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Non omologatevi!

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La verità è dentro di noi. La verità siamo noi. Poiché guardiamo il mondo dall’interno verso l’esterno (dall’interno del nostro “io” verso il mondo fuori di noi) tutto ciò che è prossimo a “noi” (le nostre idee, i nostri valori…) riverbera di luce chiarissima e ci sembra illuminare l’oscurità selvaggia della jungla di stupidità in cui siamo immersi. Noi sappiamo; capiamo; vediamo. Gli altri sono sciocchi o, peggio, in malafede. Noi sappiamo le cose, conosciamo la verità. Dobbiamo necessariamente dirla al mondo. Urlargliela. E insultare coloro che diabolicamente si mettono di traverso, perché se lo meritano.

Le tasse (sulla casa) sono una cosa bellissima

property-tax-euroA settembre, ci sono alcuni riti che ci ricordano che l’estate è terminata: le città tornano all’abituale condizione caotica, le scuole (buone o cattive) riaprono, il nostro colorito lentamente sbiadisce, e il Governo annuncia i contenuti della prossima Legge di Stabilità, che saranno ovviamente un balsamo per l’economia italiana e per i bilanci delle famiglie.

Quest’anno, a tener banco è stata l’anticipazione di Renzi sull’abolizione di IMU e TASI sulla prima casa, secondo un copione già visto. Si tratta di un’operazione benefica per i tanti piccoli proprietari italiani, o di una mossa di facciata che ai cittadini costerà più di quanto faccia risparmiare? Per tornare alle abitudini autunnali, non poteva mancare il commento di Hic Rhodus…

Patrimoniale? No grazie. Anzi, c’è già!

Ormai da tempo, ogni volta che nel dibattito politico si discute su come reperire risorse (e talvolta anche quando si parla d’altro), riaffiora l’ipotesi di imporre agli italiani una tassa patrimoniale. Anche adesso, dopo che la Commissione Europea ha pubblicato le sue “raccomandazioni” all’Italia sulla base del programma economico e di riforme presentato dal Governo Renzi, si comincia a discutere su cosa significherà per l’Italia ottemperare alla richiesta di “rafforzare le misure di bilancio per il 2014 alla luce dell’emergere di uno scarto rispetto ai requisiti del patto di stabilità e crescita”. In sostanza, in autunno potremo trovarci di fronte all’ennesima “manovra” finanziaria. Dove trovare i soldi? Saranno come al solito aumentate le tasse? Per molti, la migliore risposta a questa domanda sarebbe istituire appunto una Patrimoniale, che peraltro da alcuni sarebbe vista anche come strumento per una maggiore equità. Vediamo quindi di analizzare meglio la faccenda.

Il programma economico di Renzi: diverse buone idee, ora servono i fatti

Con un comunicato dell’8 aprile scorso, il Governo Renzi ha annunciato l’approvazione del DEF, il Documento di Economia e Finanza che rappresenta di fatto il programma economico della nuova squadra capitanata da Renzi, Padoan e Delrio. Dal momento che si tratta del primo documento del genere elaborato dall’insediamento dell’attuale Governo, il suo valore sta ovviamente anche nelle linee strategiche che traccia per i prossimi anni, sempre che si dimostri possibile a Renzi dare continuità alla sua linea di governo. Analizzare il lungo documento in tutti i suoi aspetti, e verificare la coerenza del programma in esso tracciato con i provvedimenti legislativi ed esecutivi che saranno realizzati, richiederà tempo e potrà essere argomento di più di un post; in questo vorrei esporre qualche considerazione “a volo d’uccello”, anche in virtù del fatto che di molti dei temi al centro del documento ci siamo già occupati anche qui su Hic Rhodus.

Le pensioni: chi ha versato tanto, chi poco, chi niente

Nell’ultimo post pubblicato dal nostro autore ospite Alba, si parlava esplicitamente delle differenze di equità nella gestione delle pensioni che derivano dal diverso livello di contribuzione sul quale le pensioni stesse si basano. Quando leggiamo proposte di “contributi di solidarietà” (verso chi?) a carico delle pensioni più elevate, o dichiarazioni sibilline come quelle di Padoan secondo cui “le pensioni non si toccano, ma i dettagli andranno discussi”, l’unico elemento che viene preso in considerazione come parametro è l’importo della pensione stessa, e mai quanto quell’importo sia commisurato a quanto effettivamente versato dai lavoratori e dalle imprese. In questo post cerchiamo di riprendere le indicazioni proposte appunto da Alba, e portare avanti il ragionamento sul rapporto tra i ricorrenti “interventi” sulle pensioni (inclusi i tagli all’adeguamento all’inflazione) e la “copertura” contributiva che le pensioni stesse hanno. Al momento, ahimè, questo rapporto è inesistente.

Pensioni: tagli e regali

Sono d’accordo con il giudizio di Ottonieri sulla spending review pubblicato qui. Nel complesso, il lavoro di Cottarelli è deludente. Anche a un lettore distratto dei quotidiani è evidente che, dopo la riforma Fornero del 2011, negli ultimi venti anni le spese pubbliche (e le imposte) sono lievitate anzitutto tra gli enti locali. Lì doveva anzitutto dirigersi l’analisi e la proposta di riduzione della spesa pubblica.

Per quanto riguarda le pensioni, Ottonieri afferma che non si tratta di un taglio di spesa, ma di una nuova imposta. Concordo. E’ la proposta di un’imposta selettiva, addossata cioè solo a uno specifico gruppo di contribuenti. Costoro non sono degli evasori;  pagano già tutte le imposte dovute, pur se salate. In altri paesi le pensioni sono tassate più lievemente.

La proposta di Cottarelli è abnorme e ingiustificata per molte ragioni:

Renzi: spending review sì, tasse occulte no!

Passato qualche giorno dalla vivace presentazione con cui Matteo Renzi ha esposto la ben nota serie di misure che ha in programma, a partire dalla riduzione delle tasse per i redditi più bassi (su questo sono state avanzate valide osservazioni altrove), vorrei concentrare la mia attenzione piuttosto sulle risorse che dovrebbero essere impiegate per coprire i costi del taglio delle tasse annunciato dal Presidente del Consiglio. Era stata infatti prospettata una riduzione “epocale” della spesa, ma poi sui risultati della spending review presentati da Cottarelli al Senato Renzi ha mostrato una notevole prudenza, attirando semmai l’attenzione dei media soprattutto sulla riduzione degli stipendi ai manager pubblici, misura certamente molto popolare. E persino il Presidente della Repubblica è intervenuto contro i “tagli immotivati” alla spesa (chissà se ci è lecito dire che è la spesa a essere spesso immotivata).

Quindi, vediamo: cosa c’è davvero nella famosa spending review? Proviamo ad analizzare meglio le famose 72 slide di Cottarelli.