I giornali sono pieni di notizie su Lampedusa che scoppia e sui migranti che arrivano a ondate sempre più ampie. Il governo non sa cosa fare. E come potrebbe?
I giornali sono pieni di notizie su Lampedusa che scoppia e sui migranti che arrivano a ondate sempre più ampie. Il governo non sa cosa fare. E come potrebbe?
Abolito (quasi) il reddito di cittadinanza, il governo di destra, in continuità con tutti quelli dell’ultimo trentennio, mostra di non volere affrontare i problemi del lavoro e della previdenza.
Le intenzioni del Governo Meloni sulle misure contro la povertà sembrano essere sostanzialmente peggiorative.
Il problema delle disuguaglianze estreme non è solo la disparità di reddito, ma specialmente di potere. E la possibilità di manipolazione di chi quel potere gestisce.
Le diseguaglianze sono un problema, ma solo se causate da disparità di trattamento “a monte”. Quelle “naturali” giovano al benessere di tutti.
Prendiamo spunto dal documento pubblicato da un gruppo di studio ministeriale sul contrasto alla povertà tra i lavoratori per riprendere questo importantissimo tema
L’Atlante dell’infanzia a rischio 2021, da poco pubblicato da Save the Children, ci ricorda l’assoluto valore strategico di una riflessione sulle condizioni dell’infanzia.
I Rapporti Inapp e Caritas dimostrano inequivocabilmente il fallimento del Reddito di Cittadinanza, ma Conte lo brandisce come una bandiera identitaria ribadendo il carattere populista del Movimento.
Nel paese dei pensionati “generosi”, guai ai giovani…
I poveri sono più cattivi? Alle origini di una querelle che, come sempre, va capita e non strumentalizzata.
Nella Legge di Bilancio 2018 è presente una significativa espansione del Reddito di Inclusione. Si tratta di una misura fondamentale, ma di cui si parla pochissimo.
I moderati progressi che registriamo su scala nazionale (PIL, occupazione, ecc.) si riscontrano stavolta anche nel Mezzogiorno. Ma il divario col Nord resta enorme.
La ripresa ecomomica e l’aumento dei posti di lavoro sono delle realtà innegabili. Ma non sempre avere un lavoro significa poter contare su condizioni di vita dignitose.
La disuguaglianza italiana è caratterizzata dalla crescita di “ali” (ricchi e poveri) che si sentono svincolate da regole e aspettative e da un “centro” di opposizione radicale crescente. E sembra che la sfera politica non se ne stia accorgendo.
Sostegno al reddito e inclusione sociale nella nuova misura nazionale contro la povertà. Ce la faranno i Comuni?