Avete seguito il dibattito al Senato? Io solo in parte, ma la sorte mi ha concesso di sentire Draghi, Romeo della Lega, e successivamente ancora Draghi nella brevissima replica prima del voto di fiducia (mentre ho ovviamente letto e sentito le cronache complessive). Nessuno dei rubagalline finito in Senato ha risposto nel merito alla dichiarazione del premier. I linguaggi sono stati e rimangono antitetici:
- Draghi: visione generale, complessità, ricerca di soluzioni, pragmaticità, sensibilità istituzionale, competenza, linguaggio misurato;
- Romeo (e altri): noi ce l’abbiamo duro, ti stimiamo ma devi fare come diciamo noi, ma chi cazzo ti credi di essere, basta immigrati!
Dalle cronache – e dalla replica di Draghi – capisco che altre scemenze sono state dette dai 5 Stupidi in merito a lavoro, reddito di cittadinanza etc. E non ho mica voglia di andare a fare l’esegesi e l’analisi ermeneutica e la critica dialettica e le glosse marginali di critica al Re di Prussia… Non ne vale mica la pena.
Se i grillini-contini sono stati i nincompoop (ma duri e puri) che hanno innescato la crisi, i leghisti (e i berlusconiani) ci si sono fiondati, con tutte e quattro le zampe di ciucci quali sono, e hanno pugnalato Draghi andando incontro alla bella morte delle prossime elezioni, ovvero di una legge finanziaria abborracciata, di un PNRR in bilico (se devo scommettere il mio ultimo Euro lo punto sul fallimento dei 55 obiettivi 55 da raggiungere entro dicembre), di un decreto Aiuti bis che col cavolo, eccetera.
Non deve sfuggire che i malandrini non hanno neppure avuto il coraggio di votare chiaramente contro il governo, rifugiandosi in una vilissima uscita dal Senato (Lega e Forza Italia) o astensione in Aula (M5S). Vili, vilissimi, falsi, ipocriti, sepolcri imbiancati.
Come avevo scritto, per quel che conta, meglio così. Meglio così perché questo sono, questo che hanno detto, finalmente liberandosi del magone. Sono dei bottegai rubamerende, sono degli imbecilli senz’arte né parte, sono degli ignoranti istituzionali, sono dei ciechi senza visione, ma cosa lo dico a fare? Tutti voi, cari lettori, lo sapete bene, no? visto che li abbiamo eletti noi. E non venitemi a dire che no, voi avete votato per “quelli buoni”, semmai per il Letta senza idee, quello del campo largo-camposanto, quello che tira fuori dal cilindro lo Ius Scholae, pensa tu che genio!
Bene. Si va a votare. Meglio la chiarezza del voto che la tiritera del logoramento di Draghi. Meglio la chiarezza del voto. Siamo tutti democratici, no? La democrazia è questa, chiunque vinca (Meloni, la destra becera) sarà una vittoria dell’espressione e della volontà popolare, giusto? O siete di quelli che il voto è bello e democratico quando vince la vostra parte ed è lo spaventoso risultato del popolo bue quando vincono gli altri?
Guardate, lo so cosa vorreste rispondere, allora lo faccio io per voi.
La democrazia richiede un’opinione pubblica attenta e libera, che in Italia non c’è. La democrazia richiede dei rappresentanti politici per la maggior parte onesti e competenti, che in Italia non ci sono (salvo come infima minoranza). La democrazia richiede sensibilità istituzionale, e la maggior parte di questi, specie a destra, sono eversori. Quindi no, il voto non è un momento democratico di scelta fra alternative comunque legittime e valide, ma è diventata la scelta fra imbecillità differenti, fra tradimenti, cecità, tattiche di piccolissima visione…
Poi, sì, certo: c’è in Italia un nucleo, che elettoralmente vale poco ma non pochissimo, di pensiero riformista, socialdemocratico e liberale, con esponenti di vario spessore ma interessanti, con idee non tutte fantastiche ma certamente tre spanne sopra quelle di quegli anti-italiani che ci hanno portato qui. Un nucleo autenticamente antipopulista (questa è una condizione dirimente, basilare), europeista, libertario, laico, non ideologico (o meglio: anti-ideologico), pragmatico. C’è.
Purtroppo questo nucleo è funestato da due limiti:
1) la componente maggioritaria di questo nucleo dovrebbe essere rappresentato dal PD; un partito che dopo Renzi (e non sto facendo il filo-renziano, su questo blog non gli abbiamo risparmiato critiche) si è perso all’inseguimento della pignatta d’oro alla fine dell’arcobaleno: leadership senza visione, senza strategia, senza capacità. Un partito in cui alcune componenti ancora adesso, in queste ore, vorrebbero allearsi con Conte… Senza una rivoluzione eclatante in seno al PD dubito che si possa andare da qualche parte;
2) fuori dal PD, i molti frammenti liberali e socialdemocratici (con altre schegge: ambientalisti open minded, socialisti della diaspora, radicali, liberisti à la Giannino…) hanno più leader che seguaci, e ogni leader si sente il figlio dell’oca bianca, si crede carismatico, si intesta la primogenitura dell’area; ma voi li vedete – per dire – Renzi e Calenda andare a braccetto, felici e contenti, per un’intera legislatura, assieme a Bonino, Letta e gli altri? Ma non scherziamo.
Quindi: viva la democrazia. Draghi è morto (ammazzato) ma resta una grande risorsa per il Paese; dopo che Meloni e Salvini avranno fatto più danni dei cinghiali, ci sarà nuovamente bisogno di salvare la Patria. Un’altra volta. Un’altra ancora. Ma intanto, cari amici del PD, di Italia Viva, eccetera: datevi una regolata; studiate; capitevi; non mettete sciocchi veti reciproci; costruite consenso; formulate una visione; andate sui territori; parlate ai più deboli.