Panoramica della situazione italiana e del dilagare populista nelle citazioni cinematografiche.
(È caldo, divertiamoci un po’…)
Panoramica della situazione italiana e del dilagare populista nelle citazioni cinematografiche.
(È caldo, divertiamoci un po’…)
Fare il bene perché? Alla ricerca delle ragioni dell’altruismo attraverso le filosofie del ‘900 e la triste considerazione che forse, dopotutto, la morale non è ciò che pensiamo.
La reazione violenta dei lettori a un articolo crudo, logico, ma poco pietoso. Dove la verità? Sono i lettori colpevoli di superficialità o la giornalista poco capace di mediare? (Con un poscritto sul caso Serracchiani)
La giunta romana vuole modificare lo Statuto per introdurre innovazioni rivoluzionarie. Ma andando a vedere nel dettaglio ci accorgiamo che più che della rivoluzione dovremo preoccuparci del delirio scarsamente democratico che viene rappresentato.
Dilaga la protesta contro i compiti a casa. E contro le mense scolastiche. Ma chi ha ragione? I pedagogisti sono divisi, e i genitori sempre più arrembanti a difesa dei figli. Ma se stessero gravemente sbagliando?

La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento (Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray).
Una delle questioni controverse del ddl Cirinnà recentemente approvato al Senato è l’espunzione dal testo originario dell’obbligo di fedeltà fra i contraenti l’unione civile. I commenti sono stati – come sempre – di diversissima natura:

Una professoressa coi suoi studenti, durante una recente manifestazione, polemizza con un poliziotto che l’invita a rispettare le leggi replicando “Non si rispettano regole sbagliate”. Sull’onda, poi, continua, a titolo di esempio, sentenziando che nel ’38 le leggi razziali non si dovevano rispettare. L’idea che ribellarsi è giusto (da Sartre a Ottolenghi), che la lotta contro il potere sia sempre corretta (da Pasolini a De Luca – Erri, non Vincenzo) che bisogna essere sempre indignati (Hessel) e via discorrendo è antichissima, sia pure con motivazioni e forme storiche diverse ma si manifesta oggi con una diffusione di massa, una continuità e una pervasività particolari,
Se n’è già parlato sui giornali ma vale la pena approfondire; ne abbiamo anche già ripetutamente trattato su Hic Rhodus ma repetita iuvant e il caso è troppo clamoroso per non proporre almeno una sottolineatura. Mi riferisco agli assenteisti di Sanremo (quasi la metà degli impiegati comunali) che andavano a spasso (o a vogare) segnandosi gli straordinari, che facevano marcare il cartellino ai colleghi e via di questo passo. Al di là degli aspetti morali e penali di questi comportamenti la cosa che colpisce è che sui profili social di molti di questi truffatori dello Stato (e quindi di tutti e ciascuno di noi) c’erano commenti indignatissimi sulle brutture della politica, stati Facebook arrabbiatissimi per i politici ladri, mascalzoni, corrotti e truffatori, battute lapidarie sulla casta, anzi, scusate: LA CASTAAA!!!
Nel grande feuilleton dello sfascio romano si è inserito, quasi una piccola storia dentro la storia principale, l’invito-provocazione di Alessandro Gassman a darsi da fare e ripulire la città. L’attore ha lanciato l’iniziativa via Twitter con l’ashtag #Romasonoio e subito – ovviamente – il mondo si è diviso fra politici, attori, VIP assortiti che hanno apprezzato e aderito (a parole) e altrettanti che al grido di “pago le tasse, a pulire ci pensino le Istituzioni” hanno espresso il loro dissenso.

Prendo spunto dalla recente vicenda Aldrovandi per parlare in realtà dell’atomizzazione sociale che sta attraversando la nostra società, della frammentazione delle appartenenze, dell’irriducibilità dei presunti diritti contrapposti. Inizio da Androvandi ma parlerò poi di politica, di economia, di un mucchio di cose perché il tema che voglio affrontare è generale, trasversale, ammorba tutto e tutti e come una malattia tardivamente riconosciuta e mal curata sta disgregando il tessuto connettivo della nostra società.