Ma quale popolo, ma quale partecipazione popolare…? Il mondo si regge su individui, possibilmente stupidi, e sul caos

L’autocritica (chi ci crede è un ingenuo) di Beppe Grillo al programma di Fazio, in cui si autoaccusa (ah ah – risata) di avere peggiorato il paese, di non avere capito nulla, di avere promosso individui impresentabili e una politica idiota, è un eclatante manifesto di alcune verità limpide e incontestabili: la moneta cattiva scaccia la buona; non c’è limite al peggio; il popolo, davvero davvero, è bue; il mondo è retto da una manciata di loschi figuri.

Se non sapete cosa ha detto Beppe Grillo:

“Ho peggiorato questo paese”. L’ammissione di Beppe Grillo nel suo ritorno in tv, “Il foglio”, 13 nov 2013 (mi sembra più completo, pur nella sua brevità);

Valter Vecellio, Sui pentimenti (veri o presunti) di Beppe Grillo: troppo tardi, il latte versato è imbevibile, “HuffPost”, 13 nov 2013 (meno chiaro nell’esporre gli argomenti di Grillo).

Non so se i lettori hanno la memoria corta solitamente attribuita al corpo elettorale italiano e, più in generale, al “popolo”; il M5S è quello che ha messo per alcuni anni al comando (in dicasteri delicati e strategici) gente senza arte né parte, che non sapeva parlare, non sapeva ragionare, non sapeva ovviamente governare e ha fatto danni consistenti alla nazione. Il M5S è quel movimento populista – e quindi intrinsecamente di destra – tatticamente schierato “a sinistra” (boh? Solo per questo è chiarissimo che ‘sinistra’ non significa più nulla) con lo scopo di sconcertare, scombinare, dirottare, affliggere qualunque vago pensiero possa sorgere nel PD (battaglia persa; nel PD non c’è più segnale di attività cerebrale da anni). Il M5S è quella banda di furbacchioni che ha fatto del voto di scambio l’unica politica praticabile (nel senso che non sanno fare altro, non sanno cosa sia politica, non capiscono cosa sia argomento, valutazione, negoziato, mediazione, analisi, proposta, programma…): tu voti me e io do il reddito di cittadinanza a te (il giocattolo si è rotto col governo Meloni, ma non rotto del tutto).

E adesso, dopo tutto il casino combinato, Grillo va da Fazio a fare autocritica? Ma dai! Delle due, una: o Grillo è un’idiota idealista, credeva veramente di fare grandi cose senza basi, senza preparazione, all’insegna del vaffanculo e dell’ingiuria degli avversari (in questo caso, davvero: un idiota); oppure: Grillo è stato un insipiente furbacchione, ha cavalcato l’onda, ha gestito il successo finché è durato, ha acquisito un enorme potere con la fuffa che piace al popolo, da lui ben conosciuto, uomo di palcoscenico scafato qual è. Io – senza prove – propendo per la seconda.

Lui spudorato manipolatore, affabulatore interessato, splendido narciso che ha goduto dell’idolatria di persone senza alcuno spessore, e per ciò miracolate, promosse a “statisti”   (è una citazione, così Grillo definì Di Maio nel momento di auge di quest’ultimo), decisionisti senza capacità.

Ma come diavolo ha fatto una persona che aizzava “il popolo” chiamando la Montalcini “vecchia puttana”, contrapponendole al massimo un Toninelli, ad avere questo successo?

Come diavolo avete fatto a votare quel suo progetto farlocco, insensato, vuoto di contenuti? Come è stato possibile, per gli italiani, votare Meloni, per i democratici votare Schlein, per gli americani votare Trump, eccetera eccetera, accumulando persone ambigue, quando non veri e propri banditi, o sciocche e prive di spessore, quando non decisamente stupide, al rango di decisori dei nostri destini? Gli israeliani hanno democraticamente votato quel bandito di Netanyahu, gli ungheresi quel losco figuro di Orbàn, i turchi quell’affamatore doppiogiochista di Erdogan, i sudamericani vanno avanti a berzellette populiste quando non platealmente fasciste, gli asiatici con satrapi militaristi, gli africani, salvo pochi casi, eleggono dittatori che siedono su scranni di ossa umane.

Tutto questo accade perché l’essere umano (io, voi…) non ha più alcuna presa sulla realtà. Il mondo non funziona più in conseguenza di decisioni “del popolo” (ammesso e non concesso che lo abbia mai fatto; certamente per alcuni decenni alcuni di noi lo hanno, evidentemente, creduto possibile). Il mondo non funziona affatto in seguito meccanico a decisioni di una ristretta élite (Musk, Soros…), come vorrebbero i complottisti. Magari fosse così: il popolo esasperato andrebbe in massa a Boca Chica, dove risiede Musk (uno degli uomini più pericolosi del momento) e regolerebbe i conti. Musk (e Soros, e Gates, Zuckerberg, Bezos…) comandano, e molto; decidono, e molto; ma seguono anche loro, sia pure da posizioni di estremo privilegio, il flusso combinato di miliardi di interazioni economiche, finanziarie, sociali e psicologiche che determinano, minuto per minuto, l’andamento stocastico del mondo. Poi un gruppo di tagliagole palestinesi fa un massacro e il loro antagonista israeliano si infogna in un ginepraio pazzesco; poi il governo italiano si impunta sul MES e ricatta mezza Europa; poi   Sanchez si accorda coi castigliani per sopravvivere politicamente e promette un’amnistia indecente, almeno secondo un bel po’ di spagnoli; poi questo e quello, giorno dopo giorno, sull’onda di un umore, di una passione, di un’idea bislacca creduta vera, di un vantaggio di posizione effimero, di un vantaggio presunto vero, e semmai annullato dalle mosse di un altro giocatore, che sta in un altro tavolo e che ha altri obiettivi. Giocatori schizofrenici, senza visione, senza coordinamento, senza futuro. 

E noi in loro balìa. 

E mi venite a dire del popolo? E mi venite a parlare di partecipazione? E mi venite a parlare di leader?