La società di massa sta vincendo, l’oppressione del pensiero e l’omologazione sono una realtà. L’ultima battaglia che ci resta, operare attivamente per una discontinuità dei comportamenti e dei linguaggi.

La società di massa sta vincendo, l’oppressione del pensiero e l’omologazione sono una realtà. L’ultima battaglia che ci resta, operare attivamente per una discontinuità dei comportamenti e dei linguaggi.
Il linguaggio delle ideologie massimaliste e dei populismi vuole cambiare il tuo modo di pensare. E spesso ci riesce. È il caso di stare molto attenti.
C’è stata un’epidemia di molestie sessuali e non ce ne siamo accorti? O c’è un abuso di “politicamente corretto” di tipo paranoico? Ragioniamo ancora su maschi e femmine.
Non è Lotito a far gaffe. Non sono gli ultrà laziali a sbagliare. È il mondo che è banale, senza spessore, senza legami forti, sospeso fra un ‘900 che non c’è più e un mondo nuovo che si stenta a intravedere.
Argomentare, spiegare, discutere… all’interno di schemi mentali, stereotipi ed equivoci linguistici? Il difficile processo dialogico spiegato in breve (troppo in breve).
#Twitter, in crisi di utenti e profitti, passa a 280 caratteri e rovina la sua tipicità
Vogliamo un mondo migliore, ma vogliamo costruirlo sulla passione ideologica e identitaria. Una discussione sulla contrapposizione fra Ragione e Passione, fra Novecento che non vuole morire e nuovo millennio che ci sta già cambiando.
Non c’è nessun caso Insinna. C’è piuttosto un caso Striscia la Notizia, programma di disinformazione populista che contribuisce pesantemente a dis-educare gli spettatori.
La scrittura dell’italiano è diventata un disastro e gli errori sono ormai frequenti e clamorosi. Perché accade? Cosa può fare la scuola? Come rimediare?
Nel linguaggio politico – specchio di quello corrente – dilaga il sessismo più becero. Le donne in politica sono bersaglio di volgarità inaccettabili, segno dell’esistenza di un nuovo terreno di lotta politica: il linguaggio.
Il caso delle cicciottelle del tiro con l’arco è un caso di studio comunicativo di discreto interesse. Il fatto: il quotidiano sportivo QS titola “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”. Apriti cielo! Contestazioni sui social e protesta della federazione del tiro con l’arco; conseguenza: immediatamente rimosso il direttore della testata.
Le parole non hanno più lo stesso significato di una volta (Raymond Queneau, Zazie nel metró)
Dacia Maraini sul Corriere si lamenta dello scontro verbale ingiurioso che domina la scena, politica e sociale, e auspica regole più severe, censure, condanne. Mi fa un po’ pena questa signora della scrittura, premio Strega, figlia di studiosi, cosmopolita, cresciuta in un periodo in cui la parola di grandi intellettuali, in Italia, contava eccome;
La morte di Emmanuel a Fermo ha scosso un po’ più del solito la coscienza di molti italiani ma non preoccupatevi, passerà presto. Siamo tutti razionalmente consapevoli che in una società sempre più aperta occorre imparare a convivere, ma grattando un pochino sotto la patina politicamente corretta della nostra rappresentazione ufficiale del mondo, beh, diciamolo… non siamo razzisti ma non vogliamo mica mescolarci troppo!
Nella Mappa 17 pubblicata il 13 Marzo parlavamo del “mondo nuovo” che sta cambiando le nostre prospettive. Questo mondo nuovo include orizzonti negativi e potenzialmente disastrosi ma anche i germi dello sviluppo di un nuovo umanesimo; di una società con un’etica aperta, un rapporto costruttivo con la società, un linguaggio consapevole. Anche il rapporto con la divinità e il trascendente potrebbe essere diverso e più inclusivo. Abbiamo più volte trattato questi temi e ve ne forniamo una mappa (clic per ingrandire) che include alcuni testi piuttosto vecchi (ma che giudichiamo sempre utili e attuali) e altri recentissimi.
Vi forniamo qui di seguito i link dei testi richiamati nella mappa:
Oggi, come tutti sappiamo, è il giorno in cui vengono inventate e diffuse le più ingegnose e scherzose “bufale” che spesso, o perché ci crediamo o perché ci piacciono, contribuiamo a far circolare, magari commentandole come se fossero vere.
Forse qualcuno di noi se ne vergogna, ma credo di non sbagliare se affermo che a tutti è capitato, almeno una volta, di cascare clamorosamente vittima di un Pesce d’Aprile; è quindi lecita, se non inevitabile, la domanda “Ma come mai la gente ci crede?”