Avrete seguito la vicenda di Casa Pound a Roma e del sequestro della sua sede (non ancora sgombero, speriamo imminente). Un riepilogo della vicenda la trovate QUI e in diverse altre testate.
Trovo assolutamente sconcertante che la vicenda abbia impiegato 17 anni (DICIASSETTE ANNI) fra connivenze politiche, istituzionali, amministrative, prima di essere risolta (ma è davvero risolta?) secondo legge, con i normali strumenti legislativi disponibili sia da quando, nel 2003, l’edificio fu occupato. Protezioni potenti (per esempio Salvini, alleato esplicito), collusioni (di chi doveva risolvere amministrativamente la faccenda e impedire, per esempio, il danno erariale di 4,5 milioni), e nebbiose protezioni camuffate da altre priorità (per esempio dalla prefettura).
Adesso che una serie miracolosa di condizioni favorevoli ha consentito il primo passo, speriamo di vedere quelli successivi: non solo il processo per i dirigenti pubblici infedeli che hanno consentito tutto questo, ma anche un’indagine chiara su Iannone e gli altri dirigenti di Casa Pound. Iannone (qui una sua biografia da me non controllata, estremamente esplicativa) e altri dirigenti, che vivevano a sbafo nello stabile, hanno lavori e redditi che andrebbero districati e messi in chiaro; CasaPound come associazione (e Forza Nuova) hanno interessi economici e imprenditoriali che si dipanano fra Italia ed estero (QUI un vecchio articolo dell’Espresso) e non c’è nulla di male, ovviamente, se non c’è nulla di male. Ma poiché Iannone e diversi altri militanti del suo movimento hanno pesanti precedenti penali, ben più gravi dell’occupazione abusiva dello stabile, forse un’occhiatina da parte della Magistratura (quella parte non travolta dalle beghe correntizie e dallo scandalo Palamara) sarebbe d’uopo.
Ancora una volta, quindi, la legge; quella che già c’è. Perché – sembra uno stanco luogo comune – in Italia le leggi ci sono, e tante, solo che abbiamo voglia di applicarle solo ogni tanto, alla bisogna, secondo il momento politico, secondo la sensibilità di un magistrato… Non leggi straordinarie e aggiuntive contro i rigurgiti fascisti, come solo l’anno scorso qualcuno chiedeva a gran voce, ma funzionari pubblici fedeli, magistrati preparati, prefetture non pilotate, sindaci non distratti, cittadini che – in virtù dei punti precedenti – possono avere fiducia delle istituzioni e denunciare e collaborare.
E’ così che si sconfigge il fascismo pecoreccio, quello manganellatore, quello del tifo violento, quello degli abusi plateali, quello fisicamente minaccioso (anche i quattro gatti della marcia su Roma gonfiavano il petto e facevano la voce grossa, e riuscirono a intimidire un Re pavido).
Altra storia è il fascismo che striscia nell’ombra, che non mostra i pettorali, non picchia nessuno, e forse forse è perfino rispettoso delle leggi. È il fascismo delle idee, è la propaganda basata sul falso, la sottile e continua sedizione istituzionale, la continua tessitura di menzogne, di dubbi, di distruzione simbolica degli avversari, la messa in dubbio dei saperi e delle competenze, naturalmente da sostituire con nuove e luccicanti verità costruite per distrarre, addormentare le coscienze… Questo sì è fascismo pericoloso, perché avvelena i pozzi, semina odio, distrugge i rivali. È il fascismo di giornalisti, di blogger, di intellettuali traviati e traditori, di testimoni ascoltati e imitati che mostrano la via dell’eversione: non fidarsi mai delle istituzioni; non ascoltare mai le persone competenti; non leggere mai i giornali falsi e bugiardi; la verità non è mai quella che ti dicono gli altri ma solo quella che io so darti. In questi anni ne abbiamo visti a mazzi: Vittorio Feltri, Sallusti e Travaglio fra i giornalisti; Grillo e Casaleggio, e Salvini, fra i politici; Fusaro fra i… quel che è (blogger? aspirante politico? sedicente filosofo?).
Mentre – sperabilmente – chiudiamo la mano (non la partita) con CasaPound, tutti i profittatori di coscienze continuano a fare enormi danni alla collettività. Loro sono i nuovi fascisti: quelli delle tecnologie avanzate, dell’uso sapiente dei media, dell’enorme cassa di risonanza offerta loro da salotti televisivi e da testate giornalistiche compiacenti…
L’antifascismo del terzo millennio usa la legge ordinaria per i neofascisti picchiatori alla Iannone, ma deve usare strategie molto più raffinate e intelligenti per sconfiggere i fascisti in doppiopetto (o felpa) che ogni giorno entrano nelle nostre case con messaggi apparentemente suadenti.