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Pensa con la tua testaaa!

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Da vecchio web-dipendente ho imparato che la maggior parte delle volte qualcuno si descrive come “di mente aperta, curioso” c’è un’alta probabilità che ti defollowi (da Twitter) o ti blocchi (da altri social) se mostri di pensarla diversamente da lui. Un altro chiaro indizio di omologazione è l’urlare agli altri “Sveglia! PENSATE CON LA VOSTRA TESTA!”. Quest’ultima esortazione mi infastidisce parecchio perché significa, ovviamente, “voi cretini che non capite nulla siete servi ottusi del potere e dovete pensare con la MIA testa se volete la mia benevolenza”; non vedo altri significati. “Pensa con la tua testa!” credo sia la cosa peggiore che si possa dire sul web alle persone che non la pensano come noi. Non solo significa che tu – che non pensi con la tua testa – sei uno stupido, un disinformato, uno che sbaglia – ma specifica che sei un asservito, un vile; e segna la distanza fra tu servo e io libero, tu servo e insignificante ingranaggio del sistema malato e cattivo e io libero, attento, sveglio protagonista della mia vita che sa lottare e capire. E giudicare. Insopportabile.

Le ragioni dell’animalismo

61 Le ragioni dell’animalismo

Fra i concetti utilizzati in senso duplice, come bandiera e come ingiuria, quelli designati con un -ismo sono indubbiamente i più comuni. Se siete comunisti sarete fieri della vostra appartenenza e dovrete sopportare i dileggi degli anti-comunisti; se siete fieramente laici vi beccherete l’accusa di laicisti dai cattolici integralisti, intendendo con ciò qualcosa di negativo e sbagliato, l’esagerazione del concetto di laicità; e così i garantisti (eccessivamente tolleranti secondo coloro che vorrebbero tutti in galera), i giustizialisti (eccessivamente persecutori secondo coloro che non vorrebbero tutti in galera), i liberisti (eccessivamente fiduciosi nel libero mercato) e così via. Naturalmente il linguaggio è qualcosa di vivo e mutevole e non c’è una vera regola: il liberista non ritiene che questo aggettivo sia un insulto, ma se a me laico date del laicista sì, comprendo che volete diminuire e criticare la mia visione del mondo. Animalista è uno di questi termini un po’ ambigui: come femminista, comunista, e altri che fanno riferimento alla difesa di minoranze, o di parti sociali, è ritenuto termine neutro per chi ama gli animali e indicatore di una certa fanatica esagerazione da parte di chi non crede che agli animali si debba dare tutta questa attenzione. Ebbene, consapevole dei rischi che corro, mi dichiaro animalista anti-specista; ciò mi ha portato ad aderire a una dieta vegetariana; alla festa di San Firmino faccio il tifo per i tori; ho una pessima opinione dei cacciatori; credo che nei circhi non debbano esserci esibizioni di animali; e via discorrendo tutto l’armamentario tipico degli animalisti che voi lettori, a seconda della vostra visione del mondo, potete sostenere o irridere.

E adesso provo a spiegare la natura etica e filosofica dell’animalismo;

Dall’uguaglianza al populismo

fascismo  non  è  impedire  di dire, ma obbligare a dire

(Roland Barthes, Lezione, 1977)

Uno dei concetti più evocati dal pensiero politico moderno e contemporaneo è quello di uguaglianza. Anche se presente nel pensiero greco classico (nello stoicismo) e ovviamente nel Cristianesimo, volendo qui parlare di temi politici non è utile andare più in là del ‘6-‘700 e in particolare, per abbreviare questo incipit, delle due grandi rivoluzioni che caratterizzarono il XVIII Secolo, quella americana (1776) e quella francese (1789). Il concetto di uguaglianza è stato declinato in molti modi, e quell’uguaglianza additata dai ribelli americani e dai rivoluzionari francesi ha per esempio pochissimo a che fare con l’uguaglianza invocata da Marx e da Lenin (la voce “Uguaglianza” del Dizionario di filosofia Treccani citato in fondo è sufficientemente chiaro e ad esso rimando).