Roberta Lombardi cerca di riscrivere la storia del M5S. D’altronde si sa, la Storia viene scritta dai vincitori, e i populisti sono al governo e devono presentarsi con una faccia rispettabile.

Roberta Lombardi cerca di riscrivere la storia del M5S. D’altronde si sa, la Storia viene scritta dai vincitori, e i populisti sono al governo e devono presentarsi con una faccia rispettabile.
Fino al 2017 è stato un movimento civico in cui molti di noi hanno creduto. Poi c’è stato un colpo di mano, un atto notarile che ha sigillato il nuovo statuto e il conferimento di tutti i poteri a Casaleggio e Di Maio. Un colpo di mano di cui molti non si sono accorti. Faccio notare che l’atto fondativo non era pubblico, nessuno di noi aveva capito quello che stava accadendo. (Elena Fattori, in un’intervista comparsa sul Riformista del 2 dic. 2020).
Il programma di Di Battista è una fiera delle assurdità. Ma deve fare riflettere sui meccanismi di manipolazione delle masse.
La fine del M5S dovrebbe essere la fine della politica approssimata, fatta a spanne senza competenze. “Dovrebbe”, perché non c’è nessuno a imparare questa lezione…
Il destino politico del M5S è segnato. Il populismo resterà tra noi, e assumerà svariate forme, a destra, a sinistra e nella protesta. Il governo potrà andare avanti per ragioni comprensibili se non condivisibili; i più furbi si ricicleranno da qualche parte a destra o a sinistra; gli idealisti continueranno a credere al complotto come leva del mondo. Casaleggio cercherà di salvare la sua bottega, un caso di dipendenza della politica da un potere esterno commerciale. E Beppe Grillo seguiterà ad allietarci con la fine della democrazia rappresentativa puntando sulla lotteria anche per trovare l’idraulico che ripara i tubi di casa sua. (Massimo Teodori sull’HuffPost del 24 set 2020)
Zingaretti tira un sospiro di sollievo, i 5 Stelle esultano per il referendum, la spallata non c’è stata e il governo durerà. Guardiamo però oltre la nebbia…
Risultati referendari ed elettorali. La democrazia avrebbe vinto?
Casaleggio jr. è una pallida imitazione di quel furbo allucinato che è stato il padre, ma in quanto a spudoratezza non ha eguali. Da imprenditore qual è (la sua impresa si chiama “Movimento 5 Stelle”), essendo i suoi dipendenti morosi (per essere suoi dipendenti si paga, sì, ma in cambio si passa da nullafacenti a parlamentari), scrive una lettera additandoli al pubblico ludibrio. Non c’è politica, non c’è rapporto dialettico, figurarsi se c’è un democratico congresso, un’elezione, una nomina… Casaleggio è il padrone, e poche chiacchiere. Grillo il suo Amministratore delegato, Di Maio e Crimi, e Di Battista i suoi quadri intermedi, e tutti gli altri, semplicemente, esecutori della sua volontà. Scissioni interne? Leadership parlamentare? Coalizioni locali? Il destino del governo? Prima pagate, bastardi, che siete indietro coi versamenti!
Il populismo avanza proponendo, e anzi imponendo, una sua etica massimalista. Pericolosissimo!
Di Battista apre una stagione di finti dibattiti politici per contendersi le spoglie del M5S. Così ci scorderemo riforme, rilancio del Paese, uscita dalla crisi.
Pare si vada strutturando, con reciproca soddisfazione, l’alleanza PD-M5S. Quindi: siamo fritti!
Si vedono già gli avvoltoi girare in cerchio sopra la sua testa, ma il corpo di Conte non è ancora freddo… Sicuri che valga la pena accoltellarlo?
Con tutte le cautele del caso: i sondaggi testimoniano i tempi bui, buissimi, nei quali ci troviamo. All’orizzonte poche e tremule luci…
Questo accordo è per il Pd un suicidio assistito. Non si fa un’alleanza di governo tra un partito e una piattaforma. Li ho avuti davanti i grillozzi, come giustamente li chiama Giuliano Ferrara, in Senato, la passata legislatura: quanto basta per non andare a prenderci nemmeno un caffè. Mai, mai, da parte dei fautori dell’abbraccio, un’analisi di che cos’è quella roba lì, come è nata, come è cresciuta, soprattutto del perché è potuta nascere e crescere. È un delitto politico averli salvati, mentre affondavano, dopo la disastrosa esperienza di governo e averli rimessi, non solo in campo, ma al centro. Spero veramente di sbagliare, ma sapete come andranno le cose? Loro continueranno a fare demagogia populista, aumentando consensi, il Pd curerà il rigore dei conti perdendo consensi. La distribuzione dei ministeri dice questo (Mario Tronti su L'Espresso).
La sconfitta umbra evidenzia l’incapacità d’analisi della sinistra riformista e il fallimento della sua pentastellizzazione.