Panico

Chiediamoci: cosa può fare, ciascuno di noi, per evitare che un bullo mentalmente instabile e con un imponente arsenale atomico ammazzi un personaggio iraniano (lasciate perdere se se lo meritava o meno) scatenando una serie di reazioni a catena incontrollabili a un tiro di schioppo da casa nostra? 

Risposta: nulla di nulla. Non possono fare nulla i migliori politici, giornalisti, commentatori americani, ti pare che possiamo fare qualcosa noi, non solo europei mal sopportati, ma italiani che non ci cagano neppure di striscio, tanto più che abbiamo un bibitaro alla Farnesina?

Quindi: qualunque cosa accada, ce la possiamo solo guardare in TV e, se proprio ne sentiamo l’impellente bisogno, possiamo strepitare su Facebook, e semmai accapigliarci fra di noi.

E va bene, quella è geopolitica, politica internazionale, cosa volete farci…

Chiediamoci allora qualcosa di più accessibile: ma vi pare possibile che Rita Pavone vada a Sanremo e Rula Jebral no? Ora, premesso che – giuro – non so neppure chi sia questa Rula, poiché vedo una grande discussione in giro suppongo che sia un problema serio, che fa indignare, che segna – pur nel suo piccolo – un problema di democrazia, e via enumerando. E quindi – pur nel suo piccolo – potrebbe valere la pena fare qualcosa per ripristinare una qualche giusta giustizia. E cosa potremmo quindi fare?

Risposta: nulla di nulla. I meccanismi che presiedono le scelte degli ospiti di Sanremo, possono essere pilotati quanto vi pare, ed essere “ingiuste” sotto un qualche punto di vista, ma quei meccanismi, quelle regole, quelle persone, quelle organizzazioni sono inaccessibili alla nostra diretta volontà e azione. I più ottimisti fra voi potrebbero ora impegnarsi in una bella argomentazione su come si potrebbe e dovrebbe agire, come opinione pubblica, sollecitando i giusti politici che potrebbero condurre una moral suasion sugli organismi dirigenti della RAI, bla bla bla… Cazzate. A parte vedere la questione in modo differente fra noi cittadini, pochissimi hanno voglia e capacità per fare una qualunque pressione su politici (ma dai!) affinché si produca un effetto di un qualche genere… Su una questione così marginale, poi!

Quindi: qualunque cosa accada, accadrà indipendentemente da voi; se vorrete vedere Sanremo ve lo vedrete così come l’avranno confezionato; se volete boicottare Sanremo accomodatevi, non se ne accorgerà nessuno.

Dall’asteroide che prima o poi ci colpirà, fino alle buche da schivare mentre andate al lavoro, tutto accade senza che voi ci possiate fare nulla. Fra l’asteroide e le buche metteteci tutto: la Brexit, Putin, la Libia, gli immigrati, il reddito di cittadinanza, il revival nazista, l’ultimo film di Sorrentino, il clima, gli incendi in Australia, la programmazione di Netflix e ogni cosa che vi passa per la testa, incluse moltissime questioni spicciole, quotidiane e casalinghe (dalla caldaia che si rompe ai cugini che disturbano). Tenete presente, se già non l’avete fatto, che ogni “problema” ha delle conseguenze, delle retroazioni, dei collegamenti con altri, cosicché l’idea di essere immuni, per esempio, alla Brexit o a quanto accade in Libia è illusorio. Le conseguenze, piccole o grandi, avranno effetto anche su di noi. 

E non ci potremo fare assolutamente niente. 

E gli ultimi anni hanno mostrato che non conta “votare bene” (??), che poi succede tutto e il contrario di tutto indipendentemente dalle idee che avevamo al momento del voto.

La cosa paradossale è che non ci possono fare nulla neppure gli apparenti protagonisti. Non penserete che Trump abbia contezza del casino che ha scatenato, ne abbia previsto le conseguenze e sappia come farne fronte? O che BoJo, il traghettatore del Regno Unito fuori dall’Europa, sappia veramente cosa accadrà al suo paese, al suo partito, a lui stesso, in conseguenza a ciò? Ne avrà una certa idea, certo. Avrà scommesso su certe dinamiche, su alleanze sperate, contingenze ipotizzate, e se le cose – accidentalmente e non per merito suo – andranno bene o benino se ne prenderà i meriti, se andranno male – attenzione, questo è importante – ci saranno state talmente tante cause intervenienti, imprevedibili, imponderabili, con altri protagonisti, che potrà tranquillamente scaricare altrove le sue responsabilità, perfino con una qualche ragione. Anzi con molte ragioni: tale è la complessità sociale sempre più caotica e ingovernabile che sicuramente, certamente molteplici fattori imponderabili concorrono a far accadere qualunque cosa accada.

Nessuno potrà governare questa complessità, figurarci noi che la possiamo solo subire.

Queste cose che sto scrivendo, per esempio, non serviranno a voi lettori, non serviranno a me autore, salvo forse – per voi e per me – come sorta di autoconsolazione, come ripetizione un po’ senile di luoghi comuni, come fanno gli umarel osservando distrattamente i cantieri al lavoro. 

Due possibili conseguenze:

1) sediamoci ad aspettare l’asteroide; o il terrorismo islamico, la brexit, i nazi sotto casa, Rita Pavone a Sanremo, Fusaro, le mezze stagioni che non ci sono più, i pentadementi al governo, la sinistra che non c’è più, Bella Ciao che ci consola, Riace in mano alla Lega, la pizza con l’ananas e tutto il resto; nel frattempo passiamo il tempo come possiamo, stiamo con gli amici, facciamo l’amore, giochiamo a briscola, viaggiamo un po’, leggiamo un bel libro e anestetizziamoci con le serie tv;

oppure:

2) ragioniamo su un nuovo mondo, un nuovo modello di governo e di società, dove il problema ineliminabile della complessità sociale venga ridotto almeno nella sua (fondamentale) molteplicità di attori. Un modello “cinese”, oligarchico, verticista, razionalista, globalista, di visione lunga non avendo la necessità di conferme immediate da un’opinione pubblica ottusa; opinione pubblica libera di lavorare, di viaggiare, di costruire, di organizzare, di produrre, di cazzeggiare sui social, ma liberata dalla responsabilità di governare, una cosa assolutamente incompatibile con l’uomo-massa del XXI secolo.