Il velo non è una scelta. Le teocrazie patriarcali sono ignobili. Il relativismo è un concetto inappropriato. Le donne islamiche vanno sostenute.

Il velo non è una scelta. Le teocrazie patriarcali sono ignobili. Il relativismo è un concetto inappropriato. Le donne islamiche vanno sostenute.
Comunicazione di servizio: gli uomini non sono tutti stupratori. Ripeto: gli uomini non sono tutti stupratori.
L’attentato a Nizza mostra l’impossibilità di un dialogo fra democrazia occidentale e islamismo fanatico.
Il professore decapitato in Francia dal giovane estremista ceceno ci riporta ad alcune semplici riflessioni sulla laicità dello Stato. E sulla fortuna – sotto questo profilo – di vivere in Occidente.
Fra i cattivissimi detrattori di Silvia Romano e i buonissimi suoi santificatori, è in corso un dibattito sterile che impedisce una visione critica della vicenda della cooperante.
La Turchia amplia la possibilità di sposare bambine. Una violenza molto diffusa nel mondo.
Permettetemi una dichiarazione preliminare, una sorta di excusatio non petita che chiunque abbia un po’ di dimestichezza con lo scrivere e il comunicare sa che non si deve fare, mai. In questo post tratterò comportamenti religiosi che contrastano col vivere in una comunità laica. La prima parte del post girerà intorno alla natura di questi comportamenti: sono veramente “religiosi”? Voglio dire: certe cose decisamente bizzarre le ha veramente volute Dio?
di Reva Goujon
Offriamo la traduzione di questo articolo apparso su Stratford, un think tank di geopolitica fondato nel 1996 da George Friedman. L’articolo è stato scritto il 19 Luglio e consente di avere una visione chiara dell’evoluzione turca negli ultimi decenni, del ruolo di Fethullah Gülen, della presa del potere di Erdogan e dell’incerto futuro che attende la Turchia. L’articolo è pubblicato col permesso di Stratford. La traduzione e le note di chiarimento sono di Hic Rhodus.
1) Solo una persona in malafede può non riconoscere l’esistenza di un Islam moderato. Anzi: le persone di fede islamica (nelle sue varianti) che desiderano vivere “normalmente”, lavorare, crescere i propri figli e pregare il proprio dio in santa pace sono la stragrandissima maggioranza.
Astrologia a parte, che non interessa Hic Rhodus, c’è un serio filone di studi che cerca di prevedere il futuro. Una previsione probabilistica, ovviamente, basata sui dati disponibili al momento e loro proiezioni; una previsione quindi orientativa che nulla ha di deterministico.
Come sottolinea Franco Venturini sul Corriere la mossa di Riad di giustiziare il leader religioso sciita Nimr al Nimr è semplicemente un’altra tragica tappa della guerra fra sciiti e sunniti, ovvero fra potenze locali in Medio Oriente, per il controllo delle risorse e per il dominio geopolitico nell’area. Un conflitto che ha origini antichissime, che si complica per le diverse componenti, alcune estremiste come noto, in seno al sunnismo, e che è reso drammatico sia dai potenziali militari odierni sia dalla novità (rispetto al passato) di un terrorismo che si esercita nell’Occidente ateo e apostata e infedele per ragioni di mera propaganda interna.
Bernard-Henri Lévy scrive un articolo bellissimo e atroce per esortare i musulmani a schierarsi chiaramente e senza reticenze. Leggetelo tutto, ne vale la pena. Fra le altre cose scrive Lévy:
L’etichetta, che Annunziata e altri commentatori hanno applicato all’orrore di Parigi, è suggestiva quanto errata. La verità è peggiore. Non è una guerra ma guerriglia terrorista. Non c’è scontro fra nazioni e popoli, e loro eserciti, ma stillicidio di azioni isolate e imprevedibili realizzate da persone di svariata nazionalità, spesso con pochissimo in comune tranne l’odio verso l’Occidente giustificato da una matrice religiosa neppure sempre precisa.
Archiviata la tragedia parigina e le varie e diverse reazioni politiche nei riguardi degli assassini e dei loro mandanti (un ricco dibattito al quale ha partecipato anche Hic Rhodus) le analisi possono farsi più fredde e lucide. C’è un tema fra gli altri, sollevato in particolare oltreoceano ma soffocato da noi dall’emotività del momento e dai milioni in piazza a Parigi, che a me sembra di estremo interesse anche al di là del problema del terrorismo, ovvero il necessario bilanciamento fra libertà d’espressione e diritti altrui, fra i quali il diritto di non essere oggetto di odio. Con esplicito riferimento al caso di Parigi per esempio David Brooks sull’International New York Times dell’8 Gennaio scrive chiaramente che un giornale come Charlie Hebdo negli Stati Uniti sarebbe stato chiuso 30 secondi dopo la prima uscita in quanto “istigatore d’odio”.
Quanto sia terribile il bivio che abbiamo davanti mi appare chiaro ma so che è difficile argomentarlo in maniera semplice e convincente. Soprattutto convincente, non già perché non ci siano fatti, circostanze, tendenze, per non parlare di tantissime analisi e commenti; il problema è il solito, quello dell’ideologia. Poiché la storia non è matematica, la politica non è fisica e le dinamiche sociali non sono chimica, tutti quelli che ho definito “fatti, circostanze etc.” sono soggetti a interpretazione, vengono – da ciascuno di noi – piegati agli schemi mentali che ci sono propri, alle idee che tradizionalmente, da tempo, “indossiamo” assieme ai nostri amici, consoci, confratelli, compagni. Quindi se adesso dico delle cose scomode, fuori dagli schemi, politicamente scorrette, non in linea col vostro pensiero tradizionale, potreste essere poco disponibili a cambiare voi, e tendere piuttosto a rifiutare me. Trovo un certo conforto dal fatto che dopo la strage di Parigi (perché questo è il tema della riflessione che vi propongo) mi sembra di notare un cambiamento di registro in molti importanti commentatori italiani (commentatori soggetti agli stessi condizionamenti e quindi non universalmente condivisi); non so se è una nuova consapevolezza in loro, oppure se la tragedia francese li ha fatti rompere con gli indugi e venire allo scoperto. Comunque alcuni di questi commenti ve li propongo nelle Risorse finali invitandovi a leggerli. Per il resto preferisco uno stile molto asciutto e per punti; meno fronzoli = meno equivoci.
Il tema è: cosa fare dopo la strage parigina? Che atteggiamento avere con l’Islam?