Dopo la clamorosa definitiva sentenza di assoluzione di Kevin Spacey, uno dei migliori attori americani distrutto nella sua carriera e nella sua vita privata da accuse di molestia dimostratesi infondate, qualcuno incomincia ad accorgersi che la pratica di sbattere il mostro in prima pagina (vecchia di decine di anni), divenuta ora “lincia il mostro sui social media”, non solo è illiberale e antidemocratica, ma danneggia la causa delle vittime di abusi. Prima di tutto le donne che – qualche femminista inizia a capire – vedono il movimento MeToo fagocitato e tritato dalla macchina comunicativa perversa e afflittiva. Fra le diverse che sembrano essersi svegliate anche in Italia (Melandri sul Dubbio, Farinelli su la Repubblica) cito Angela Azzaro sull’HuffPost che scrive: “Il movimento femminista in Italia non è morto, tutt’altro. Ma bisogna riconoscere che la strada dei processi sommari, la logica del “mostro” da sbattere in prima pagina e linciare sulla piazza virtuale sono sbagliate e non ci aiutano.” Un po’ tardi per Spacey e i tanti denunciati – anche in Italia – con leggerezza massimalista, ma meglio tardi che mai.
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La “religione” del titolo di questa breve riflessione è quella della sinistra, del femminismo, dei diritti civili, di quello che vi pare, che vi rende così certi delle vostre (nostre? loro?) ragioni. Mi riferisco alla contestazione della ministra Roccella al salone del libro, dove invece di presentare il suo libro si è vista contestata da “femministe”, che non posso definire isteriche perché qualche buon lettore di Hic Rhodus non vede l’ora di definirmi sessista, che comunque hanno impedito alla ministra di parlare. Quelle donne urlatrici (il video è disturbante, nella pena che si prova per le contestatrici) non sono quelle che credono di essere: non sono donne nello svolgimento di un diritto politico, non sono avversarie che dibattono e argomentano (semmai da una posizione di minoranza, e se sei minoranza, come posso dire? cazzi tuoi, cerca di diventare maggioranza la prossima volta…), ma sono, semplicemente, delle egocentriche narcisiste rovinate dal bullismo dei social, nei quali hanno fatto tirocinio politico. Abbasso in generale la ministra Roccella, abbasso il governo di destra, ma dio ci scampi da queste oppositrici.
Ma perché non abbiamo il coraggio di dire che sono islamici?
Comunicazione di servizio: gli uomini non sono tutti stupratori. Ripeto: gli uomini non sono tutti stupratori.
Vivere con lo scandalo negli occhi
La polemica sulla statua della spigolatrice a Sapri non riguarda il sessismo ma, ancora una volta, il pensiero stereotipato.
Mi sono stancato di parlare di diritti gay e di parità di genere
Il dibattito sui diritti LGBT (analogamente a quello sui diritti delle donne) ha subito un’accelerazione impropria privata di prospettiva storica.
Senza tribù
Il mondo è diviso in tribù in feroce lotta una contro l’altra. Non appartenere ad alcuna tribù può davvero essere dura…
L’ideologia dei buoni e dei giusti (e delle buone e delle giuste) fa più danni della grandine
Rula Jebreal, invitata in TV come esperta di questione palestinese, rifiuta perché ci sono troppi maschi in trasmissione. Come fare danni a una giusta causa, accecate dall’ideologia.
La libertà pretesa coi divieti
“In galera per il reato di catcalling”; “In galera per le droghe”; “In galera, in galera!” L’invocazione della repressione per difendere delle pretese di libertà non appare contraddittorio ai nuovi paladini della giustizia, quelli che parlano politicamente corretto e che vogliono condannare i personaggi storici del passato?
Poche donne nel governo. Un indicatore di ingiustizia?
Ci sono poche donne nel Governo Draghi. Apriti cielo! Ma nessuno si indigna perché manca una rappresentanza di ragionieri umbri…
Siamo tutti -isti
Viviamo di contrapposizioni: renziani e antirenziani, carnivori e vegani, romanisti e laziali… Impossibile diversamente?
Il bullismo dei buoni e l’abolizione dei “ma”
Una donna molestata che denuncia il fatto… e viene rimproverata da chi si presume dovrebbe difenderla.
Fascismo femminista e l’omologazione dei giusti (pardon: delle giuste)
C’è anche un’omologazione dei buoni e del politicamente corretto. Una massificazione e un pensiero unico dei giusti. Un fascismo delle buone intenzioni. Il caso delle molestie.
Asia e le altre. Il difficile rapporto fra i sessi e il femminismo in bianco e nero
Asia Argento e le molestie sessuali; le opinioni sono diverse e confuse ma, specialmente, manichee e prive di spessore. Una deriva culturale potenzialmente pericolosa (con Mappa 27 sulla disuguaglianza di genere).
La mimosa è già sfiorita. L’errore “di genere” delle battaglie femministe
Un’analisi irrituale sulla condizione della donna e una critica, da donna a donne, su un’ideologia errata, quella che esaspera il discorso di genere.
Basta con le pseudofemministe a seno nudo
Questo post esce in ritardo rispetto all’episodio concreto che l’ha provocato perché abbiamo avuto argomenti più pressanti e importanti da commentare. Ma poiché fatti analoghi sono, ormai, stancamente ripetitivi, ieri o domani poco importa, ecco qua una critica di valore generale. L’episodio ispiratore è quello della performer Milo Moiré che l’8 Gennaio ha passeggiato nuda davanti alla cattedrale di Colonia per protesta contro i fatti di capodanno

