Le intenzioni del Governo Meloni sulle misure contro la povertà sembrano essere sostanzialmente peggiorative.

Le intenzioni del Governo Meloni sulle misure contro la povertà sembrano essere sostanzialmente peggiorative.
Il problema delle disuguaglianze estreme non è solo la disparità di reddito, ma specialmente di potere. E la possibilità di manipolazione di chi quel potere gestisce.
Le diseguaglianze sono un problema, ma solo se causate da disparità di trattamento “a monte”. Quelle “naturali” giovano al benessere di tutti.
Prendiamo spunto dal documento pubblicato da un gruppo di studio ministeriale sul contrasto alla povertà tra i lavoratori per riprendere questo importantissimo tema
L’Atlante dell’infanzia a rischio 2021, da poco pubblicato da Save the Children, ci ricorda l’assoluto valore strategico di una riflessione sulle condizioni dell’infanzia.
I Rapporti Inapp e Caritas dimostrano inequivocabilmente il fallimento del Reddito di Cittadinanza, ma Conte lo brandisce come una bandiera identitaria ribadendo il carattere populista del Movimento.
Nel paese dei pensionati “generosi”, guai ai giovani…
I poveri sono più cattivi? Alle origini di una querelle che, come sempre, va capita e non strumentalizzata.
Nella Legge di Bilancio 2018 è presente una significativa espansione del Reddito di Inclusione. Si tratta di una misura fondamentale, ma di cui si parla pochissimo.
I moderati progressi che registriamo su scala nazionale (PIL, occupazione, ecc.) si riscontrano stavolta anche nel Mezzogiorno. Ma il divario col Nord resta enorme.
La ripresa ecomomica e l’aumento dei posti di lavoro sono delle realtà innegabili. Ma non sempre avere un lavoro significa poter contare su condizioni di vita dignitose.
La disuguaglianza italiana è caratterizzata dalla crescita di “ali” (ricchi e poveri) che si sentono svincolate da regole e aspettative e da un “centro” di opposizione radicale crescente. E sembra che la sfera politica non se ne stia accorgendo.
Sostegno al reddito e inclusione sociale nella nuova misura nazionale contro la povertà. Ce la faranno i Comuni?
Come abbiamo già segnalato, l’Istat ha recentemente pubblicato il suo Rapporto Annuale 2016, che contiene numerosi e interessanti dati e approfondimenti in diverse aree di analisi. Con tutta probabilità torneremo ad attingervi in prossimi post, ma in questo vogliamo prendere in esame uno degli elementi centrali del rapporto, ossia le differenze tra le generazioni, in particolare viste dalla prospettiva dei giovani che non siano “figli di papà”: il romanzo di un giovane povero, per prendere in prestito il titolo del film di Ettore Scola.
Pochi giorni fa, il Ministro del Welfare Poletti ha commentato in questo modo la recente approvazione del Piano di contrasto alla povertà da parte del Governo: finalmente anche in Italia abbiamo “un istituto unico nazionale a carattere universale per sostenere le persone in condizione di povertà”. Ma la misura approvata, e che di cui il Parlamento dovrà poi varare il decreto attuativo, ha le caratteristiche per essere davvero efficace? Ed è forse un passo nella direzione del “reddito di cittadinanza” invocato dal Movimento Cinque Stelle? Vediamo.