Essere obiettivi non significa essere equidistanti. Vediamo perché.

Essere obiettivi non significa essere equidistanti. Vediamo perché.
Dietro il “fumo” mediatico dispensato con larghezza dal professor Alessandro Orsini ci sono obiettivi precisi e nessuna sostanza scientifica.
Viva l’Ucraina, senza se e senza ma. Del suo ingresso nell’Unione Europea, però, ne parleremo più in là.
La guerra in Ucraina ci mostra in maniera chiara cosa significhino interconnessione, globalizzazione, interdipendenza.
Essere intransigenti, schiena diritta, e semmai essere spezzati, o adattarsi, sperare in un domani migliore, poi si vedrà?
Chi contrappone una pace qualunque alla libertà, commette un errore fondamentale, che l’abitudine a dividere il mondo in Bene contro Male impedisce spesso di vedere.
Il pacifismo colto, forbito, ma essenzialmente ideologico e astratto, spiegato bene con l’ultimo articolo di Bertinotti.
Vi ricordate del “Grande Disagio” dei novax? E’ tornato alla grande adesso, riguardo alla guerra in Ucraina. Ma noi vigiliamo.
In momenti critici come questo, il moralismo produce confusione e danni enormi.
AAA, pacifismo intelligente e argomentato cercasi. Astenersi retori e spacciatori di frasi fatte.
Il pacifismo ideologico, capace di giustificare l’aggressione putiniana, spiegato attraverso l’analisi dell’israeliano comunista Pappè.
Certo che vogliamo la pace! Ma intanto ora, proprio adesso, cosa proponiamo di fare per il popolo ucraino, chiacchiere a parte?
Putin è pazzo? Forse non in senso clinico, ma la sua accentuata paranoia e il suo delirio di potenza rendono ancora più inquietanti le sue azioni. E l’Occidente deve reagire.
Se Putin si fosse mangiato l’Ucraina in un paio di giorni, come contava di fare, con l’esercito ucraino in rotta e Zelensky in fuga, adesso gli europei sarebbero tanto costernati e starebbero ancora a pensare se e come infliggere qualche tiepida sanzione al dittatore russo. Ma Zelensky è restato lì, e gli ucraini non mollano un metro di terreno senza sparare e soffrire e morire. Stupita, l’Europa assiste a questa resistenza e comincia, lentamente (quanto lentamente!) a fare un po’ più sul serio, come le piazze russe che si vanno riempiendo di cittadini che protestano. Se l’Ucraina resiste qualche altro giorno, Putin potrebbe vedere negli occhi la sua fine.
Essere liberi e indipendenti ha un costo, che noi europei da tempo siamo riluttanti a pagare. Ora è il momento di aprire il portafogli.