Non conviene essere bravi sindaci

Quando, l’anno scorso, il centrosinistra perse il comune di Pisa, le prime dichiarazioni di Conti, Alleanza Nazionale, neo eletto sindaco del centrodestra, furono:

In Toscana ora la situazione è diversa, vira da altre parti dopo la gestione fallimentare del Pd.

Riguardo tale gestione fallimentare io non so nulla, ma se i cittadini hanno fatto questo cambiamento radicale, qualche ragione ci sarà stata. Eppure è uscita oggi un’interessante classifica dell’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano diretto da Carlo Cottarelli dove risulta che proprio Pisa, all’epoca del precedente sindaco (i dati sono del 2016) è stato in assoluto il comune più efficiente in Italia, almeno secondo i parametri, i metodi e gli indicatori scelti dall’Osservatorio. Non solo: Pisa stacca tutti, quasi doppiando la seconda città in classifica (Parma). 

Ora: chissà cos’avrà combinato il sindaco uscente, tanto da motivare il voltafaccia pisano. Non lo so e non ho voglia di indagare, ma mi è venuta qualche curiosità in merito a efficienza (secondo i dati dell’Osservatorio) e destino politico delle città italiane.

Questi i miei risultati (Nota: per i sindaci eletti giusto nel 2016 si è riportato il sindaco precedente, chiaramente autore – nel bene e nel male – delle condizioni considerate dall’Osservatorio):

Come vedete facilmente 9 comuni su 27 – di questo elenco dei comuni “virtuosi” – hanno cambiato bandiera (non ho considerato Parma, dove continua Pizzarotti sotto diversa sigla); solo tre hanno confermato la coalizione precedente (i rimanenti 14 non hanno avuto elezioni in questo intervallo di tempo, e se la vedranno, in gran parte, domenica). Non lo trovate curioso? Non dico sorprendente (vedremo poi) ma certamente interessante, non proprio aspettato…

Allora andiamo a vedere i comuni non virtuosi, quelli che l’Osservatorio di Cottarelli ha classificato come inefficienti:

Fra i comuni meno efficienti (o gravemente inefficienti) 13 (su 25) hanno cambiato coalizione, 9 hanno confermato e 3 se la vedranno a breve.

Per carità, non si possono fare comparazioni, calcolare percentuali o fare ardite acrobazie statistiche. Accontentiamoci dei dati così come sono per arrivare ad alcune, poche…

Conclusioni:

  • Gran parte dei comuni virtuosi 2016 che ha avuto elezioni nel periodo, era del centro-sinistra (tranne due, ma poiché uno è Parma, del sindaco Pizzarotti, ora schierato con PiùEuropa, potremmo dire “tutti tranne uno”) e tutti (incluso l’unico di centro-destra, con l’esclusione del già menzionato Pizzarotti) sono stati battuti e mandati a casa; dei comuni rimanenti – che non hanno avuto elezioni in questo intervallo e che in gran parte andranno a votare domenica – 10 sono (erano) del centro sinistra su 14, e scommetto un Euro che in gran parte saranno sconfitti.
  • Anche buona parte dei comuni non virtuosi con elezioni nel periodo era del centro-sinistra; di questi 16, solo 7 hanno cambiato colore, così come dei 6 all’epoca di centro-destra 4 hanno cambiato colore.

Non potendo fare analisi statistiche (non essendo sufficientemente solida la base numerica) né socio-politiche approfondite, e assumendo una sorta di clausola ceteris paribus, la conclusione è che importa poco se lavorate bene o male, e i cambiamenti di governo locale (frequentissimi) si sono basati su cause esterne, o ideologiche; e comunque, a conti fatti, se vi siete spezzate le reni per rendere efficiente il vostro Comune, probabilmente sarete puniti dall’elettorato, perché (immagino) non gli avete riparato le buche davanti a casa, il tram è arrivato in ritardo, e se siete poi dei pidioti non avete scampo.

Proprio a naso e azzardando moltissimo, il fatto che i Comuni inefficienti in maniera disastrosa (quelli in fondo al secondo elenco) abbiano in buona parte vista riconfermata la loro coalizione, mette più di un dubbio sulle ragioni che hanno indotto i bravi cittadini di Salerno, Taranto, Napoli, Catanzaro etc. a volere proprio quei sindaci.