A Scampia, Napoli (dico: Scampia, Napoli, non Brera, Milano…) un 13enne con le treccine blu non viene ammesso a scuola da una dirigente irremovibile, che si appella al regolamento, al Patto di corresponsabilità firmato da tutti i genitori e al fatto che da futuro avvocato, medico o bancario non potrebbe certo andare al lavoro con le treccine, quindi meglio che si educhi da subito.
Un vecchio sociologo come me, agghiacciato da tanta stolida fermezza, pensa subito al Foucault di Sorvegliare e punire, all’Althusser di Ideologia e apparati ideologici di stato, di Marcuse, Mitscherlich, per non parlare di Freire e infine di don Milani. Un vecchio sociologo come me pensa che la scuola è sì, certamente, anche quell’apparato ideologico che anziché educare “forma”, e conforma, e insegna l’omologazione; a scuola ci si comporta bene; non si copia; alzate la mano se sapete la risposta; fate i compiti; fate i bravi. Ecco, soprattutto fate i bravi, i bravi ometti che dovranno diventare i nostri medici, avvocati e bancari. Le treccine blu, vedete, non sono affatto una disubbidienza ai regolamenti della dirigente, ma sono qualcosa di molto più grave, che costei – più o meno consapevolmente – ha benissimo compreso: sono un segno. Le treccine blu non hanno altro significato che essere un segno: di identità, di diversità, di creatività, di differenza, di pensiero, e infine di cromatismo, certo, perché nessuno ha i capelli blu!
Impariamo così che il diverso va punito. Non andrà a scuola finché quelle treccine sfacciatamente blu non saranno eliminate. Il diverso si deve omologare, se vuole rientrare nella società come persona per bene e diventare un avvocato, un medico o un bancario.
Peccato, davvero peccato, che non ci sia più il servizio militare, che ci pensavano loro a rasare quell’eccentrico, a normalizzarlo, un-duè, un-duè, sarai mica un frocetto?
La disastrata scuola italiana, nel complesso miserrima come capacità formativa (parlo di competenze, i test PISA sono lì a dimostrare), continua a rappresentare un modello di conformazione. Regole. Ridicoli patti di corresponsabilità. Grazie a dirigenti sempre più burocrati e sempre meno supervisori di quegli educatori (gli insegnanti) mal pagati, mal formati, che solo con grandissimo sforzo e rischio personale possono fare ancora la differenza per i loro allievi. E se domani andassero loro, a scuola, con delle bellissime treccine blu?