Questa è un’osservazione di pura logica e linguistica. Il Veneto si ribella al decreto Conte, giudicato “scientificamente sproporzionato”. Il Presidente Zaia, abituato a usare male le parole (ciò che fa pensare che all’origine sia condizionato da un pensare male generale), e con lui Bestie, lombardi in fuga e commentatori della domenica, devono capire che col termine ‘scienza’, qui, si intende “suffragato da dati incontrovertibili”. Nel caso della diffusione di un virus i dati sono solo probabilistici: evoluzione prevista del virus sulla base di osservazioni passate, alla luce di comportamenti sociali prevedibili, o solo ipotizzati. In particolare, come si vede in queste ore, il secondo elemento è solo prevedibile all’ingrosso e sotto diversi vincoli, sempre da aggiornare (questo fa sì che per i fisici e i biologi, intestati di una scienza passibile di previsioni, la sociologia non sia una scienza). Ciò premesso, una decisione politica deve prendere i dati che ha e, alla luce di una conoscenza antropologica dei propri polli (noi cittadini), decide e se ne assume le responsabilità. In alcuni casi può valere un principio di maggiore prudenza, di eccesso di cautela, perché andare poi a spiegare i morti ai superstiti può essere difficile. La politica non è mai scientifica, se si intende una sorta di fisica sociale. La politica è scelta e responsabilità, valutazione e decisione. E chi brandisce La Scienza (semmai sotto forma di un qualche Comitato tecnico di parte, di un “esperto” pagato…) per cercare di controbattere una posizione istituzionale non fa che pessima demagogia a danno della comunità.
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Da destra contro sinistra a populismo contro razionalismo – 1) destra e sinistra
La coppia concettuale ‘destra’ e ‘sinistra’ (politica) è pericolosamente fuorviante. In questo post (parte di un trittico) spieghiamo perché.
Panico
Nessuno può governare la complessità sociale a livello globale. Ciascuno di noi non può che attendere, impotente, ciò che accadrà, che sia un asteroide, un terrorista islamico o Rita Pavone al festival.
Che belle le sardine! Ma ora?
Piccola cronaca da chi ha partecipato alla manifestazione delle sardine ieri a Roma. E il quesito fondamentale: e ora?
L’informazione come rumore bianco che uccide la Democrazia
Troppa informazione, di cui non conosciamo la qualità, rende difficile, e forse impossibile, prendere decisioni razionali.
Sopraffatto
Avere vinto in Umbria ha avuto un effetto “onda” che continua a far salire i consensi a Salvini. Perché agli italiani non frega niente di politica ma piace chi vince.
L’invasione degli ultracorpi
Renzi rottama, vince, stravince! Tutti renziani.
Gentiloni, un altro stile, un gran signore, ottimo Gentiloni.
Salvini, un grande, mio Capitano!
Conte 2, uno statista, viva Conte!
(to be continued…)
Dare diritto di voto ai sedicenni? Piuttosto dovremmo toglierlo ai loro genitori
Voto ai sedicenni? O voto solo a chi è in grado di capire perché votare? Una proposta libertaria.
Voto ai 16enni? Anche NO. Per la serie “Una boiata al giorno”, per distrarre il popolo che si annoia, si sta blaterando di dare il voto ai 16enni, che se fossero quelli del primo Novecento si potrebbe anche discutere, mentre questi del nuovo millennio non sanno mettere due parole in fila e non sono informati su nulla, grazie a una scuola fallimentare e a genitori più bambocci di loro (eccezioni lodevoli a parte, quali i lettori di questo pregevole blog). Io faccio una modesta proposta alternativa: voto solo ai 40enni, purché lavorino e paghino le tasse, che abbiano fatto almeno un paio di viaggi all’estero, che sappiano italiano (lo Ius Culturae, cazzo!) e inglese e che manifestino espressamente il desiderio di partecipare attivamente alla vita politica iscrivendosi in apposite liste, previo superamento di un esame di educazione civica (qualche nozione di Costituzione, sapete, per non dire per esempio che “Conte non l’ha eletto nessuno”).
Micropolitica mandrakista
La politica del Novecento è morta e rende incerto il futuro della democrazia. Io mi do al mandrakismo, voi fate come credete…
Se lo spazio della politica è quello dei social, cos’è oggi la politica?
La democrazia all’epoca dei social non assomiglia più a quella del Novecento, ponendo domande inedite e preoccupazioni serie.
L’amavo troppo…
I mostri vivono fra noi. Siamo noi.
Dal punto di vista dell’assenza dell’analisi
Il senso comune, composto da trite e false banalità, è una barriera quasi insormontabile per il pensiero argomentato.
Sono un radicalscic, me ne vanto e so di avere ragione
C’è una reazione ai cosiddetti radical chic che pretendono di essere più intelligenti di leghisti e grillini. Mah… Io continuo a pretenderlo…
Non conviene essere bravi sindaci
Ohibò, non sembra esserci relazione fra essere efficienti come sindaci, ed essere rieletti. Meglio darsi poco da fare e urlare dall’opposizione?
