Prepariamoci a votare, tanto a Primavera ci tocca. E’ bellissimo esercitare la nostra autorità di cittadini, membri di una comunità civile unita, che vuole progredire ed esercita il giusto e doveroso controllo sugli eletti e i loro atti. E’ un appuntamento fondante l’idea stesso di democrazia, di cittadinanza, di libertà. Che bello, andare a votare! Ciascuno di noi legge attentamente i programmi, segue con attenzione i dibattiti dove i nostri leader, nessuno escluso, espongono con sagacia le proprie idee, e noi naturalmente ci formiamo, pian piano, la nostra opinione e quindi, col cuore pieno di speranze per il futuro del Paese, andiamo a esprimere il nostro ponderato voto. E che vinca il migliore. Vabbé, che almeno vinca il meno peggio. No? Dite che non vincerà nessuno perché si sono ben guardati dal fare una decente legge elettorale? Peccato, sì, ma i nostri eletti sapranno formare alleanze coerenti, strutturate, solide e durature, e il meglio del meglio verrà certamente fuori.
Certi di questo, cercheremo quindi di votare quei partiti che, molto probabilmente, cercheranno maggioranze parlamentari capaci di esprimere al meglio le politiche economiche e sociali del prossimo imminente quinquennio. Perché di certo, oltre alla morte, c’è che non avremo nessun governo all’indomani del voto, grazie al saggio voto degli italiani al referendum del 4 dicembre; occorrerebbe anche dire che nessuna geometria politica garantirà stabilità qualunque sia l’esito delle urne, viste le bislacche diverse maggioranze di Camera e Senato, ma di questo ce ne freghiamo perché l’Italia sarà stata pure la patria di Archimede, ma le geometrie variabili e le convergenze parallele a noi ci fanno letteralmente un baffo, quasi come la non vittoria di Bersani, la sfiducia costruttiva, il liberalismo cattolico, e via di ossimori e paradossi. Quindi tutti noi, cittadini modello ed elettori informati e consapevoli, andremo a votare cosa? Voteremo i migliori (secondo noi) gettati in un’arena di intricati giochi di ruolo dove le mediazioni necessarie si confonderanno con i compromessi poco onorevoli e questi con i mercati di uomini, le promesse di prebende, i cambi di casacca, i tradimenti previsti e gli improbabili gruppi parlamentari nati tutti per assumersi grandi responsabilità, naturalmente. Ciò vanifica sostanzialmente le piccole differenze programmatiche (qualora ci fossero), rende vaghe le promesse e certe le disillusioni. Meglio saperlo. Quello che resisterà (non completamente ma sufficientemente) sarà lo sfondo generale di valori: essere pro o contro l’Euro, pro immigrati o accesamente contrari, per i vaccini o per la libertà di cura e via discorrendo. Il nostro voto potrà incidere un pochino in questo senso: cercare di avere una più forte maggioranza che guardi da una parte o dall’altra. E sperare poi che il minestrone cucinato dal prossimo Parlamento vada a incidere nella direzione da noi sperata. La guida che segue non può fare molto di più, almeno al momento.
Guida elementare alle scelte generali per decidere il meno peggio da votare prossimamente. Decidiamo quindi quali siano le Grandi Scelte Generali sulle quali basare il nostro giudizio. Ognuno avrà certo le sue, io non posso che presentarvi le mie:
- Euro ed Europa: uno spartiacque decisivo; l’Europa è stanca, il suo progetto originario parzialmente fallito, San Mario Draghi fra un po’ non sarà più Presidente della BCE. Insomma: è difficile oggi dirsi ‘europeisti’ senza accludere una vasta serie di ragioni di perplessità, istanze da proporre per decisivi cambiamenti, critiche assortite; ma se su un piatto della bilancia mettiamo i dubbi, nell’altro dovremo pur mettere la pace continentale, la forza economica (al netto delle occasioni mancate dall’Italia sciagurata) e le enormi potenzialità – tutte ipotetiche, certo – di un’Europa federale… Destra: No-No; Lega: No-No; 5 Stelle No-Sì-Ma-Boh-No; Forza Italia: Sì; Macedonia di Centro: Sì; PD: Sì; Sinistra: Sì-Ma…
- Economia e lavoro: da decenni fanalino di coda, sull’orlo di un baratro sempre evitato per caso, zavorra europea, protagonisti di declassificazioni internazionali eppure sempre a galla, giusto col naso di fuori; le cose staranno anche andando meglio ma, ad essere chiari, noi italiani stappiamo lo spumante (anzi: champagne, perché mica badiamo a spese!) per gli zero-virgola di incremento di pil, produttività, esportazioni e occupazione… Meglio essere cauti. Qui il confronto è il classico liberalismo-socialismo, con le sue varie declinazioni: vogliamo più libera impresa, meno tasse, meno palle al piede sindacali o vogliamo più welfare, più controllo statale e quindi più spesa pubblica (e deficit)? Destra: Stato; Lega: Stato; 5 Stelle: Merc… No, Stato; Forza Italia: Mercato; Centro: Mercato temperato; PD: Mercato; Sinistra: Stato.
- Libertà personali: non solo omosessuali e divorziati ma anche fecondazione eterologa, diritto alla morte, laicità vera e garantita e molto altro ancora. I partiti ipocriti qui cercano sempre di non sbilanciarsi e fanno male. Destra: No-No; Lega: No-No; 5 Stelle: mmh… No; Forza Italia: No; Centro: No-No; PD: Sì; Sinistra. Sì-Sì.
- Immigrati: il nostro punto di vista già lo conoscete, quello dei partiti è scontato a destra e ambiguo a sinistra. Destra: No-No; Lega: No-No; 5 Stelle: No; Forza Italia: dipende dai sondaggi; Centro: Boh? dipende… Sì ma con riserve; PD: Accogliamoli tutti, anzi no: aiutiamoli a casa loro; Sinistra: Sì-Sì.
- Esteri: Non brilliamo da decenni per la nostra capacità di autonoma e forte politica estera, ma uno sguardo almeno alla crisi nel Mediterraneo sarà essenziale. Destra: Le Pen; Lega: Le Pen; 5 Stelle: non ho letto l’imail; Forza Italia: Putin; Centro Merkel; Pd: Macron; sinistra: Maduro.
Sarebbe fondamentale parlare poi di scuola, ricerca e università, ma non vedo una chiara politica in merito in nessuna forza politica, bla bla esclusi; destra e sinistra hanno rovinato istruzione e cultura ciascuno a modo suo, e una seria politica scolastica e formativa richiede energie tempi lunghi, ben oltre il miope sguardo di Meloni, Di Maio, Berlusconi e Renzi. Idem per innovazione, società digitale, internazionalizzazione delle imprese. Idem per turismo, territorio e ambiente… Insomma: alcuni temi cruciali viaggiano da tempo sull’improvvisazione e sull’emergenza, e non mi pare che siano nell’agenda vera dei partiti.
A questo punto vi faccio un bel disegnino, anzi due, così, a colpo d’occhio, capirete per chi vorrete votare alle prossime elezioni.
Il primo disegnino mostra la mappa delle posizioni politiche, disegnate da me in persona con una certa faziosità (me lo dico io, così non dovrete sprecare tempo per scrivo nei commenti); le zone più scure sono le più demagogiche e meno accettabili dal mio modesto punto di vista; le grigie rappresentano il non so, non c’ero e se c’ero dormivo:
Per essere chiari fino in fondo ecco la sintesi:
Le scelte, in fondo, saranno quattro:
- la destra sovranista, lepenista, fascistella, razzistella, omofoba, no Euro, no zingari, no diritti… Salvini premier, un incubo!
- il populismo fancazzista pentastellato, le gaffe come prassi, il partito-azienda, Di Maio come eccellenza assoluta, e ho detto tutto;
- un pattuglione vagamente liberale, tendenzialmente riformista quando si ricorda, europeista per dovere, pro-diritti a sprazzi, molto retorico e poco attento al rigore economico, che ogni tanto ne fa una buona se le congiunture sono favorevoli;
- il populismo comunista antirenzista: pro-diritti, pro-immigrati, pro-Euro, pro-sindacati, pro-debito pubblico, molto litigioso e fumoso.
Non so cosa scegliere: un menù così ricco e variegato non ce l’ha nessuno in Europa. Posiamo scegliere fra la torrida idiozia della destra, l’allegro fancazzismo pentastellato, il cuore oltre l’ostacolo, ma specialmente oltre Renzi, della sinistra che mai ha concluso qualcosa in decenni di storia, oppure contribuire a votare il gruppone di coloro che, effettivamente, vinceranno: i quasilib-quasilab che vanno da una Forza Italia che sta rimontando al PD renziano che farà un risultato migliore di quanto i suoi avversari sperino. Tutti insieme contro Salvini e D’Alema, i due grandi antagonisti di Berlusconi e Renzi. Tutti insieme per qualche riformicchia vagamente liberale, per dare una parvenza di stabilità e tranquillizzare l’Europa, far prendere fiato al Paese e poi, e poi… si vedrà chi sarà il primo a far saltare il tavolo.
Risorse:
- Mattia Feltri, Migranti politici (il trailer), “La Stampa”, 22 Luglio 2017;
- Massimo Gramellini, Per chi vota Montanelli, “Corriere della Sera”, 22 Luglio 2017;
- Michele Salvati, Il sistema proporzionale e il rischio del non governo, “Corriere della Sera”, 23 Luglio 2017;
- Luigi La Spina, Le regole per il premier che verrà, “La Stampa”, 2 Agosto 2017.