Aumentano gli articoli di giornale che propongono la tesi che la SuperLega di calcio sia un attacco alla Democrazia. Una balla insostenibile fondata su una sciocca fallacia logica.

Aumentano gli articoli di giornale che propongono la tesi che la SuperLega di calcio sia un attacco alla Democrazia. Una balla insostenibile fondata su una sciocca fallacia logica.
Il problema delle disuguaglianze stride col concetto di democrazia, e impone riflessioni attente alle quali far seguire soluzioni praticabili.
Un articolo su Nature testimonia che al mondo ci sono più “cose” (di plastica, d’acciaio, di cemento…) che esseri viventi. Ma continuiamo a produrre, produrre…
Mappa 31 – Il concetto di libertà e la necessità di declinarlo al plurale.
Qualcosa si sta muovendo fra i liberali, radicali, socialdemocratici desiderosi di opporsi all’omologante populismo che avanza?
Il bivio di fronte a noi conduce comunque a sofferenze e sacrifici. Quello che cambia è solo il finale.
L’Italia del Sud è piena di abitazioni incompiute. Perché? Ma, soprattutto: è davvero colpa del liberismo?
Ampia parte del pensiero di sinistra è ideologico e retorico. E inutile per l’obiettivo di cambiare il mondo che si pone.
Se i robot sostituiranno massicciamente il lavoro umano, come cambieranno le categorie economiche? Il concetto di “valore” avrà ancora senso? Quello di “mercato”?
Un nostro cortese lettore ci pone – via Twitter – questa curiosa domanda:
Chi è il mercato? A me sembra una domanda estremamente intelligente perché una risposta su cosa sia è di troppo facile e scontata risposta, facilmente rinvenibile ovunque.
Questo è il primo di una serie di tre articoli molto particolari; abbiamo chiesto a un gruppo abbastanza ampio di sociologi italiani (tutti piuttosto noti in ambito accademico e professionale) di rispondere a una serie di domande sull’Italia, l’Europa e il mondo: quali siano i problemi principali, quale la loro origine, quali le possibili soluzioni. I sociologi intervistati non sono tutti necessariamente esperti di geopolitica, di questioni europee, etc. (alcuni sì) e sono stati chiamati ad esprimere il loro parere in virtù dello sguardo particolare che i sociologi sanno dare alla complessità del mondo, ai movimenti, alle organizzazioni, al procedere evolutivo del nostro mondo complicato. Persone di cultura, in gran parte accademici, con l’occhio addestrato a cogliere elementi chiave per dare un’interpretazione (non necessariamente univoca) al caos attorno a noi.
La veloce mutazione dello scenario politico italiano mette in discussione le classiche categorie politiche del Novecento. All’epoca della Prima Repubblica avevamo destra reazionaria, cattolici, sparuti gruppi di liberali, socialisti e comunisti, con varie e complicate sfaccettature e sovrapposizioni, che potevamo, con qualche sforzo e adattamento, ricondurre a succedanei del pensiero liberale (per lo più in salsa cattolica) e socialdemocratico (in nuce, e più chiaramente distinguibile dopo Berlinguer). Poi Mani Pulite, il travaglio del sistema politico e l’avventura berlusconiana, sedicente liberale, durata complessivamente un ventennio. Oggi il berlusconismo è al tramonto e cercano di affermarsi il populismo di Grillo e il liberalsocialismo di Renzi (mi assumo la responsabilità di questa provvisoria definizione per il programma di Renzi). Mentre una fattispecie di socialdemocrazia sopravvive nel PD (anzi: molte fattispecie; troppe) mi chiedo dove siano finiti i liberali, semmai ve ne sia stato qualcuno in questi decenni. A mio avviso non ce n’è neppure uno in Forza Italia perché Berlusconi, come argomenterò qui, tutto è fuorché un liberale, e il berlusconismo ha ammazzato quel che c’era di liberalismo alle origini del movimento. Grillo rappresenta l’antitesi del pensiero liberale, e certamente non è nel M5S che troviamo i superstiti di questa nobile tradizione politica. Vuoi vedere che i sopravissuti si trovano proprio nel PD di Renzi?
Siccome predicava la fraternità ai conservatori e il rispetto delle leggi ai socialisti, i primi lo avevano preso a fucilate e gli altri avevano preparato la corda per impiccarlo. Gustave Flaubert, L’educazione sentimentale. Storia di un giovane
Potrei scommettere che tranne una minoranza di disaffezionati, ciascuno di voi ha un’idea precisa sulla sua collocazione, nell’arco politico, a destra oppure a sinistra. Ciascuno di voi; tranne chi si dichiara non di destra e non di sinistra più che altro per tattica politica. Sembriamo tutti molto innamorati di queste appartenenze e raramente le mettiamo in dubbio. Cosa che invece farò puntualmente in questo post dove cercherò di discutere: