Guida molto preliminare al concetto di libertà

Il quadro generale

Il tema delle libertà (mettiamo subito il plurale che è meglio) è sempre rimasto sotterraneo, di nicchia, ma ha riacquistato un certo peso sia in relazione alle misure di contenimento del Covid 19 che in relazione a fatti specifici che attraversano la nostra quotidianità nel terzo, sempre più controllato, millennio.

Come sempre, per discutere di un concetto va prima definito; se non preciso cosa intendo (in intensione e in estensione) con |libertà|, potrei non solo non essere chiaro, ma anche invadere molteplici concetti limitrofi e uscire dal seminato. Il concetto di ‘libertà’, così universale, così maturo da attraversare i secoli, così pregnante da essere stracolmo di martiri morti in suo nome, così invocato nelle religioni, nelle costituzioni, nelle più importanti filosofie e ideologie, questo concetto, dobbiamo dirlo subito, è uno dei più opachi, cangianti, confusi del nostro panorama filosofico, politologico, sociologico. Proprio per la natura ambigua della sua semantica, per l’uso fortemente ideologico al quale si espone, per il variare delle condizioni terze (vincoli e opportunità) che ne modificano gli elementi intensionali caratterizzanti.

È per questo che abbiamo subito esordito col plurale; un solo concetto di libertà può andare bene esclusivamente in maniera sintattica, generale, preliminare, ma poi quella sintassi si sostanzia in molteplici forme, e cangianti.

Per aiutare il navigatore a non arenarsi contro il primo scoglio, proviamo a fornire una mappa molto preliminare e limitata, utile solo per comprendere la complessità del tema.

L’asse orizzontale fa riferimento alla classica dicotomia di Berlin (vedi bibliografia) che, assieme a una – diciamo così – “terza”, esterna all’individuo, ci propone quattro casi esemplari (ma diversi sarebbero, ovviamente, scegliendo altri criteri).

In contesti poco normati, con vincoli sociali o fisici limitati, l’idea di libertà “negativa” (in  breve: assenza di interferenze) porta i sostenitori di questa concezione a pensare di avere il diritto di fare ciò che si vuole (quadrante in alto a sinistra). Un’idea di libertà onnipotente, egocentrica, in cui Ego può fare qualunque cosa non danneggi se stesso o gli altri per come stabilito (ovvero, nella misura in cui quei “danni” siano definiti in maniera esplicita); sull’altro quadrante, alto a destra, l’idea di libertà positiva (auto-dominio, potere sul proprio agire) porta Ego a rivendicare la propria indipendenza e libertà nella  consapevolezza delle cause e conseguenze del proprio agire.

Le cose mutano in contesti via via più vincolati: il libertario negativo cercherà di spingere in ogni spazio la propria libertà, rivendicando ogni diritto e contestando ogni vincolo, mentre sul lato positivo (quadrante basso a destra) farà premio l’assunzione del dovere e della responsabilità.

Semplificando molto, i quattro spazi sono così differentemente etichettabili.

Quello che vogliamo segnalare è comunque che i quattro quadranti – disegnati per necessità come reciprocamente separati – sono in realtà sovrapposti, mescolati, compresenti. In ogni momento storico, in ogni ambito e situazione, gli individui sono chiamati a confrontarsi con questioni attinenti il liberismo economico, il liberalismo etico, il libertarismo politico e il “confucianesimo” civico. Occorre segnalare – per evitare fraintendimenti – che qui non parliamo di liberalismo, libertarismo etc. nelle loro conseguenze politiche pratiche (l’esistenza, per esempio, di partiti e movimenti che si richiamano esplicitamente al liberalismo), e che il tema riguarda tutti, qualunque convinzione politica abbiano. Quella che fa premio, nelle definizioni qui proposte, è la radice comune nel concetto di ‘libertà’, che fa parte del pensiero liberale come socialista.

Comunque non esistono tipi ideali. I modelli economici non riguardano solo il liberismo, come le libertà personali non hanno a che fare con pulsioni libertarie e via discorrendo. In un mondo complesso ciascuna questione è la sintesi delle implicazioni di tutti e quattro i quadranti, e questo ci porta, tornando a Berlin, alla fondamentale questione del necessario pluralismo:

Credo che certi valori essenziali – afferma Berlin – che determinano la vita degli uomini non possano essere riconciliati o associati, non solo per delle ragioni pratiche, ma per principio, per ragioni concettuali. Nessuno può essere allo stesso tempo pianificatore meticoloso e completamente spontaneo. Non si possono tenere insieme completa libertà e completa uguaglianza, giustizia e indulgenza, sapere e felicità. Se tutto ciò è vero, l’idea di una soluzione perfetta per i problemi umani non può esistere. Il fatto non è tanto che una tale armonia sia difficile da realizzare, per qualche ragione pratica, ma piuttosto che è concettualmente incoerente. Le soluzioni utopiche sono incoerenti e inconcepibili – in effetti queste soluzioni vogliono conciliare l’inconciliabile -, un certo numero di valori umani non possono essere conciliati perché sono in conflitto; è la ragione per cui bisogna garantire la possibilità di scegliere (citato in fonte).

La libertà su Hic Rhodus

Termini ancora generali

Il liberismo

Il libertarismo

Il liberalismo

Il “confucianesimo” civico

Libertà fuori da Hic Rhodus

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Questa che avete appena letto è una delle nuove mappe di Hic Rhodus: “Mappa 31 – La libertà”. La mappa precedente, relativa a pensiero e linguaggio, la trovate QUI.