Arriva Draghi. Non vi piace? Lo capisco, ma forse potevate pensarci prima…
Arriva Draghi. Non vi piace? Lo capisco, ma forse potevate pensarci prima…
Il discorso di Draghi a Rimini è stato eccellente, ma i nostri politici non sono all’altezza di farne tesoro.
Tedeschi? Cattivi! Olandesi? Pessimi! Italiani? Inaffidabili! Se continuiamo così non andremo da nessuna parte e ripeteremo, crisi dopo crisi, gli stessi ruoli prevedibili, come in un film scadente.
Siamo un paese incapace di essere normale, sempre in cerca di alibi, anche ai tempi del coronavirus, anche al cospetto dell’Europa.
La politica economica italiana si alterna fra periodi di gioiosa incoscienza preelettorale e tragica sistemazione dei conti di governi di emergenza.
Lo spread per dummy e Di Battista. Tanto per provare a spiegarglielo…
Un’analisi chiara sui risultati elettorali di Alberto Baldissera.
Il problema del debito pubblico è enorme. In vista delle prossime scelte politiche proviamo ad esplorare come viene affrontato dai diversi partiti. Perché una cosa è certa: il pericolo del default è ancora dietro l’angolo…
Mentre Virginia Raggi ha deluso le aspettative di chi l’ha votata, l’economia della Capitale è prossima al collasso.

La verità è dentro di noi. La verità siamo noi. Poiché guardiamo il mondo dall’interno verso l’esterno (dall’interno del nostro “io” verso il mondo fuori di noi) tutto ciò che è prossimo a “noi” (le nostre idee, i nostri valori…) riverbera di luce chiarissima e ci sembra illuminare l’oscurità selvaggia della jungla di stupidità in cui siamo immersi. Noi sappiamo; capiamo; vediamo. Gli altri sono sciocchi o, peggio, in malafede. Noi sappiamo le cose, conosciamo la verità. Dobbiamo necessariamente dirla al mondo. Urlargliela. E insultare coloro che diabolicamente si mettono di traverso, perché se lo meritano.
Lo Stato greco è l’unica mafia al mondo che sia riuscita a fare bancarotta (Petros Markaris).
Il tira e molla di Tsipras e Varoufakis (al momento in cui scrivo siamo in fase “tira”) avviene in un momento drammatico in cui l’enorme debito pubblico greco, in combinato disposto con altri fattori (perdurante crisi, debolezza economica strutturale, enorme evasione fiscale) lascia i nostri vicini a ballare sull’orlo di un precipizio che, qualora cadessero, avrebbe reazioni a catena non indifferenti.

Parlare di sprechi in Italia è un esercizio retorico. Tutti noi li abbiamo presenti e assistiamo impotenti al fiume di denaro bruciato per niente. Quando si parla di “sprechi”, in questo periodo storico così ricco di pensiero omologato, si intende qualcosa che sta a margine della politica, nel Palazzo, nella casta: gli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato (per tacere su quelli dei parlamentari!), i poltronifici dove ficcare i politici trombati, forse le Province, i super stipendi dei manager… Hic Rhodus ha raccontato alcuni di questi sprechi e in coda a questo articolo vi ricordo le nostre note precedenti su questo tema. Qui invece vorrei segnalare una serie (ampiamente incompleta) di diversi e bizzarri luoghi dello spreco, alcuni vagamente noti e altri, credo, piuttosto sconosciuti. Lo scopo non è quello di presentare l’ennesima galleria degli orrori ma fare una riflessione sulle ragioni del perdurare di questa infinita rete di inefficienza, danno erariale e presa in giro.
Effettivamente questo post è piuttosto pessimista e sviluppa la seguente tesi: 1) la situazione italiana è nel complesso paludosa, malata e incapace di auto-emendarsi; 2) serve una cura da cavalli e, specialmente, una conduzione politica discontinua e di rottura; 3) se abbiamo sperato che Renzi incarnasse tale discontinuità dovremo fare i conti col gorgo che attira tutti nel Maelstrom, Renzi incluso; 4) se non remiamo tutti molto forte siamo fritti.