Lunga vita a Berlusconi, ci mancherebbe altro. Ma quando sarà il momento evitiamo necrologi perbenisti ed edulcorati. Il senatore è stato una delle peggiori disgrazie, per l’Italia, degli ultimi 30 anni.

Lunga vita a Berlusconi, ci mancherebbe altro. Ma quando sarà il momento evitiamo necrologi perbenisti ed edulcorati. Il senatore è stato una delle peggiori disgrazie, per l’Italia, degli ultimi 30 anni.
Votare Forza Italia perché ci si dichiara liberali, oppure votare PD perché si è riformisti, è come trascinare le racchette di nordic walking a casaccio, sprecando energie e procurandosi un danno.
Lo sbando con quale le forze politiche si presentano all’appuntamento quirinalizio è l’ultimo regalo di Berlusconi. Incaponendosi sulla narcisistica idea di diventare Capo dello Sato, Berlusconi ha di fatto bloccato ogni tentativo dei partiti di cercare un accordo, da tessere nelle settimane precedenti l’appuntamento (che è oggi, ore 15). La destra, imbarazzatissima, ha dovuto fingere un inchino a Sua Maestà, mentre la sinistra ha per lo più sprecato il tempo a urlare scandalizzata (non Letta, bisogna dargliene atto). Poiché né destra né sinistra hanno i numeri per eleggere di imperio un proprio candidato, è ovvio che occorre cercare una mediazione; ma per questo serve tempo. E questo tempo lo si usa meglio se si è ancora lontani dai “catafalchi” del voto. Ora, invece, sotto stress e nel corso delle votazioni, occorrerà lasciar correre gli strepiti e tessere un dialogo certamente non facile, visto che alle elezioni sono legati anche i destini di questo governo. Insomma: l’Ego ipertrofico e narciso del peggiore e più temibile uomo politico degli ultimi trent’anni, ormai sfatto, politicamente ai margini, impresentabile per la stessa destra, ha compiuto l’ultimo gesto di disprezzo verso le istituzioni dalle quali è sempre stato lontano, moralmente e politicamente.
Capisco lo sgomento, e mi unisco alla folla di persone preoccupate, ma se eleggessero Berlusconi al Quirinale con chi, esattamente, dovremmo prendercela?
Al di là di cosa farà il governo Draghi, si è giù messo in moto un domino di effetti interessanti; il M5S in crisi, la destra spaccata, la sinistra costretta a inventare un pensiero.
In Italia serve una forte destra liberale, europeista, antipopulista. E se è per questo servirebbe anche una vera forza socialdemocratica…
Il Parlamento peggiore di sempre? Quello attuale, assieme a quello subito prima, assieme a quello precedente ancora…
Mi voglio ricordare di Berlusconi, anche se ormai non è più in grado di nuocere e sono lontani i tempi delle leggi ad personam. Me ne voglio ricordare perché il male che ha fatto all’Italia non è consistito in singole azioni isolate, ma in un progetto di modifica strutturale della morale e della politica; il “berlusconismo” è stato il suo lascito: il viatico per le destre, il populismo, il leaderismo, la politica come spettacolo. Mi voglio ricordare anche di Grillo, anche se la sua parabola è in forte declino, e del suo compare Casaleggio, che al di là delle sciocchezze enormi, delle contraddizioni e della brevità, tutto sommato, della loro stella, hanno elevato il populismo a ragione di stato, il qualunquismo e l’ignoranza a condizione onorevole e il trasformismo a logica esplicita della quale non vergognarsi, regalandoci, per di più, quella catastrofe per l’Italia di nome Di Maio. E mi voglio ricordare anche di Zingaretti, che al culmine di una gravissima crisi di identità del PD si è ritagliato il ruolo storico di persona sbagliata nel momento sbagliato, eliminando definitivamente ogni possibilità a breve termine di avere un partito credibile, popolare, riformista in grado di battere le destre più pericolose di sempre. Me li voglio ricordare tutti, perché in maniere diverse costoro sono i campioni che hanno fatto questa Italia, in queste condizioni, senza obiettivi, senza programmi, in uno stato di permanente guerra fredda civile.
La crisi, finalmente. E adesso?
Malgrado l’estenuante balletto di due mesi e più, il governo M5S-Lega era ampiamente prevedibile…
Le promesse elettorali di Renzi, Berlusconi e Di Maio sono piuttosto delle minacce, e se realizzate provocherebbero danni irreparabili.
Il vero e unico perdente è Renzi. E il suo futuro immediato non pare semplice perché le vie d’uscita per le politiche 2018 si fanno sempre più strette.
Il problema del debito pubblico è enorme. In vista delle prossime scelte politiche proviamo ad esplorare come viene affrontato dai diversi partiti. Perché una cosa è certa: il pericolo del default è ancora dietro l’angolo…
In Italia un popolo confuso e senza leader. Il popolo involgarito e spazientito è incapace di costruirsi la leadership necessaria. D’altra parte i leader disponibili non sembrano all’altezza delle sfide urgenti per l’Italia. Soli si stagliano, fragili e discutibili, Berlusconi e Renzi…
Dispiace dire che avevamo ragione, ma le conseguenze del “NO” al referendum del 4 Dicembre sono esattamente quelle che si potevano prevedere: e non ce n’è una che ci piaccia.