Gli italiani detestano i politici e i dipendenti pubblici, ma plaudono a chi vorrebbe aumentare i loro poteri.

– Problemi della P.A.;
– Valutazione delle politiche;
– Riforme.
Gli italiani detestano i politici e i dipendenti pubblici, ma plaudono a chi vorrebbe aumentare i loro poteri.
Attorno al graaande tavolo delle riforme nessuno sederà dalla parte del torto e tutti saranno soddisfatti. I coltelli usciranno dopo, e affilati, quando arriveranno i soldi e si dovranno tradurre principi astratti in azioni concrete.
Avere i soldi dall’Europa è stato difficile, ma fare le riforme richieste, e farle bene, potrebbe essere quasi impossibile.
La cooperazione allo sviluppo (che comunque in Italia si fa pochissimo) costa troppo per quello che realmente produce.
Grande bagarre per la mancata abolizione dei vitalizi ai parlamentari, per continuare a distrarsi con problemi fasulli, come tipico dei populisti.
Piangiamo i morti e capiamo umanamente chi si prepara a vendicarli in tribunale. Ma le denunce non avranno esito positivo e i mille mali italiani (non solo in sanità) hanno bisogno d’altro.
riforma è ormai una delle parole più sputtanate della lingua italiana (Fabio Luppino sull’HuffPost, commentando la presa in giro della riapertura delle scuole a settembre)
Leggete l’intervista a Jole Santelli, Presidente della Calabria, oggi sull’HuffPost. Per tono, per argomentazioni, per arroganza e per stupidità è l’emblema del regionalismo oggi. Voglia di protagonismo, antagonismo fazioso al governo, scelleratezza cinica sulla pelle dei cittadini. Abbiamo perso la scommessa di Renzi, che nell’ammucchiata referendaria aveva anche messo la riforma del maledettissimo Titolo V della Costituzione – in gran parte responsabile di questa tensione eversiva del regionalismo usato come clava politica. Ringraziamo di ciò il prepotente ideologismo di Zagrebelsky, della “ditta”, della sinistra ottusa (pare che Landini si sia pentito…). Oggi le (deboli) forze riformiste, democratiche, liberali e socialdemocratiche devono aprire una stagione di riflessione sulla deriva regionalista e sulla indifferibile necessità di un riordino delle autonomie locali.
L’orrore del centralismo statalista invocato come (erronea) soluzione ai problemi degli italiani.
Zingaretti lancia una proposta di grande interesse sulla semplificazione amministrativa. L’idea è ottima, ma come pensa, Zingaretti, di realizzarla?
Prevenire la corruzione è più facile che curarla. Ma servirebbero meno regole e meno dirigismo statale.
Ohibò, non sembra esserci relazione fra essere efficienti come sindaci, ed essere rieletti. Meglio darsi poco da fare e urlare dall’opposizione?
Sprechiamo milioni di Euro di Fondi europei, e la colpa è solo la nostra.
Bisogna capire di cosa si parla; in politica, bisogna conoscere in profondità i temi che si propongono all’opinione pubblica. Gli esempi dell’autonomia regionale e della legittima difesa.
Originally posted on Hic Rhodus:
Detto, fatto. Come aveva annunciato qualche mese fa, il presidente dell’INPS Tito Boeri ha fatto pubblicare una vera e propria bozza di provvedimento legislativo per una (nuova) riforma delle pensioni…