Tassisti, balneari, albergatori, allevatori, piccoli commercianti: nella difesa delle corporazioni si vede il substrato culturale fascista del governo Meloni.
Tassisti, balneari, albergatori, allevatori, piccoli commercianti: nella difesa delle corporazioni si vede il substrato culturale fascista del governo Meloni.
Il riflesso pavloviano della sinistra: dichiarare “fascisti” gli avversari, chiunque essi siano. Ma politica no, quella niente…
È attuale l’antifascismo del 25 aprile? O c’è un nuovo e più subdolo pericolo, che pure potremmo chiamare “fascista”, dal quale dovremmo guardarci?
La stupidità al governo. Che noia!
La deriva politicamente corretta si sta trasformando in una slavina oscurantista con conseguenze terribili. Occorre opporsi.
Certi episodi recenti non possono essere derubricati a personali passi falsi di questo o di quello: le forme e le parole del fascismo sono inscindibilmente fascismo.
Le stupidaggini si fanno per caso? Nell’epoca dell’esibizionismo più volgare, mi vorreste dire che tutto questo chiasso è capitato senza volere?
La tendenza degli intellettuali ad abbracciare ideologie massimaliste ha finito per relegarli in un ruolo di insignificanza.
Il pericolo rappresentato dalla destra italiana, ispirata a Trump e discepola di Bannon, è da prendere estremamente sul serio.
C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.
Ormai è piuttosto chiaro, in tutta Europa, il connubio fra estrema destra e no vax. Ma sarebbe sbagliato pensare a una identità fra questi due gruppi. C’è invece una stratificazione culturale, etica, valoriale che porta a coincidenze e alleanze.
Cosa unisce i fascisti, i complottisti, i no vax… tanto da portare in piazza mamme, impiegati e ristoratori, assieme alla peggior feccia eversiva? Alla ricerca di un concetto.
Avete osservato la relazione di complottismo anti Covid e pensiero di destra o, per dire meglio, fascista? Un’analisi.
Da quello che leggo – e non posso sapere di più – L’Oreal annuncia che non si può dire più crema “sbiancante” nel quadro delle iniziative mondiali contro il razzismo sull’onda del movimento Black Lives Matter. “Il gruppo ha deciso di ritirare le parole bianco/sbiancante (white/whitening), chiaro (fair/fairness, light/lightening) da tutti i prodotti destinati a uniformare la pelle”. Imporre una neolingua per (presunti) buoni motivi morali, o imporla per oscure macchinazioni diaboliche, non farà, alla fine, nessuna differenza.
Finalmente sequestrato lo stabile occupato dai fascisti di CasaPound. Ed è bastato – incredibile! – applicare le leggi dello Stato.