La decisione di Calenda di presentare, costruttivamente, una proposta a Meloni, ha fatto insorgere la sinistra organica. Che ancora una volta si sbaglia.

La decisione di Calenda di presentare, costruttivamente, una proposta a Meloni, ha fatto insorgere la sinistra organica. Che ancora una volta si sbaglia.
Ieri i rave, oggi i migranti, domani, chissà? i gay… La destra brutta fa ciò che ci si attendeva; la sinistra, invece, cosa fa, esattamente?
Le smargiassate della destra impongono risposte intelligenti, non repliche scomposte, o indignate, o moraliste.
Ecco i primi passi del Governo Meloni. Un passo avanti e due indietro, ma la partita vera inizia ora.
La qualità delle nomine dei Presidenti di Camera e Senato non è casuale ma riflette quella dei nostri partiti di destra.
Analizzeremo poi il voto. Intanto preoccupiamoci per l’astensione, per il voto populista al Sud e per la morte del PD.
Chi più chi meno, i partiti che stiamo per votare hanno mutato idee, visione, programmi nel corso degli anni. Facciamo un ripasso, per non finire col votare partiti che crediamo essere chi non sono.
La proposta presidenzialista della destra è una pericolosa deriva populista e sottilmente eversiva. E per questo piace alla gente.
Il pericolo rappresentato dalla destra italiana, ispirata a Trump e discepola di Bannon, è da prendere estremamente sul serio.
I tempi sono cupi, ma non diamoci per vinti. C’è una grande occasione da cogliere per i democratici, riformisti, liberali ed europeisti. Coraggio!
Un Senato di vili e ipocriti manda a casa Draghi e apre le porte a Meloni. Buona fortuna!
Le ragioni (mie personali) a favore del voto subito, senza paura della destra becera e cercando di tradurre la probabile sconfitta in un’occasione per i riformisti, socialisti e liberali.
La crisi di governo non è una crisi politica. Non ha nulla di “politico”, semmai di culturale, antropologico, patologico…
DI Maio ha compiuto un percorso ed è arrivato a una scelta personale che avrà conseguenze. E conseguenze di conseguenze…
Ma voi ce la fate ancora a leggere delle ultime posizioni di Berlusconi, delle riflessioni di Letta, dei tweet di Salvini? Io no. Scusate: io non ce la faccio più.