L’ultima balla scoperta casualmente è che gli antichi romani erano in realtà africani, e le loro sibille fondarono il Vaticano. Un delirio. Dietro il quale c’è un disegno, pericoloso.

L’ultima balla scoperta casualmente è che gli antichi romani erano in realtà africani, e le loro sibille fondarono il Vaticano. Un delirio. Dietro il quale c’è un disegno, pericoloso.
Il mondo dei bufalari e dei mestatori di verità ha avuto una preoccupante evoluzione.
La crescita esponenziale delle bufale e dei falsi, anche giornalistici, pone una domanda drammatica sul futuro della comunicazione, politica e non solo.
Sì all’assunzione di responsabilità per chi diffonde bufale sul Web. No ai falsi di Grillo (a proposito della polemica sulle affermazioni di Pitruzzella)
La post verità delle bufale conduce alla post democrazia del popolo omologato che preferisce la spettacolarizzazione del falso all’argomentazione politica.
Libertà di cura non significa poter aderire a proposte di ciarlatani col rischio della vita. Il tragico caso di Eleonora Bottaro, morta perché i genitori seguivano la pseudomedicina di Hamer, non deve ripetersi.
Il peggio di quanto avviene attorno al terremoto: giornalisti biasimabili, diffusori di bufale, sciacalli e, sopra ogni cosa, la retorica degli italiani brava gente.
“Voi scienziati pensate troppo” disse Miss Pefko, sbottando in una risata idiota. […] Una grassona sfiatata, dall’aria sconfitta, con una tuta sporca, che arrancava al nostro fianco, sentì quello che stava dicendo Miss Pefko. Si girò a esaminare il dottor Breed, lanciandogli un’occhiata di impotente rimprovero. Lei odiava la gente che pensava troppo. In quel momento, quella donna mi colpì come la degna rappresentante di quasi tutta l’umanità. L’espressione della grassona sembrava dire che avrebbe dato in escandescenze all’istante se qualcuno avesse osato pensare un altro po’. (Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove)
Come segnala opportunamente Ugo Magris “Il referendum costituzionale di ottobre può diventare la nostra Brexit”. Il senso di questa affermazione viene spiegata dallo stesso Magris come l’essere, il nostro prossimo referendum, un giro di boa di rilevante importanza, uno spartiacque fra prima e dopo, fra un futuro prefigurato (buono o cattivo) e un ritorno incerto (auspicato o meno).
Oggi, come tutti sappiamo, è il giorno in cui vengono inventate e diffuse le più ingegnose e scherzose “bufale” che spesso, o perché ci crediamo o perché ci piacciono, contribuiamo a far circolare, magari commentandole come se fossero vere.
Forse qualcuno di noi se ne vergogna, ma credo di non sbagliare se affermo che a tutti è capitato, almeno una volta, di cascare clamorosamente vittima di un Pesce d’Aprile; è quindi lecita, se non inevitabile, la domanda “Ma come mai la gente ci crede?”
La Stampa ci rivela come Silvia Virgulti, potente consulente della comunicazione del M5S, suggerisca ai pentastellati che rilasciano dichiarazioni di cavalcare la paura e non affrontare discorsi razionalmente argomentati. Per esempio sul tema caldissimo dell’emigrazione:
Mi faccio vanto di non guardare mai certe reti televisive e in particolare certi programmi. Lo so, è un atteggiamento snob indegno di un sociologo, commentatore e blogger, ma la mia ostilità è troppo forte e trovo modo di spiegarvela a partire dal recente caso di Striscia la notizia che ha licenziato in diretta due inviati, Fabio e Mingo, dopo avere appurato che la loro inchiesta su un finto avvocato barese era una bufala inventata di sana pianta, come altri servizi precedenti. La faccenda è venuta alla luce solo perché si è mossa la Procura che ha deciso di perseguire il presunto reo chiedendo atti e carte inesistenti. Se Fabio e Mingo si fossero limitati a costruire finti servizi su casi meno “sensibili” per un procuratore probabilmente sarebbero ancora al loro posto a scandalizzare bravi cittadini con finti preti, finti cartomanti, finti pescivendoli e altre finzioni che da decenni (questo è il punto) la televisione spazzatura propina per lo scandalo dei benpensanti, la rabbia degli indignati, l’incredulità dei creduli.
Chi va su Twitter o crea un blog deve avere la pelle dura, prepararsi a tutto (John Suller docente di cyber-psicologia alla Rider University)
Un popolo di mostri si aggira fra noi; gente spietata e senza cuore, incapace di riflettere, poco intelligente come si conviene a chi ha il cuore di pietra. Non poche persone, non una banda ma una folla, una moltitudine. Questa legione di decerebrati abita il web. Sì, effettivamente molti di loro hanno un domicilio reale e vivono fisicamente fra noi, sono gli arroganti, gli stalker, i violenti, gli ottusi… Pericolosi ma facilmente identificabili e in numero, tutto sommato, limitato. A differenza di quelli che abitano il web. Moltitudini di utenti Facebook e Twitter (e altri social, ma ovviamente questi sono i più rilevanti) che sfruttano questo potente filtro per predicare odio, insensatezza, catastrofismo, razzismo.
Lo dico subito in apertura a tutti coloro che spammano su Facebook e Twitter presunte frasi contro la casta di Pertini, che rimpiangono Pertini, che inneggiano a Pertini-il-Presidente-di-tutti-noi: questo breve post non è stato scritto per voi! Pertini ha “esercitato” dal ’78 all’85, il che significa che molti di voi non erano nati o erano bambini; se avete meno di cinquant’anni e parlate di Pertini non ne avete titolo, lasciate perdere e non fate gli omologati che corrono dietro a modelli che non conoscono per unirsi a un coro di indignati da salotto. Questa sfuriata iniziale mi serve per introdurre i due assolutamente distinti blocchi di Presidenti che abbiamo avuto, quelli prima di Tangentopoli e l’inchiesta “Mani Pulite” (Pertini e Cossiga gli ultimi) e quelli dopo (Scalfaro, Ciampi e Napolitano).
Le scie chimiche come elemento di allarme sociale e di denuncia complottista rappresentano un banco di prova ideale per studiare da vicino come si costruiscono e sostengono le bufale più assurde. In questo articolo spero di fornirvi una ragionevole documentazione per mostrarvi non tanto l’inconsistenza dell’argomento (che spero sia una tesi già chiara per voi) ma l’intricata architettura logico-argomentativa che i sostenitori del complotto delle scie adducono a loro sostegno; un’architettura assolutamente inconsistente a un’analisi appena più approfondita ma difficile da cogliere con immediatezza per un pubblico più disinformato, poco incline all’analisi delle fonti e tendenzialmente credulo, che quindi si lascia facilmente sedurre da tesi fantasiose ritenendole vere per poi, a sua volta, diventarne propagatore. Deve essere chiaro che parlo di scie chimiche come esempio, e che l’approccio qui suggerito vale per tutte le notizie assurde, inquietanti, allarmistiche che ogni giorno incontriamo su Facebook o su Twitter.