La decisione di Calenda di presentare, costruttivamente, una proposta a Meloni, ha fatto insorgere la sinistra organica. Che ancora una volta si sbaglia.

La decisione di Calenda di presentare, costruttivamente, una proposta a Meloni, ha fatto insorgere la sinistra organica. Che ancora una volta si sbaglia.
Chi più chi meno, i partiti che stiamo per votare hanno mutato idee, visione, programmi nel corso degli anni. Facciamo un ripasso, per non finire col votare partiti che crediamo essere chi non sono.
Scriviamo spesso di essere razionalisti, e auspichiamo una politica razionalista. E ora di spiegare questo concetto.
Noi che crediamo nella nostra parte, e siamo sicurissimi che quegli altri sbagliano, dobbiamo essere consapevoli che “loro” credono nella loro parte, e sono sicurissimi che noi sbagliamo. Che fare quindi?
Calenda-Renzi; appunti per una discussione che vada oltre “mi stanno simpatici / mi stanno antipatici”.
I tempi sono cupi, ma non diamoci per vinti. C’è una grande occasione da cogliere per i democratici, riformisti, liberali ed europeisti. Coraggio!
Difficile, forse impossibile, argomentare e spiegare il mondo a chi è dominato da credenze irrazionali. Una spiegazione “logica”.
Siamo così preoccupati dalla pandemia, chiusi nella nostra ricca cittadella vaccinata, da avere perso di vista la quantità di problemi che ci sta per cadere addosso.
Viva le restrizioni in tema di vaccini e certificato verde. Abbasso chi non si vuole vaccinare! Ma siamo sicuri che la maggioranza abbia sempre, necessariamente ragione (P.S. Questo non è un post no vax).
Ormai è piuttosto chiaro, in tutta Europa, il connubio fra estrema destra e no vax. Ma sarebbe sbagliato pensare a una identità fra questi due gruppi. C’è invece una stratificazione culturale, etica, valoriale che porta a coincidenze e alleanze.
Perché la pensiamo diversamente l’uno dall’altro? Perché gruppi rilevanti di persone credono a teorie irrazionali e prive di fondamento, e non c’è alcun modo di convincerle del loro errore?
Il ministro Cingolani accenna timidamente al nucleare e arriva l’atteso coro: “Giammai!”. Quando impareremo a discutere razionalmente nel merito delle politiche pubbliche, senza emotività e pregiudizi?
Non si può discutere coi no vax (e coi populisti in genere) perché il piano linguistico e dei valori è completamente diverso. Una democrazia razionale e tendente all’efficacia e al benessere generale non ha quindi tentennamenti nell’imporre degli obblighi.
Di fronte al male del mondo la risposta più intelligente è razionalistica, e non etica.
Sono le etichette che ci fregano. Restarne impigliati significa, per esempio, non capire che il PD non è affatto un partito di sinistra.