Che Salvini, faccia-di-tolla qual è, oggi porta i tulipani all’ambasciata ucraina ma è sempre stato fieramente amico dei russi, sostenitore e beneficiato da Putin malgrado anni di bullismo di quest’ultimo nei confronti di Georgia e Ucraina.
Che Travaglio senza-vergogna, e il suo giornale ammorbatore dell’informazione, ha sempre negato la possibilità dell’invasione, per poi accusare Draghi di essere un servo di Biden quando l’Italia si è schierata con l’Alleanza atlantica.
Che i grillini, e Conte, Di Battista, ma in tempi non lontani anche Di Maio, erano pro-Putin.
Che Meloni (e Salvini) e il suo nazionalismo fascistoide, è fatto della stessa, medesima pasta di quello di Putin e di molta destra che emerge in Europa.
Che i politici e i loro burocrati europei hanno avuto molti anni per cercare fonti alternative di approvvigionamento energetico e non l’hanno fatto, inseguendo gli interessi nazionali come, in maniera eclatante, la Germania nel caso del North Stream 2. Se adesso siamo incapaci di chiudere i rubinetti del gas russo, che potrebbe essere una delle poche misure efficaci contro Putin, è colpa di chi tira le fila economico-politiche in Europa.
Che se non vogliamo vedere la dittatura putiniana espandersi in Europa, creando precedenti per altre dittature, dobbiamo essere disposti a fare dei sacrifici; le sanzioni vere, pesanti, che lasciano il segno e potrebbero mettere in ginocchio la Russia, costano anche agli occidentali, e quindi se in Occidente non si diffonde una coscienza liberale continueremo a fare spallucce finquando sarà troppo tardi anche per i nostri piccoli interessi di bottega.
Che la Cina opprime la minoranza uigura, ha annientato la democrazia di Hong Kong e si prepara ad invadere Taiwan. Per Xi JinPing la crisi ucraina è un test per gli occidentali, per vedere quali costi economici e diplomatici la Cina dovrà affrontare per continuare con la sua pulsione egemonica nell’area.
Non dimentichiamoci, infine, che solo due condizioni salveranno il nostro continente e il futuro delle prossime generazioni: 1) un’Europa unita non solo economicamente ma politicamente, con una sola diplomazia, un solo esercito; 2) un’Europa che investa moltissimo in cultura, educazione e pratiche di libertà, in modo da rendere irrespirabile l’aria dei nazionalismi, fascismi, sovranismi, imperialismi.
Non sarà per oggi. Cerchiamo di operare perché sia, almeno, per domani.