Scenari politici

Conte da Mattarella. Consultazioni, e poi?

  1. Conte bis fotocopia del precedente; noo, dai… perfino un popolo di fessi protofascistelli come gli italiani non sopporterebbe una figura di tolla di questo genere; e poi, diciamocelo: questi hanno il terrore di assumersi le responsabilità di ciò che hanno combinato (spettro dell’IVA, problema TAV…). Tasso di sciagurataggine: 80%; probabilità che accada: 5%; dissolvimento della sinistra: 50% (vale a dire il tasso attuale, né più né meno).
  2. PD + M5S + Sinistra + (forse) frange sparse; qui su HR ne abbiamo già detto tutto il male possibile ma è uno degli scenari dati – fino ad oggi – per possibili (me vediamo come andranno le consultazioni). Ribadisco la mia personale convinzione che durerebbe poco, che inizierebbe ad avere problemi dal giorno dopo e che favorirebbe molto il solo Salvini, che tirerebbe fiato dopo le incertezze di questa settimana animando una profonda ostilità nelle piazze e attendendo l’inevitabile voto più forte che mai. Tasso di sciagurataggine: 60%; probabilità che accada: 30%; dissolvimento della sinistra: 99%.
  3. Si va al voto con il centrodestra tutto unito (Meloni + Salvini + quel che resta di Forza Italia); fanno cappotto e prendono una grande maggioranza peraltro omogenea al suo interno (salvo i forzisti residui, alcuni dei quali starebbero abbastanza stretti ma conterebbero come il due di picche); qualora Berlusconi si sfilasse prenderebbero comunque abbastanza per governare da soli, Meloni e Salvini, senza l’impiccio del Cavaliere, che dovremo richiamare ancora più sotto perché costituirebbe una variante interessante. Tasso di sciagurataggine: 100%; probabilità che accada: 50%; dissolvimento della sinistra: 10%.

Non credo che ci siano altri scenari, salvo un insperato soccorso degli alieni che do al 15%.

Perché, malgrado tutto il male possibile che ci farà lo scenario 3, continuo a sperare in quello? Perché in realtà lo scenario 2 è una pia illusione, anzi: nefasta. Nel palazzo tutti a litigare mentre Salvini, sgravato di ogni responsabilità, passerebbe il tempo ad aizzare le piazze che già oggi, ricordiamolo, lo sostengono in massa. Facile pensare che dopo manovre impopolari per evitare l’aumento dell’IVA in finanziaria il governo degli orrori abbia vita breve. Le elezioni sarebbero solo posticipate, e non evitate. Le elezioni verrebbero tenute con un Salvini più forte e gli avversari – specie a sinistra – ancor meno credibili. Al contrario di chi crede che un governissimo tamponerebbe Salvini, lo rafforzerebbe e lo porterebbe a Palazzo Chigi acclamato dalla folla, in tempo utile per eleggere il Capo dello Stato a lui più gradito. Questo sì che sarebbe uno scenario da incubo!

Invece, andare subito al voto imporrebbe al vincitore Salvini (e alleati) di togliere da sé le castagne dal fuoco; IVA, TAV, TAP, Ilva, fallimento reddito di cittadinanza, stagnazione economica, isolamento europeo, e soprattutto i migranti; il suo cavallo di battaglia può diventare il suo cavallo di Troia se gli oppositori, finalmente desti, sapranno approfittarne per essere coloro che spiegano alla folla (senza urlare e arringare) l’assurdità di una politica basata sul respingimento nave dopo nave.

E qui – in questo scenario tremendo ma sfidante, odioso ma con prospettive feconde – ci sono due variabili interessanti da tenere in osservazione. Cosa farà Berlusconi e cosa farà Renzi. Il primo avrebbe già deciso l’abbraccio mortale con Salvini e Meloni, ma il bravo Letta sr. sta facendo il possibile per un consiglio assai diverso: allearsi con gli oppositori in caso di scenario 2 (vedi sopra), un consiglio che potrebbe estendersi invece allo scenario 3 (ci credo poco, ma una speranzuccia resta) creando così un ampio fronte di liberali, democratici e riformisti: Berlusconi, che è ingombrante, a Bruxelles; Totti e gli opportunisti con Salvini; Carfagna e il residuo liberale non compromesso ai materassi; assieme ai liberalradicali e… assieme a Renzi? Renzi ha fatto la sua mossa spregiudicata intestandosi l’operazione governissimo (avendo la maggioranza nei gruppi parlamentari), ma se si va a votare i renziani impensieriranno molto meno Zingaretti, che avrà le mani libere per decidere se stare coi moderati, costruire delle politiche serie e aspettare che il governo Salvini si suicidi (come è inevitabile che accada), o stare con la sinistra (ciò che vorrebbe la Ditta), lasciare maturare la scissione liberalsocialista al suo interno, e finire isolato e inutile.

Come vedete ci sarà molto da fare per le opposizioni, di varia natura, vario colore, varia tifoseria.