Le questioni, che proponiamo, e il nostro dubbio, riposano su questo: che certe proposizioni sono esenti da dubbio, come se fossero i perni sui quali si muovono quelle altre.
In altre parole: fa parte della logica delle nostre ricerche scientifiche, che di fatto certe cose non vengano messe in dubbio. (Ludwig Wittgenstein, Della certezza, 341-342)
Questi due appunti sono centrali nel pensiero dell’ultimo Wittgenstein, quando si interrogava sul senso comune e la sua logica, sul credere oppure no a determinate cose, e come ciò fosse possibile, come si sostenessero tali certezze.
Ora, questo non è un blog filosofico e un certo numero di lettori storcerà il naso al solo sentir nominare Wittgenstein, autore criptico, ostico, facilmente equivocato. Nessuna paura, abbandoniamo il filosofare astratto e provo a spiegare alcune cose che reputo importanti, che più volte abbiamo trattato su Hic Rhodus, per esempio interrogandoci su come sia possibile insistere a non credere nel Covid (oppure insistere a credere che la Terra sia piatta, che più o meno è la stessa cosa), su come sia possibile arrampicarsi sugli specchi per giustificare Putin o, risalendo con la memoria a poco tempo addietro, come sia stato possibile per tanti bravi sudditi di Sua Maestà votare la Brexit, o per gli ex coloni votare quel mascalzone di Trump.
Di fronte a questi eventi, che sono sempre meno isolati e diventano globali nelle conseguenze, spiegarli con la stupidità altrui non risolve alcun problema; né affliggerci per la scarsa educazione, le circostanze, il Potere che vuole che la gente rimanga ignorante o altre questioni sociali, o psicologiche, che ovviamente hanno il loro peso, ma non spiegano la ragione ultima del perché – per esempio – qualcuno possa ancora dire che il virus Covid non esiste, o altre sciocchezze simili (semmai mascherate e stemperate, diluite per una maggiore accettabilità sociale, “Sì, c’è il Covid ma…”).
Per capire dove voglio andare a parare, vi propongo un ragionamento contrario: chiedo a voi di dimostrare che il Covid esiste. Voi state sorridendo della mia banale ingenuità e vi preparate a rispondere: ci sono i dati, i pareri scientifici, i morti… Al che io vi potrei ribattere: come fate a sostenere che quei dati sono veri e corretti, che quei pareri non siano confutabili, che quei morti lo siano per la causa che sostenete? Questo dialogo potrebbe durare a lungo con questa semplice formula: voi avanzate, come prove, delle semplici proposizioni (frasi, dichiarazioni) che io potrei non già confutare nel merito ma nel metodo, semplicemente dubitandone e chiedendovi come fate a dirlo, come potete esserne certi.
In questo “gioco” non vale appellarsi alla scienza, perché voi me la riferireste con altre proposizioni che posso non accettare; e se siete scienziati che avete in prima persona eseguito un tale esperimento potrei avanzare il dubbio che potreste esservi sbagliati.
Per farvi capire meglio dove sta l’inghippo, un po’ scopiazzando Wittgy vi propongo un altro gioco, più estremo: dimostrate a voi stessi di esistere veramente. Guardate, ve la faccio facile: sono un profilo strettamente logico-argomentativo, non è possibile. Non potete invocare il cogito ergo sum di Cartesio, perché non potete mostrare tale ‘cogito’; non potete invocare le testimonianze di familiari e amici perché – vi replicherei – per quel che ne so potrebbero sbagliarsi tutti. Eccetera.
Dove ci porta questo ragionamento? Al semplice fatto che tutti noi, scienziati inclusi, accettiamo come vere molteplici proposizioni apprese sin dall’infanzia: che la Terra esistesse anche 100 anni fa non viene messo in dubbio ma creduto, accettato come un dato di fatto sin dalle elementari quando studiamo la preistoria; che noi abbiamo un cuore nel torace è creduto anche se nessuno di noi ha mai visto il suo cuore, perché sin dall’infanzia eravamo “il cuore di mamma” (e siamo finiti, adulti, a mettere i cuoricini su Facebook…); che 12 x 12 faccia 144 lo sappiamo da sempre, e non ci viene in mente che potremmo avere fatto male i calcoli… Eccetera.
Mettete da parte il vostro razionalismo sfrenato. Sto parlando di un piano logico (e argomentativo) nel quale le “dimostrazioni” valgono solo in quanto logiche. Vi faccio capire; se postulo che A = B, allora posso dire con certezza che B = A. Questa è logica. Se dico invece che ho un cuore nel torace sono al di fuori di quella logica, e non trovo modo di entrarci se non postulando l’esistenza di tale organo e inferendone poi delle conseguenze. Ma quel postulato resta – sul piano logico – indimostrato.
Quindi: noi assumiamo il mondo come enorme postulato: che noi siamo esseri umani senzienti e reali, con un cervello e un cuore; che la Terra sia un pianeta rotondo che gira attorno al Sole; che 12 x 12 faccia sempre 144, e non, qualche volta, 142, e così via.
Una seconda questione per noi rilevantissima è che tutte queste credenze formano un sistema auto sostenuto, per il quale risulta difficile confutare una singola questione, per quanto grossolana, perché chi la sostiene la inserisce in una moltitudine di proposizioni che percepisce come coerenti. L’esempio che viene facile riguarda i complottisti; inutile insistere a spiegar loro che sì, sulla Luna ci siamo veramente stati, perché lui vede la coerenza dei suoi sospetti in decine di altre questioni che formano un tutt’uno coerente (il Potere ingannatore, le fasce di Van Allen, quel tale scienziato che avrebbe detto la tale cosa che può essere interpretata nel tale modo…).
I no-vax, per esempio, mostrano un’eziologia fra complottismo, salutismo, tendenze new age, opposizione al sistema etc., per cui è inutile parlare dei dati “scientifici”, perché nella loro testa tutto il resto conferma che hanno ragione loro. E applicano quindi questa loro logica basata su credenze che – proprio sotto il profilo logico – non sono confutabili, perché a ogni ragione loro proporranno un dubbio.
Arriviamo a una conclusione. La combinazione fra dotazione intellettuale, scolarità, esperienze, educazione ricevuta, letture, relazioni sociali etc. crea una discreta varietà di tipi umani, più o meno simili sotto il profilo comportamentale. Alcuni di questi tipi ragionano (vedono il mondo) assumendo determinate credenze di sfondo, per esempio che la tavola pitagorica valga sempre e ovunque, che la Terra esista da milioni di anni, che generalmente chimica e fisica abbiano una solidità non discutibile, che sia esistito un tizio chiamato Giuseppe Garibaldi, e così via. Altri ragionano (vedono il mondo) in una maniera grosso modo simile ma con elementi che i precedenti assumerebbero come irrazionali, o illogici, o falsi. Che la Terra sia piatta, per esempio, o che un uomo palestinese di duemila anni fa abbia avuto una madre ma non un padre. Non scandalizzatevi: la religione cristiana (e le altre) propone una serie di credenze in evidente contrasto con la scienza moderna: che una cialda di pane si “trasformi” nel corpo di un dio, è accettato da tutti i credenti i quali, al medesimo tempo, non crederebbero mai che un tavolino si possa trasformare in un litro di latte. L’accettazione del magico, del mistico, del trascendente (supposto tale) in individui acculturati è spiegabile solo per il fatto che quelle stravaganti credenze entrano in quadro complessivo che le sostiene malgrado quelle che – per i razionalisti – sono evidenze contrarie.
Ma non ci sono “evidenze”, come abbiamo detto, ma solo proposizioni che affermano di essere tali. E come tutte le proposizioni posso essere confutate o rigettate.