La crisi delle élite

Il Procuratore capo di Catanzaro, Gratteri, scrive la prefazione a un libro di due noti antivaccinisti; non solo antivaccinisti, che già sarebbe gravissimo, ma cospirazionisti folli, deliranti, antisemiti, falsificatori di realtà e pericolosissimi (l’articolo sul Foglio entra nel dettaglio). Voglio essere breve e non vi parlerò dell’estremo disagio intellettuale che provo di fronte a queste notizie, e arriverò subito al sodo: Gratteri, un Procuratore capo. Il crollo dell’idea romantica del giudice, quella dell’ultima ratio dell’offeso che ne troverà ben uno, a Berlino, già ampiamente minata e smerdata da frotte di giudici ed ex giudici in politica, o che pronunciano sentenze politiche, è definitivamente crollata con Gratteri che appoggia tesi di questo tipo:

Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche, hanno tutto in mano loro.

Il Covid, dobbiamo dirlo sempre con più forza, non ha ucciso nessuno!

Nel vaccino c’è acqua di fogna! Nei vaccini ci sono tutte le schifezze possibili e immaginabili!

E via delirando.

Io credo che ci sia una sorta di proprietà transitiva, nelle virtù umane (o loro mancanza) per cui se sei intelligente non lo mostri semplicemente nella risoluzione dei problemi di matematica, ma in generale nella comprensione del mondo, nel modo che hai di rapportarti a esso e di trovare soluzioni, sia che tu faccia l’imbianchino o il magistrato. E se hai un’etica, quest’etica “transita” dalla sfera delle idee a quella dei comportamenti, e quindi non solo sei onesto in generale (che significa poco) ma paghi le tassi e non parcheggi in doppia fila. Per dire.

La logica conseguenza è che se Gratteri promuove le idee QAnon, o giù di lì, io qualche dubbio sulla sua competenza e integrità morale me lo pongo, e quindi da cittadino mi spavento.

Ma allora penso anche a Bertolaso che scappa di fronte alla giornalista per una domanda ritenuta “scomoda”, e invece più che lecita e più che giustificata dalla gestione della sanità lombarda; e se hai delle responsabilità nella gestione di quella sanità non puoi sottrarti, perché quella è solo l’arroganza di un potere malato e troppo abituato al giornalismo servile.

E come penso tutti i lettori condividano, c’è un elenco sterminato di protervie quotidiane, di arroganze e di “lei non sa chi sono io” che – questa potrebbe essere una differenza con qualche decennio fa, ma non ne sono sicuro – si accompagna oggi con l’incompetenza, con l’approssimazione, con la dichiarazione falsa e autocelebrativa.

Queste sono le élite: i politici, i grandi tecnici, i giudici e gli scienziati, i giornalisti e gli industriali. In un Paese sano costoro sentono la missione generale di essere guida e modello: sono i testimoni della loro epoca (oggi si chiamano influencer…) e quello che fanno, e quello che dicono, producono risultati, modificano i comportamenti sociali.

La mancanza di equilibrio e di morigerazione, la scarsità dialogica, l’assoluta modestia intellettuale, sono la cifra degli intellettuali della nostra epoca.

Ovviamente, ancora una volta, specchio del popolo che rappresentano.