi a scuola, bulli omofobi nella vita; è da qui che è giusto partire. A seguito quindi del programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, al quale l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni (UNAR) ha aderito, è stata elaborata la Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, che potete scaricare integralmente QUI.
Fra i concetti utilizzati in senso duplice, come bandiera e come ingiuria, quelli designati con un -ismo sono indubbiamente i più comuni. Se siete comunisti sarete fieri della vostra appartenenza e dovrete sopportare i dileggi degli anti-comunisti; se siete fieramente laici vi beccherete l’accusa di laicisti dai cattolici integralisti, intendendo con ciò qualcosa di negativo e sbagliato, l’esagerazione del concetto di laicità; e così i garantisti (eccessivamente tolleranti secondo coloro che vorrebbero tutti in galera), i giustizialisti (eccessivamente persecutori secondo coloro che non vorrebbero tutti in galera), i liberisti (eccessivamente fiduciosi nel libero mercato) e così via. Naturalmente il linguaggio è qualcosa di vivo e mutevole e non c’è una vera regola: il liberista non ritiene che questo aggettivo sia un insulto, ma se a me laico date del laicista sì, comprendo che volete diminuire e criticare la mia visione del mondo. Animalista è uno di questi termini un po’ ambigui: come femminista, comunista, e altri che fanno riferimento alla difesa di minoranze, o di parti sociali, è ritenuto termine neutro per chi ama gli animali e indicatore di una certa fanatica esagerazione da parte di chi non crede che agli animali si debba dare tutta questa attenzione. Ebbene, consapevole dei rischi che corro, mi dichiaro animalista anti-specista; ciò mi ha portato ad aderire a una dieta vegetariana; alla festa di San Firmino faccio il tifo per i tori; ho una pessima opinione dei cacciatori; credo che nei circhi non debbano esserci esibizioni di animali; e via discorrendo tutto l’armamentario tipico degli animalisti che voi lettori, a seconda della vostra visione del mondo, potete sostenere o irridere.
E adesso provo a spiegare la natura etica e filosofica dell’animalismo;
Guai postare un seno su Facebook, neppure di un’opera d’arte o il nudo artistico di una maternità. Adesso anche Google decide di applicare filtri pudibondi e la logica censoria sui social network è in preda a una discreta anarchia (bigottismo feroce su Facebook e libertà assoluta su Tumblr, che dispone di filtri applicabili a discrezione dell’utente); va bene. Ma possiamo parlarne? Possiamo parlarne nello stile HicRhodusiano?