Fermi! Per favore fermi un attimo, se no non capiamo più nulla. Il PD ha non pochi guai giudiziari. È vero, non si può nascondere ma, soprattutto, non si deve. Altrettanto tutti gli altri partiti, e qui è necessaria una prima dichiarazione di principio: tutti ladri non significa nessun ladro; ovvero: non è che se lo fanno tutti, i reati vengano derubricati o la morale imbocchi una strada particolare dove c’è più tolleranza…
Categoria: Politica
– Commenti a eventi politici, generalmente di attualità;
– I programmi politici dei partiti;
[NOTA: per “Democrazia” c’è una categoria specifica]
Dopo Casaleggio il Movimento avrà ancora un futuro?
La morte improvvisa di Casaleggio crea inediti interrogativi sul futuro del Movimento 5 Stelle e, conseguentemente, sugli scenari politici complessivi in Italia. Cambierà qualcosa nel M5S? Evolverà, tracollerà… Cosa dobbiamo attenderci?
Su questi temi abbiamo chiesto il parere di alcuni collaboratori di Hic Rhodus.
L’impossibilità del dialogo politico entro il PD (e non solo)
Leggo le dichiarazioni di eminenti politici del PD che “si parlano” attraverso post ospitati sull’Huffington Post; l’interessante intervento di Vannino Chiti che spiega che la sinistra interna sbaglia strategia; Matteo Mauri che si appella a Cuperlo affinché non regali l’ennesimo successo agli avversari e la garbata risposta di Cuperlo che argomenta le ragioni del disagio della minoranza dem.
Il mestiere della politica
Il solito sarcasmo pungente e un po’ grossolano ha percorso la Rete dopo che il GIP di Bergamo ha assolto un giornalista del Fatto Quotidiano che aveva scritto che Salvini “non aveva mai lavorato un giorno in vita sua”. In realtà la querela intentata da Salvini era più ampia e riguardava delle accuse che il giornalista aveva mosso nei confronti del leader del Carroccio (QUI la notizia e la sentenza intera) ma i mattacchioni della Rete sono stati colpiti solo, o principalmente, da questo fatto: Salvini non ha mai lavorato!
L’implosione a cinque stelle? Non per oggi
Un articolo di Giuseppe Turani di un paio di settimane fa racconta del crollo prossimo venturo (molto prossimo, secondo lui) del M5S e ne spiega le ragioni. È un tipico articolo dietrologico e può essere molto vero, abbastanza vero o solo vericchio, e si inscrive nel filone dei molti che, disprezzando il Movimento e i loro improbabili padroni, e ritenendolo una sciagura per la democrazia, ne osservano attentamente le miserie che, essendo continue, lasciano intendere un’imminente sfracello. Ho aperto con Turani perché è circostanziato, ma credo che tutti abbiate lette critiche, anche puntuali, credibili da parte di molti autori, tanto più recentemente dopo il caso di Quarto o – meno dirompente – Civitavecchia. Anche perché è fuori di dubbio che il M5S sia un partito padronale, senza alcuna democrazia interna, con personale politico improvvisato e spesso patetico, capace di far cagnara e di costruire poco e niente, con un programma politico che fa ridere i polli e idee sulla democrazia che fanno accapponare la pelle.
Ciò detto, non sono d’accordo con Turani, De Angelis
Renzi dalla visione politica alla “politica-opportunity”
Di giustificazioni Renzi ne ha indiscutibilmente diverse, a partire dal fatto che si ritrova una maggioranza innaturale ereditata dalla precedente gestione del PD, quella di Bersani con la sua disastrosa “non vittoria” e le conseguenze successive che non dobbiamo dimenticare (incarico fallito, disastro per le elezioni del Presidente, maggioranza di Letta fondata su un compromesso bloccato e bloccante con Alfano…).
Sì al finanziamento pubblico dei partiti. Ma non oggi. E non così
Il tema deve essere presentato per il groviglio che è, e quindi vi dico subito che:
- io sono favorevole al finanziamento pubblico dei partiti in generale;
- io sono assolutamente contrario al finanziamento dei partiti ora, così, in queste condizioni.
Scopo di questo post è spiegare l’apparente contraddizione, anche se probabilmente molti dei lettori già ne hanno colta la sostanza.

Il redde rationem della politica tradizionale
La vicenda del sindaco di Roma Marino, oltre a quanto già scritto qui da Ottonieri mi fornisce una suggestione ulteriore che riguarda lo stato di salute generale della politica italiana e del popolo che da quella politica si fa rappresentare. Ho l’impressione che dopo tante, troppe disillusioni, la vicenda di Marino rappresenti un giro di boa, un punto di non ritorno che va molto al di là della vicenda specifica
Marino ha cercato di governare Roma, ma non i Romani
Mentre scrivo, imperversano le polemiche relative alle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma: da un lato le molte fazioni e i molti organi di stampa che negli ultimi mesi hanno cercato di provocare la caduta di Marino ora esultano o, in alcuni casi, cominciano a prendere posizione sui possibili successori del tuttora sindaco; dall’altro drappelli estemporanei ma appassionati di sostenitori del sindaco dimissionario organizzano petizioni e fanno circolare sui social elenchi dei meritori atti compiuti da Marino e mai riconosciutigli. Premesso che non mi sembra ci siano le condizioni né per crocifiggere Marino né per beatificarlo, resta da chiedersi: chi ha (più) ragione?
Il populismo alla conquista del mondo
Tutto il mondo è strapaese, e mentre noi inorridiamo per le sparate di Salvini, in America se la devono vedere con quelle di Trump. Come nota Fineman probabilmente Trump non la spunterà alla corsa delle primarie repubblicane ma il trumpismo ha già vinto, nel senso che le sue parole d’ordine estreme e le sue idee becere sono diventate necessariamente parte del dibattito repubblicano e anche i suoi più moderati avversari hanno dovuto tenerne conto. Esattamente come Salvini che difficilmente potrà diventare Presidente del consiglio ma ha imposto agenda e lessico alla destra, di fatto egemonizzandola.
L’atrocissimo iperbolico sopramondo degli eccessi
Il povero Hyon Yong-chol, che era semplicemente il responsabile della difesa della Democratica Repubblica del Nord Corea, è stato giustiziato per comportamenti giudicati irriverenti verso il capo supremo Kim Jong-un. Il plotone che ha eseguita la sentenza era munito di armi antiaereo, e quindi il povero Hyon è stato bombardato e posso supporre sia morto all’istante
Siete sicuri di riuscire a dire qualcosa di sinistra?
Ricordate Nanni Moretti in Aprile, quando supplica D’Alema di dire qualcosa di sinistra? La scena, che ripropongo qui sotto, vede un Berlusconi arrembante nel 1996, a Porta a Porta, attaccare un silente D’Alema sul tema della giustizia. D’Alema non replica, Moretti si dispera (nella realtà storica la sinistra vinse con l’Ulivo di Prodi per lasciare l’Italia intera ad assistere con sgomento al suo suicidio). Dire qualcosa di sinistra; pensarla, argomentarla, sostenerla… siete sicuri di poterci riuscire? Io credo di no. E lo stesso vale anche per la destra, sia chiaro, ma per ragioni che ora sorvolo mi sembra più interessante, come esercizio, utilizzare la sinistra.
Fenomenologia piddina
I risultati delle elezioni politiche sono notizie vecchie e anche noi di HR ne abbiamo già parlato ma restano diverse domande ancora senza risposta inclusa la classicissima e sempreverde “ma perché il PD continua a farsi del male da solo?”. Mi permetterete allora alcuni appunti di carattere sociologico che devono prendere le mosse da quanto accaduto alle regionali per andare poi subito oltre.
I problemi di Renzi dopo le elezioni regionali
Come sempre le elezioni amministrative assumono un forte valore politico. Queste regionali non fanno eccezione e sono state segnate da due elementi esterni che solo in piccola parte hanno avuto a che fare coi temi locali ma che sono entrati a piedi uniti nel dibattito e quindi nella scelta degli elettori: i temi lepenisti cavalcati da Salvini, e in particolare la questione degli immigrati e dei Rom, e gli impresentabili che con l’inclusione di De Luca hanno dato una spallata notevole al segretario PD, forse la più forte, forse la più autentica spallata da quando Renzi regna.
De Luca l’impresentabile. O no?
Premetto che Vincenzo De Luca non mi è mai stato “simpatico”, nonostante goda, soprattutto fra i suoi concittadini fama di ottimo amministratore: non mi sono mai piaciuti i suoi modi ed i suoi toni.
E francamente avrei preferito un candidato diverso in Campania.
Detto ciò nei commenti che imperversano sulla vicenda vedo scritte e dette molte cose che, semplicemente, non corrispondono alla realtà.