…che il confronto destra-sinistra è destinato a inasprirsi. Giusto. Ma se non introduciamo il concetto di populismo (vs. razionalismo) ci manca un pezzo di ragionamento.
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Alla ricerca di nuove categorie politiche
Il valore dei concetti di ‘destra’ e ‘sinistra’ è ormai superato da quelli di ‘populismo’ e non populismo razionalista.
E, già che ci siamo, insieme a Berlusconi perfino la borghesia "benpensante", la stessa che mostra con naturalezza i dorsi della "Treccani" nei propri arredi domestici, magari accanto al ritratto a olio del nonno in uniforme di ufficiale del Reggimento "Nizza Cavalleria", quell'altrove sociale comunque liberale, non riconducibile alla peggiore reazione, anche quei signori dovrebbero fare fronte contro chi vede nella sia pure imperfetta Europa politica e monetaria ogni male del mondo e, come da bannerino su Facebook, orina sulla tomba di Altiero Spinelli. Gli stessi che, giusto per citare alcuni "segnali di fascismo" indicati da Umberto Eco, hanno orrore per il "linguaggio limitato e ripetitivo", "abuso della paura del diverso", "appello ad una classe sociale frustrata", "esaltazione della volontà popolare" come nel peronismo, ammesso che sappiano chi era quest'ultimo...
Fulvio Abbate, Il Sessantotto della destra, "HuffPost" 13 ott 2018

Noi ridiamo dei loro congiuntivi. Intanto loro si preparano a darci il colpo di grazia
Io incomincio a dirlo: sarà dura. Noi sghignazziamo superbi ma loro, fra poco, ci governeranno. Analisi e vie di fuga rocambolesche.

Guida al voto imminente
Se pensate sia ora di cominciare a studiare per le prossime elezioni, ecco la vostra prima guida! Tutto quello che dovete sapere (e non vi piacerà) per scegliere inutilmente il meno peggio.

Omioddio! Sono un ordoliberista mandrakista
Essere di sinistra (o di destra). Che significa? Mille sfumature, concetti equivoci, semantica discutibile… Un’analisi nel linguaggio stereotipato della politica.

Moriremo di proporzionale e non potremo prendercela con nessuno
Al voto subito? Quasi subito? Meglio fra un po’? Comunque sia voteremo col sistema proporzionale e avremo un’amara sorpresa. Vi presentiamo gli scenari possibili avvertendo che la lettura potrà generare depressione…

La vendetta sarà tremenda e la confusione permanente
Facciamo un esercizio di fantapolitica: cosa cambierà negli scenari politici da qui a qualche mese?

È reale l’omologazione fra destra e sinistra?
Un’interessante riflessione di Galli della Loggia mi porta a tornare su un tema già trattato, quello delle differenze fra destra e sinistra politica e sul loro significato attuale.
L’inquietante avanzata dell’estrema destra in Europa
Non condivido il sospiro di sollievo per la vittoria, col 50,3% dei voti, di Van der Bellen in Austria. Certo, formalmente, il 50% + 1 degli elettori decreta una vittoria, ma questa vittoria non è un granché…
Il populismo alla conquista del mondo
Tutto il mondo è strapaese, e mentre noi inorridiamo per le sparate di Salvini, in America se la devono vedere con quelle di Trump. Come nota Fineman probabilmente Trump non la spunterà alla corsa delle primarie repubblicane ma il trumpismo ha già vinto, nel senso che le sue parole d’ordine estreme e le sue idee becere sono diventate necessariamente parte del dibattito repubblicano e anche i suoi più moderati avversari hanno dovuto tenerne conto. Esattamente come Salvini che difficilmente potrà diventare Presidente del consiglio ma ha imposto agenda e lessico alla destra, di fatto egemonizzandola.
Siete sicuri di riuscire a dire qualcosa di sinistra?
Ricordate Nanni Moretti in Aprile, quando supplica D’Alema di dire qualcosa di sinistra? La scena, che ripropongo qui sotto, vede un Berlusconi arrembante nel 1996, a Porta a Porta, attaccare un silente D’Alema sul tema della giustizia. D’Alema non replica, Moretti si dispera (nella realtà storica la sinistra vinse con l’Ulivo di Prodi per lasciare l’Italia intera ad assistere con sgomento al suo suicidio). Dire qualcosa di sinistra; pensarla, argomentarla, sostenerla… siete sicuri di poterci riuscire? Io credo di no. E lo stesso vale anche per la destra, sia chiaro, ma per ragioni che ora sorvolo mi sembra più interessante, come esercizio, utilizzare la sinistra.
L’Italia è bipartitica da settant’anni. E sempre moderata
Guardate che non è mica vero che l’Italia sia un disastro pluripartitico, e non è vero neppure che ci sia alternanza, com’è vero che il pericolo dei comunisti è sempre stata solo una fortunata gag di Berlusconi. Se guardate il quadro da un pochino più di distanza, diciamo da un paio di passi indietro, vedete che le cose appaiono caotiche solo nominalmente, che i colpi di scena, le crisi di governo, i rimpasti e i tradimenti sono sempre e solo stati un gioco complicato, a volte perverso, giocato per ragioni diversissime da quelle della normale lotta politica di ideali, forze sociali contrapposte, obiettivi alternativi sostenuti da forze diverse. Al massimo si è trattato di compravendite, vendette, avvisi mafiosi, ambizioni personali, ripicche e altre tipiche sciocchezze condominiali. Provo a convincervi.
Fascisti di sinistra? Un caso di studio sul melting pot concettuale
– vorrebbe dirmi, per favore, che strada bisognerebbe prendessi da qui?
– Ciò dipende, e non poco, da dove vuoi arrivare, – disse il Gatto.
– Non m’interessa molto dove… – disse Alice.
– Allora non importa quale strada intraprendere, – disse il Gatto.
– … purché arrivi in qualche posto, – aggiunse Alice a mo’ di spiegazione.
– Oh, in quanto a questo, stai sicura – disse il Gatto, – basta che tu faccia abbastanza strada.
(Lewis Carrol, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie)
Vi propongo una piccola analisi che porterà elementi di riflessione ad alcuni vecchi post sul linguaggio già pubblicati qui su Hic Rhodus (li cito in fondo). Ho scoperto casualmente un gruppetto politico-culturale di cui all’inizio ho stentato a capire se fossero di sinistra oppure di destra; all’inizio mi sembrava che avessero semplicemente le idee confuse; poi ho pensato che agissero con cinica consapevolezza per ingannare potenziali lettori; infine ho capito una cosa più straordinaria: poiché con le parole si può dire tutto, e le parole costruiscono il mondo (come ho spiegato nei miei precedenti articoli), possono formarsi delle sacche ideologiche, delle faglie concettuali, delle sbavature semantiche in cui parole appartenenti a province di significato differenti appaiono invece coerenti fra loro nel formare un nuovo testo, inimmaginato dagli autori originali citati e inimmaginabile a noi lettori che li troviamo incistati in contesti estranei.

Essere di destra o di sinistra?
Siccome predicava la fraternità ai conservatori e il rispetto delle leggi ai socialisti, i primi lo avevano preso a fucilate e gli altri avevano preparato la corda per impiccarlo. Gustave Flaubert, L’educazione sentimentale. Storia di un giovane
Potrei scommettere che tranne una minoranza di disaffezionati, ciascuno di voi ha un’idea precisa sulla sua collocazione, nell’arco politico, a destra oppure a sinistra. Ciascuno di voi; tranne chi si dichiara non di destra e non di sinistra più che altro per tattica politica. Sembriamo tutti molto innamorati di queste appartenenze e raramente le mettiamo in dubbio. Cosa che invece farò puntualmente in questo post dove cercherò di discutere:
- il fatto che ‘destra’ e ‘sinistra’ sono concetti che soffrono di retaggi ideologici del ‘900, non più attuali e da rifuggire;
- che – esistendo comunque una ‘destra’ e una ‘sinistra’ – vanno reinterpretate in chiave attuale, pena il restare ingabbiati entro pensieri sterili e poco funzionali;
- e che infine è sciocco trovare forti sensi di appartenenza in queste categorie che vanno lette in maniera “leggera”, descrittiva e non vincolante, non passionale, non fondativa della nostra identità profonda.