Il Paese dei pensionati “generosi”

Si tratta di una notizia che trovate su La Stampa online, ma anche su diversi altri siti d’informazione, e il titolo più singolare è “Pensionati generosi, in 6 milioni aiutano le famiglie”. Di cosa si tratta?

Di una ricerca realizzata dall’istituto di ricerche demoscopiche Tecnè per la Fondazione Di Vittorio (in pratica, la CGIL) che, accanto a una serie di rilevazioni non troppo interessanti, e su cui spenderemo una parola alla fine, constata che ben il 35,7% del campione di pensionati intervistato aiuta economicamente un familiare stretto (ad esempio un figlio); il rapporto che sintetizza i risultati della ricerca stima in 8-10 miliardi il valore di questa specie di “welfare domestico”.

Ora, cosa dovremmo concludere da questi dati? Personalmente, vi leggo una conferma di ciò che scriviamo da anni (ad esempio qui e qui): i trenta-quarantenni (e i più giovani non stanno meglio, salvo che magari non hanno figli) in Italia subiscono una condizione “innaturale” e sintomatica di un Paese malato: mentre i pensionati hanno bene o male una condizione dignitosa, chi è ancora nel pieno dell’attività lavorativa ha visto degradarsi la sua condizione economica ed è spesso a rischio di povertà. Questo è il grande male italiano, o meglio il più eloquente sintomo dei mali italiani; ed è per sfuggire a questo destino che i nostri laureati scappano all’estero. Si tratta della più grande tragedia di questo Paese, che spopola il nostro Sud (dove il Premier Conte va a spendere chiacchiere mentre il dilettantismo di questo governo distrugge l’Ilva) e contro la quale occorrerebbero azioni di portata storica.

Ebbene, cosa si dovrebbe fare? Alcune cose sono (sarebbero) ovvie: investire in innovazione, ricerca, infrastrutture digitali; ridisegnare completamente i processi della Pubblica Amministrazione e dei grandi enti pubblici, rendendoli agili e adatti alla digitalizzazione; spostare la spesa in welfare dai più anziani ai più giovani, riconoscendo le condizioni di difficoltà di questi ultimi. Tutte cose su cui, qui su Hic Rhodus, trovate articoli su articoli.
Invece, la politica fa esattamente il contrario: prepensionamenti, sovvenzioni eterne agli esodati, sostegni a imprese-carrozzone improduttive e inefficienti.

Amaro ed emblematico è il fatto che lo stesso rapporto da cui ho preso spunto sia stato di fatto commissionato dal sindacato dei pensionati della CGIL, e che sia impostato, nelle varie domande poste agli intervistati, sostanzialmente come base per una piattaforma rivendicativa, a favore dei pensionati, ovviamente, per spostare altri soldi dai giovani ai vecchi. Finché, tra denatalità ed emigrazione, di giovani da spolpare in Italia non ce ne saranno più.

Taggato con: