Abbiamo scoperto che se volete promuovere su Facebook un libro che ha nel titolo la parola “Democrazia”, semplicemente non potete.

Abbiamo scoperto che se volete promuovere su Facebook un libro che ha nel titolo la parola “Democrazia”, semplicemente non potete.
“Nel duemila… noi non mangeremo più ne’ bistecche, ne’ spaghetti col ragù” (Bruno Martino).
Mi si nota di più se cito Volter o Nice?
Come prendere coscienza che Facebook è il male, e intraprendere un percorso di riabilitazione. Ispirato a una storia vera.
L’ottimo paretiano della stupidità.
Se mai è esistita, oggi l’opinione pubblica è morta. E’ morta cioè la capacità e possibilità, per il popolo informato, di giudicare il ceto politico e l’efficacia delle azioni politiche.
Le distrazioni digitali minacciano le nostre capacità cognitive e creative: c’è chi ha ideato singolari soluzioni per contrastarle.
Facebook combatte le centrali di fake news, ma quanto efficacemente?
Lo diciamo da anni: è necessario creare una vera e propria cittadinanza digitale, con relativi diritti e doveri.
Telegram è solo l’ultimo di una lunga serie di capri espiatori individuati dai giornali tradizionali per giustificare la loro difficoltà.
C’ho un cugino su Feisbuk che m’ha detto che il figlio della sua vicina ha letto su Internet che ci tocca di morire! Pentitevi!
L’odio in Rete è un problema serio, ma le soluzioni tecniche, calate dall’alto, potrebbero essere inefficaci. Che fare?
L’idea di imporre per legge di controllare la carta d’identità quando si crea un account Social è tecnicamente sbagliata, ma le critiche ignorano che il problema che tenta di risolvere è reale.
Scappo da Facebook, diventato insopportabile luogo di omologazione.
Da utenti a cittadini di Internet: un percorso possibile? Chi e come potrebbe creare una vera “Repubblica di Internet”?