Letta salverà il PD? Non lo crediamo. Intanto si spappola anche +Europa, confermando la crisi trasversale dei liberali, riformisti, moderati italiani.

Letta salverà il PD? Non lo crediamo. Intanto si spappola anche +Europa, confermando la crisi trasversale dei liberali, riformisti, moderati italiani.
Zingaretti scappa. Comunque finisca, il suo bilancio è pessimo e mostra di essere stato uno dei peggiori leader politici degli ultimi anni.
Grandi manovre nel M5S per nominare Conte capo politico. Certamente l’ometto giusto nel partitino giusto.
Al di là di cosa farà il governo Draghi, si è giù messo in moto un domino di effetti interessanti; il M5S in crisi, la destra spaccata, la sinistra costretta a inventare un pensiero.
Arriva Draghi. Non vi piace? Lo capisco, ma forse potevate pensarci prima…
Non ci sono vere ragioni politiche alla crisi di governo in atto. Il fatto è che non c’è nulla di politico, da anni, nel panorama italiano, ma solo un simulacro, una farsa.
Zingaretti tira un sospiro di sollievo, i 5 Stelle esultano per il referendum, la spallata non c’è stata e il governo durerà. Guardiamo però oltre la nebbia…
Risultati referendari ed elettorali. La democrazia avrebbe vinto?
Zingaretti e il PD. Di riformismo, di centro-sinistra, di liberalsocialismo, non c’è rimasto più nulla. Il nuovo partito populista di massa è nato lasciandosi alle spalle una voragine.
E’ tutto così assurdo. Si va di corsa verso la vittoria dei Sì, verso la perdita del governo di altre regioni, verso l’assenza di riforme, senza un’idea… Ma dove stiamo andando?
Il capo dell’opposizione, Nicola Zingaretti, dice finalmente a chiare lettere che in questo governo non funziona niente, ma proprio niente. Bene! Era ora. E adesso?
Con tutte le cautele del caso: i sondaggi testimoniano i tempi bui, buissimi, nei quali ci troviamo. All’orizzonte poche e tremule luci…
Sia chiaro: ho tirato anch’io un sospiro di sollievo vedendo i risultati in Emilia Romagna. Poi ho alzato lo sguardo e mi è tornata la depressione (un post non trionfalistico)
Mi voglio ricordare di Berlusconi, anche se ormai non è più in grado di nuocere e sono lontani i tempi delle leggi ad personam. Me ne voglio ricordare perché il male che ha fatto all’Italia non è consistito in singole azioni isolate, ma in un progetto di modifica strutturale della morale e della politica; il “berlusconismo” è stato il suo lascito: il viatico per le destre, il populismo, il leaderismo, la politica come spettacolo. Mi voglio ricordare anche di Grillo, anche se la sua parabola è in forte declino, e del suo compare Casaleggio, che al di là delle sciocchezze enormi, delle contraddizioni e della brevità, tutto sommato, della loro stella, hanno elevato il populismo a ragione di stato, il qualunquismo e l’ignoranza a condizione onorevole e il trasformismo a logica esplicita della quale non vergognarsi, regalandoci, per di più, quella catastrofe per l’Italia di nome Di Maio. E mi voglio ricordare anche di Zingaretti, che al culmine di una gravissima crisi di identità del PD si è ritagliato il ruolo storico di persona sbagliata nel momento sbagliato, eliminando definitivamente ogni possibilità a breve termine di avere un partito credibile, popolare, riformista in grado di battere le destre più pericolose di sempre. Me li voglio ricordare tutti, perché in maniere diverse costoro sono i campioni che hanno fatto questa Italia, in queste condizioni, senza obiettivi, senza programmi, in uno stato di permanente guerra fredda civile.
Zingaretti lancia una proposta di grande interesse sulla semplificazione amministrativa. L’idea è ottima, ma come pensa, Zingaretti, di realizzarla?